Chapter 63

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Solo il rumore del mare mi fa compagnia, mi rilassa, mi impedisce di crollare e pensare lucidamente. Se a Harry piace Jane è ok per me, in fondo gli ho solo dato tre mesi della mia vita, una parte di me che mai nessuno avrà e tutto il mio cuore. Guardo le stelle con la musica nelle orecchie, il ritornello di questa canzone dice: "For your eyes only, i show you my heart, for when you're lonely and forget who you are, i'm missing half of me, when we're apart, now you know me, for your eyes only" e non posso fare a meno di applicare quelle parole così perfette, così infinite alla mia pateticissima situazione: ancora una volta sola, ancora una volta con il cuore a metà e ancora una volta a desiderare di scappare via. Non mi accorgo di lui che sta in piedi accanto alla barca e mi fissa senza muovere un dito. Spengo la musica, mi alzo in piedi e standogli di fronte inizio:

"Non voglio che tu dica niente, quello che ho visto ha parlato già per te, ora parlo io. Domani io torno con il primo volo a Londra ma tu non verrai con me, andrò nel tuo appartamento e prenderò le mie cose, non lascerò nulla. Non voglio che tu mi cerchi in nessun modo, se sarà necessario cambierò anche lavoro. Potrò sembrarti drastica ma lo sto facendo per me. Harry io non voglio più vederti" dico ingoiando le lacrime che minacciano di uscire copiose.

"Puoi tenere il lavoro, non ti darò fastidio".

Lo lascio in piedi accanto alla barca e mi dirigo verso la mia stanza nella casa senza parlare con nessuno. Mi chiudo in camera, tiro fuori la valigia e la riempio frettolosamente, prenoto il primo volo disponibile e scivolo sotto le coperte. Sento il fragoroso rimbombo dei fuochi d'artificio che si espande sulle pareti della mia camera mentre io cerco solo di distrarmi per non pensare.

Quando dopo due ore capisco che di dormire non se ne parla proprio decido che una fetta di torta al cioccolato mi avrebbe aiutato a tirarmi su di morale. Mi infilo una felpa e un paio di calzini con degli elefantini sopra ed esco in corridoio. Sento alcune risatine provenire dalla stanza degli ospiti di fronte alla mia e subito mi allarmo, quando capisco però che non sarebbe uscito nessuno da lì raggiungo in punta di piedi la cucina immersa nel buio, silenziosamente apro il frigo e rimango così a fissare il suo interno illuminata solo dalla sua luce cercando la famigerata torta al cioccolato; rimango insoddisfatta quando non la trovo, decido così di optare per cereali e latte. Afferro il cartone del latte, ne verso un po' in una ciotolina e ci verso dentro una quantità spropositata di cereali al cioccolato che tintinnano quando vengono a contatto con le pareti in plastica del contenitore. Afferro un cucchiaio e inizio a mangiare nel silenzio della cucina avvolta dal buio. Sento un piccolo rumore provenire dal salotto, mi blocco con il cucchiaio in bocca. Cerco di capire cosa sia ma il buio non aiuta, quando all'improvviso mi sembra di vedere una figura alta che sta in piedi ferma di fronte a me. Mi spavento ma attribuisco questa piccola allucinazione alla suggestione del momento; dopo aver osservato con più cura mi accorgo che la figura non è frutto della mia immaginazione. Lui capisce che l'ho visto e viene avanti senza emettere un suono, smetto di masticare, mi si chiude lo stomaco e già penso a come fare per difendermi in caso di aggressione, ma più avanza, più riconosco quelle spalle che mi sembrano così dannatamente familiari, più cresce in me la paura di fare qualcosa di avventato. Decido di ignorarlo continuando a mangiare i cereali.

