Trentacinque

3.8K 228 36
                                    

Il cavallo era al centro della piazza. Intorno al gigante di legno c'erano ballerine e danzatori, schiavi servivano il vino ai nobili e i suonatori intonavano canti di vittoria.
Tutti facevano festa, i Greci avevano abbandonato Troia.
Tutti tranne una.
Lissandra sapeva chi c'era dentro al cavallo, sapeva che Troia sarebbe stata distrutta appena i suoi abitanti avessero chiuso gli occhi. Ma le era stato intimato di tacere.
Il destino della città era quello della caduta.
La figlia di Poseidone, dopo aver controllato che Pammone fosse occupato con una concubina, era nei suoi appartamenti con suo figlio e il principe Troilo.
"Aferio, quello che sto per dirti e molto importante. So che farai fatica a crederci, ma giuro sullo Stige che è la verità." Disse prendendo il bambino per le spalle.
"Tuo padre non è chi credevi che fosse."
"Non credo di capire." Disse lui confuso.
"Pammone non... non è tuo padre. Lo ha solo creduto. Tuo padre è una persona diversa, ma che ti ama immensamente."
"Mamma, stai delirando?" Chiese Aferio.
"No. Ascoltami è importante. Devi andartene dalla città, dovete andarvene entrambi." Disse guardando il figlio e Troilo.
"Mamma, forse devo chiamare un guaritore."
"Aferio, tua madre sta dicendo la verità."
"Tuo padre è la persona che ti è sempre stata accanto, molto più di quanto lo sia stato Pammone."disse lei indicando il giovane.
"State scherzando?" Il bambino indietreggiò.
"Aferio, devi credermi. Guardati allo specchio, a chi somigli di più, a Pammone o Troilo?"
"Molti hanno detto che i miei occhi azzurri sono strani." Disse lui guardandosi. "Ma credevo di averlo preso da te, mamma."
Lei scosse la testa e guardò Troilo.
Aferio iniziò a guardare il suo riflesso distogliendo lo sguardo solo per posarlo su alcuni tratti del principe.
"Se state dicendo davvero la verità, perché me lo dite adesso?" Chiese alla fine.
"Perché dovete andarvene dalla città, e io non posso venire con voi."
"Cosa? Ma abbiamo vinto, perché dovremmo andarcene?"
"Fidatevi di me. Non abbiamo vinto." Disse lei mordendosi un labbro.

"Posso aprire gli occhi, adesso?"
"Non ancora." Disse Apollo. "Tra poco."
"Ma volete spiegarmi dove diavolo mi state portando?" Chiese lei ormai esasperata.
"Ho solo pensato che per iniziare una storia nuova avresti dovuto chiudere per bene quella vecchia." Disse lui così vicino che la ragazza poteva sentire il suo fiato caldo sul collo.
"Ci siamo." Disse Ade. "E ricordati Pollo che anche il capodanno lo faremo qui negli inferi."
"Certo, certo." Disse Apollo sbrigativo prima di togliere lentamente le sue mani dagli occhi della figlia di Poseidone e poggiargliele sulle spalle.
"Finalmente, non c'è la facevo..." ma la voce le morì in gola. Si portò le mani al petto e una lacrima solitaria le scese sulla guancia.
"Dieci minuti." Intimò Ade prima di sparire insieme a Nico e Apollo.

"Promettimi che starai con tuo padre, promettimi che vi prenderete cura l'uno dell'altro."
Troia era in fiamme, i Greci stavano per arrivare al palazzo, tutti il resto era già distrutto.
"Lo prometto mamma." Disse il bambino mentre l'abbracciava.
Troilo si unì all'abbraccio in pochi secondi."Vi amo tutti e due, immensamente." Sussurrò.
Le porte dell'appartamento di Troilo si aprirono.
Sia Lissandra che il principe sguainarono le spade. Tre uomini armati fino ai denti erano di fronte a loro.
"Sono qui per primo, cugina. Come avevi chiesto, e tu mi rivolgi contro una lama come ringraziamento?" Chiese il Pelide.
Lei fece un sospiro di sollievo. "Dei, Grazie." Disse rinfoderando la spada.
"Mamma ma lui è..."
"Si, è un mio amico. Vi aiuterà ad andarvene via da qui."
"C'è una nave che vi aspetta esattamente sulla spiaggia, i miei soldati eseguiranno gli ordini del principe come se fossero i miei." Disse indicando Troilo.
"Vi porteranno in un luogo sicuro, dove potrete ricominciare una vita pacifica."
"E tu?" Chiese lei ad Achille "Non vuoi andartene?"
"Il mio destino è un'altro, ricordi? La gloria eterna."
Disse abbracciandola.
"È stato un onore combattere con te." Disse lei ricambiando l'abbraccio.
"Ora dovete andare." Si rivolse al figlio e la principe.
"Non guardatevi indietro. Correte via il più velocemente possibile."
"Ma perché, tu non vieni?" Chiese il bambino. Lei sussultò.
Achille le mise una mano sulla spalla. "Tuo nonno Poseidone è stato informato da Afrodite che non sei figlio di Pammone, ha lasciato a tua madre poche ore per metterti in salvo prima di metterla... in punizione."
"In punizione?"
"Esatto. Deve imparare ad eseguire gli ordini e prendersi la responsabilità di tutte le sue azioni."
La ragazza sorrise al figlio "Ti voglio un modo di bene, non dimenticarlo mai."
"Anche io ti voglio bene mamma." Disse lui abbracciandola stretta.
Quando gli occhi verdi di Lissandra incontrarono quelli azzurri di Troilo, il ragazzo fece un passo in avanti per stringerla stretta. Lui sapeva cosa l'aspettava, che non avrebbe vissuto abbastanza a lungo per rivederla.
"Ci rivedremo presto nell'Elisio." Sussurrò lei inspirando il suo profumo.
"No. Non dirlo nemmeno per scherzo. Tu devi continuare a vivere, noi ci rivedremo un giorno, certo, ma non dovrà essere tanto presto." La guardò negli occhi. "Promettimelo. Promettimi che non morirai."
"Lo prometto."

Blood BrothersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora