Dieci

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Percy e Jason erano concentratissimi nella loro missione.
Ogni minima mossa era calcolata.
Destrezza, delicatezza, fermezza e decisione.
Ecco le qualità che servivano, senza le quali non sarebbero arrivati a quel punto.
Una goccia di sudore imperlava la fronte di Percy mentre alzava le mani per la sua ultima mossa.
Appoggiò delicatamente una conchiglia dalle sfumature verdastre sopra la soglia del suo palazzo e tirò un sospiro.
Accasciandosi sulla sabbia come un sacco di patate, fece dei lunghi respiri per riprendere fiato.
Lanciò uno sguardo a Jason che, proprio di fianco a lui, stava rifinendo con le dita gli angoli della sua opera.
Percy ghignò, conscio che il suo castello (una perfetta copia del vecchio palazzo di suo padre) era molto più bello ed imponente di quello di Jason (una riproduzione mal riuscita del Colosseo).
Il palazzo di Percy si estendeva per più di due metri quadrati e ogni dettaglio era curato al meglio.
Il portico, le colonne e i giardini erano stati rifiniti con coralli e conchiglie, le mura del palazzo erano interamente ricoperte da piccole perle che il figlio di Poseidone aveva richiamato dal mare e le strade erano contornate da alcune scaglie domategli da pesci che volevano vederlo trionfare sul figlio di Giove.
Il moro era rimasto stupito delle sue stesse capacità, mai e poi mai si sarebbe sognato di riuscire a produrre una cosa del genere con della sabbia.

Jason, del canto suo, era leggermente in difficoltà.
Il Colosseo che aveva provato a costruire non stava in piedi.
Forse perché la sabbia usata era troppo asciutta, forse perché l'aveva lavorata troppo, i granelli rotolavano giù dalla sommità della costruzione.
"Bro?" Lo chiamò Percy.
"Mhmm?" Rispose Jason cercando di rimettere al suo posto la sabbia caduta.
"Come va? Io ho finito."
Jason decise che non poteva darla vinta a Jackson, e che quindi doveva fare in modo di creare qualcos'altro, che avesse almeno un aspetto decoroso.
"Non mi piace." Disse alzandosi in piedi e calpestando quell'obbrobrio.
"Ma che fai?" Chiese Percy.
"Non mi piaceva." Spiegò il biondo. "Facciamo qualcos'altro."
"Ma io ho fatto il castello!" Protestò Percy.
"Quindi adesso tu ti metti lì e mentre io cerco un giudice imparziale costruisci qualcosa." 
Disse "Oppure ammetti che sono migliore di te."
Jason assottigliò gli occhi "Cerca un giudice, Jackson."
Percy sorrise e si mise a pensare: Annabeth e Piper sono le nostre ragazze, non saranno mai imparziali.
Hazel sceglierebbe me di sicuro, perché sono piu figo, Frank non vorrebbe far dispiacere a nessuno e direbbe che entrambi i castelli sono belli, Liz è mai sorella e voterebbe per il palazzo di papà, Apollo è Apollo ed è meglio non chiedergli di fare da giudice e Reyna...
Reyna sarebbe imparziale!
"Reyna!" Iniziò a chiamarla Percy correndo verso di lei.
Arrivò come una furia davanti alla figlia di Bellona, la quale stava tranquillamente chiacchierando con Annabeth e Piper.
"Reyna!"
"Chi ha vinto la gara?" Chiese Annabeth.
"Nessuno." Si rivolse alla mora "Devi farci da giudice."
"Che?" Chiesero Annabeth e Piper visibilmente offese.
"Reyna sarà imparziale." Disse Percy facendo gli occhi da cucciolo "Vero Reyna?"
Lei alzò gli occhi al cielo.
La ragazza non aveva ancora dato il suo consenso e Percy aveva già dato la cosa per scontato?
Avrebbe risposto di no, non si sarebbe alzata dal suo comodo asciugamano per andare a fare da giudice ad una gara di castelli di sabbia di due esaltati, nossignore.
Ma, evidentemente, non aveva fatto i conti con gli occhi da cucciolo di foca di Percy.
In un primo momento riuscì a resistergli, ma poi il ragazzo si mise anche a fare il labbruccio e Reyna cedette.
"E va bene!" Disse alzandosi in piedi.
"Dove sono i castelli?"
Percy esultò perché nessuno riesce a resistermi, e fece strada al nuovo giudice verso la sua costruzione e quella di Jason.
Annabeth, Piper e Frank, i quali volevano vedere che cosa erano riusciti a combinare gli amici, li seguirono.

Quando arrivarono davanti ai castelli tutti, a partire da Annabeth, rimasero a bocca aperta guardando il palazzo di Poseidone.
Jason si stava togliendo il sudore dalla fronte.
Davanti a lui si ergeva un piccolo fortino, come quello che costruivano per i ludi di guerra.
"Fatto." Disse Jason tra se e se.
"Jason" lo chiamò il figlio di Poseidone "Reyna sarà il nostro giudice."
Il biondo annuì.

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