"E' rimasto un po' di latte anche per me?" chiede sottovoce. Intenta ad ignorarlo non gli rispondo. Capisce immediatamente il mio umore quindi non insiste. Si siede di fronte a me e mi fissa mangiare, almeno così a me sembra dato che il buio sta rendendo tutto troppo difficile. Dopo aver finito il mio spuntino delle tre e mezza di mattina mi alzo con non curanza e lascio la stanza, ma a quanto pare non è quello che vuole Harry perché non riesco ad arrivare nemmeno sulla soglia della cucina che mi afferra per una spalla e mi trattiene. Provo a liberarmi ma non ci metto davvero convinzione. Non dice nulla, non una parola eppure posso sentire che ha così tanto da volermi dire ma l'unica cosa che fa è far combaciare le mie labbra e le sue con bramosia. Io non ricambio il bacio soprattutto ricordandomi cosa era successo solo qualche ora prima, ma quando sento che non ha intenzione di smettere mi lascio trasportare dal suo profumo e le sue braccia mi avvolgono stretta. La sua lingua esperta gioca con la mia e poi si stacca per un attimo sussurrando: "hmm, coco pops!" sorride. Non so perché glielo sto lasciando fare, nonostante sia infastidita sento di avere comunque bisogno di distrarmi, voglio giocare con lui. Non cambierà nulla dopo questo, io tornerò a vivere nel mio vecchio appartamento e non lo vedrò più. Questo è un regalo di addio.

In un attimo mi solleva da terra, fa la rampa di scale con me in braccio senza staccare le labbra dalle mie e in un attimo arriviamo in camera mia, mentre stiamo per entrare la porta della camera di fronte si apre e ne esce un Ashton con i capelli scompigliati e senza maglietta e dietro di lui Gemma che gli sorride. Ci blocchiamo tutti e quattro fissandoci a vicenda non sapendo cosa dire, Harry guarda imbarazzato Gemma, lei fissa Ashton e lui ovviamente fissa me con un certo imbarazzo.

"Carini gli elefantini" dice Ash fissando le mie calze e ridendo per sdrammatizzare. Dopo una breve risatina generale ci congediamo tutti con un 'buonanotte' e ognuno ritorna nelle proprie stanze; quando Harry cerca di entrare nella mia io lo respingo ringraziando il cielo che abbia ritrovato la mia lucidità mentale, o forse no: solo una pazza rifiuterebbe Harry, e io credo di esserlo, sono pazza, ma di lui. Lascio la porta della camera socchiusa e ritorno nel mio letto freddo e vuoto, strani pensieri mi percorrono la mente e mi sento più sveglia che mai. Mi rendo conto che più le ore scorrono e più sento il mio legame con lui che si rafforza invece che indebolirsi e decido di abbandonare il gioco che io stessa avevo iniziato: non voglio più ignorarlo, voglio stringere a me quelle spalle, voglio il suo profumo sulla mia pelle un'ultima volta, voglio sentirgli dire il mio nome un ultima volta.

Scendo al piano inferiore in punta di piedi e mi avvicino al divano su cui è sdraiato e lo accarezzo nel buio. Mi accorgo che ha la pelle d'oca sulle braccia e quando lo faccio una seconda volta lui inarca la schiena verso l'alto.  Nell'aria una strana energia si diffonde, ci entra sotto la pelle e ci fa rabbrividire. Afferro una coperta e gli sussurro "Vieni con me". Faccio scorrere la porta a vetri del patio e poi la chiudo dietro di me, accendo le luci e tutto mi sembra più reale, posso vedere i suoi pettorali da sotto la maglietta che indossa, rimango ferma con la schiena attaccata alla porta a vetri mentre penso al suo corpo che aderisce al mio.

"Ti va di fare un bagno?" chiedo con un tono di voce provocatorio.

"Non ho portato il costume" dice stando al gioco.

***

Hola amigoss! Doble aggiornamiento oggi!! (Oggi mi sento particolarmente poliglotta ahhaah) CONTINUATE A VOTAREEEEE! e anche a commentare se volete, mi fa sempre piacere leggere cosa ne pensate di quello che scrivo :) N.

Talking stones (h.s.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora