Mi sveglio di soprassalto, tutta sudata a causa dell'incubo che ho appena fatto. Mi sporgo per guardare l'orario sulla sveglia: 6:15. Mi alzo dal letto e raggiungo il bagno dall'altro lato del corridoio, mi faccio subito una doccia calda lasciando che l'acqua mi rilassi e perdo quasi la cognizione del tempo. Mi vesto in fretta, mi trucco abbondando con il correttore sulle occhiaie e mi asciugo i capelli in modo che ricadano in morbide onde. Afferro la mia borsa, verso qualche croccantino nella ciotola di Donut ed esco di casa. La mia giornata è ufficialmente iniziata. Mi avvio verso la metropolitana e infilo le cuffiette nelle orecchie. La musica mi aiuta a pensare, a ricordare. Un anno prima, stesso momento, posti lontani; un anno dopo, stesse due persone, cuore diverso, legame infinito ma concluso; staccato ma irrimediabilmente aderito alla pelle del cuore, non so quando se ne andrà, se lo farà, eppure un giorno dopo l'altro riesco di nuovo a respirare, a sorridere ma anche a continuare a piangere per il segno che mi ha lasciato. Liam mi è stato vicino durante quel periodo e mi ha sostenuto ma sto ancora cercando di raccogliere i pochi pezzi del mio cuore che sono rimasti, quelli che non si è portato via lui.
Una volta arrivata a lavoro mi sento triste per via dei ricordi che mi hanno assalito durante il tragitto. Cerco di scacciarli e mi avvio verso la mia scrivania, passando davanti a quella di Loren e salutandola alzando una mano.
Mi siedo alla mia scrivania e inizio a compilare dei dati, pregando che il lavoro mi tenesse lontana dai miei pensieri.
"Buongiorno" mi dice una voce maschile risvegliandomi dai miei pensieri.
Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo biondino con gli occhi azzurri e una cravatta dello stesso colore annodata al colletto di una camicia bianca.
"Ehm...ciao!" rispondo timidamente accennando un sorriso.
"Io mi chiamo Joe, siamo colleghi, lavoro nell'amministrazione! Ti ho vista qualche giorno fa ma non ho avuto tempo di venire a presentarmi. Volevo chiederti se ti andava di andare insieme alla festa che mr Williams darà sabato a casa sua." Mi chiede Joe.
"Certo, perché no? Mi sembra anche un modo per fare conoscenza con gli altri colleghi!" accetto dubbiosa ma vorrei distrarmi. "Io comunque sono Gail".
Joe si allontana con un sorriso sulla faccia e io me ne ritorno al lavoro notando, prima di immergermi completamente, una Loren sorridente fissarmi senza sosta. Pensavo fosse per quello che era appena successo con Joe ma appena la guardo lei ha lo sguardo fisso oltre le mie spalle, lo seguo e mi ritrovo a fissare Styles. Lui mi fissa a sua volta e capisco che è lì abbastanza a lungo da aver assistito alla scena con Joe.
Distolgo lo sguardo e torno a lavorare. Probabilmente se sabato ci sarà anche lui alla festa io potrei raggiungere un nuovo record di figuracce in una sera sola. Dopo un po' noto sulla mia scrivania di fronte a me una tazza di caffè identica a quella del giorno precedente ma con una scritta diversa, l'avvicino e inizio a leggere:
"I nostri dubbi ci tradiscono, e impedendoci di affrontare la battaglia ci precludono sovente i dolci frutti della vittoria." H.
Una frase di Shakespeare, la riconosco subito. Interessante. Dalla H in fondo alla citazione capisco che deve avermela portata Styles e mi appunto mentalmente di andarlo a ringraziare sabato.
Bevo il mio caffè e intanto inizio a pensare alle varie combinazioni di abiti da indossare alla festa. Mi sa tanto che dovrò chiedere consiglio a Loren.
Mi ritrovo a pensare a Styles, di come sia stato così gentile da portarmi per ben due giorni una tazza di caffè. Mi irrita solo il pensiero di come sghignazzava solo pochi giorni prima quando mi ha fatto rovesciare ma poi si è sdebitato.
Cerco di concentrarmi per il tempo che mi resta e concludo il lavoro.
"Ciao Abigail, mi servirebbe che domani pomeriggio facessi un salto nell'ufficio di casa mia, ti devo dare alcuni documenti che mi serve che tu spedisca il più presto possibile alla sede di NY. Quando verrai io non ci sarò perché ho un meeting fuori città e parto sta sera, ci dovrebbe essere mio figlio, lui sa del tuo arrivo!" mi dice il sig. Williams prima di salutarmi e uscire dall'ufficio. Io raccolgo velocemente i documenti, mi appunto l'indirizzo di casa di mr. Williams ed esco dall'ufficio.
Ritorno a casa un po' esausta e accolgo Donut che mi corre in contro scodinzolando. Mi tolgo le scarpe lasciandole vicino all'ingresso e a piedi scalzi mi dirigo verso la camera da letto. Mi lascio andare sul letto lanciando la borsa ai piedi del letto. Chiudo gli occhi e sospiro. Devo assolutamente andare a fare shopping per la festa. Domani mattina ne approfitto visto che tutto ciò che devo fare è raggiungere la casa di Williams nel pomeriggio. Ha detto di avere un figlio..chissà come sarà? Avrà gli stessi occhi del padre?
Mi addormento senza accorgermene e mi svegliodirettamente il giorno successivo.
***
Ciao splendori! Spero che la storia vi stia piacendo almeno un pochettino:) se vi va potete prendervi mezzo secondo mentre leggete il capitolo e toccare la stellina giù in basso, anche per sbaglio, ma così saprò che ci siete e leggete la mia storia! Posto i capitoli nuovi quando l'ultimo raggiunge le 10 visualizzazioni. Buona giornata e godetevi il capitolo; tutto l'amore, N.
STAI LEGGENDO
Talking stones (h.s.)
Fanfiction"In antichità le pietre venivano usate per trasmettere dei messaggi, mio padre le chiamava le pietre parlanti...più è grande e più indica che chi te l'ha donata ti vuole molto bene. Quelle lisce trasmettono simpatia, cordialità e affetto mentre quel...