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Dear Somebody..

*2 anni e mezzo dopo*

"tanto mangio qualunque cosa" ride il moro, mettendo in risalto le fossette da protagonista di young adult che tanto adoro.

"daii sono seria" piagnucolo mentre lui si avvicina e mi cinge la vita in un abbraccio.

"tranquilla Ari, qualunque cosa farai, sarà perfetta, quasi come te" mi adula il ragazzo, baciandomi la guancia, per poi farmi girare verso di lui e stringermi a sé. Odio quando le persone mi toccano troppo, quindi mi scosto di poco.

"Michele sai che voglio che sia tutto perfetto, sii serio per una volta: in bianco o allo zafferano?!" sbuffo una risatina stufa e lui mi sorride scuotendo il capo.

"in bianco" dice alla fine e io felice, lo scrivo sul grande quaderno che tenevo sulle ginocchia, prima che Michele mi abbracciasse.

In grande, al centro della pagina, nella la mia calligrafia disordinata, campeggia la scritta "Lista matrimonio" con un cuoricino disegnato da Michele, sulla I di lista.








Apro gli occhi e realizzo che è ancora lo stesso sogno. Da due mesi ormai, non faccio che fare solo quel maledetto incubo, sembra che la mia mente mi odi e mi voglia far rimpiangere quanto successo due anni fa.
Mi alzo con calma e mi trascino in bagno, dove mi preparo per uscire; in meno di un quarto d'ora devo incontrare Alice e sono in ritardo, come mio solito.

Afferro una borsa e corro fuori casa mentre chiamo la bionda, sperando che risponda, cercando di non cadere dalle scale e spaccarmi un ginocchio. Chiaramente suona a vuoto.

Dopo averla avvisata con un messaggio, salgo sulla metro e lascio che i pensieri volino liberi nella mia testa. Peccato che io mi senta come un uccellino in gabbia in una città troppo grande e dispersiva per un anima solitaria come me. Negli ultimi mesi tutto mi fa sentire oppressa, perfino il mio piccolo appartamento al quale ormai ero abituata.

Controllo la data sul cellulare e leggendo due ottobre un ricordo sfocato riaffiora nella mia mente. Avevo letto qualcosa su questo giornata, ma non ho minimamente idea di cosa fosse. La voce che annuncia la mia fermata mi impedisce di pensarci a lungo e strusciandomi su numerosi giacconi esco dalla metro.

"Scusa" ansimo dopo aver salito le scale vicino alle quali la bionda mi aspettava. Mi abbraccia e io mi lascio circondare dal suo profumo alla rosa, divino.
"tranquilla" mi rassicura "la prossima volta vedrò di venire a casa tua e urlare con un megafono che è tardi" rido.

Ci facciamo largo tra i turisti che affollano la città per rifugiarci in un par poco dista te dal Duomo dove io possa fare colazione.
"Quindi è il 2 ottobre" Alice beve un sorso del suo cappuccino e mi osserva.

"Si, tu sai se c'è qualche evento particolare? Mi ricordo qualcosa ma non riesco a mettere a fuoco" chiedo confusa, bevendo un sorso del mio caffè.

"Uhm...." temporeggia e appoggia la tazza, per poi mettersi a frugare nello zaino colorato che non lascia mai a casa. Ne estrae un CD grigio che nn ho mai visto prima d'ora e per un momento ho il terrore di essermi dimenticata il nostro anniversario o una qualche evenienza in cui avremmo dovuto farci un regalo.

"Prendi" dice titubante, passandomi l'oggetto misterioso. Pulisco le mani sul tovagliolo che ho davanti e lascio che il cameriere porti via piatto e tazza di entrambe.

Guardo il retro e leggo: è un cd con i nomi delle canzoni scritte in bianco, contornate da degli strani segni: un semicerchio, un rettangolo, un triangolo di tre dei colori primari. Che diamine è?

Michele Bravi, I Hate Music.

Una voragine spaventosa si apre dentro di me quando lo giro per vedere di che artista si tratti, improvvisamente tutto diventa opaco. I colori dell'autunno fuori dalla vetrata del bar non sono più tanto brillanti, la mia gioia viene scacciata dall'apatia.

"Ah" dico atona e porgo il cd alla mia amica, non voglio più averlo fra le mie mani, ma lei scuote la testa.
"Quello è per te" mi guarda seria "non sei costretta a tenerlo, ma pensavo che fosse giusto fartelo sentire, parla anche di te ovviamente."

Sospiro e mi abbandono sulla sedia, rigirandomi nelle mani l'oggetto che ancora mi sembra fuori posto. Parla anche di te, ovviamente.
Sembra passato un mese dall'ultimo discorso che abbiamo fatto, da quella litigata per una questione politica, da quella gita fuori porto a Roma. Tutto sembra vicino, ma allo stesso tempo impalpabile e quasi invisibile.

La nostra rottura però sembra la cosa più vicina di tutte: non è stata con una litigata, è stata un declino lento e doloroso per entrambi. Col tempo i messaggi sono diminuiti fino a sparire, come le chiamate, le parole, l'affetto e tutto il resto; noi siamo arrivati al capolinea.

Uscite dal bar, Alice deve andare a lavorare, io al contrario posso godermi i miei due sudati giorni di vacanza.
"Stasera tu verrai con me" la guardo interrogativa, già pronta a declinare l'invito: quando posso rilassarmi voglio farlo bene e senza fare nulla tutto il giorno. "Festa in discoteca, ladies così entriamo gratis e ci offrono un drink" le direi di no subito, ma l'idea di approfittare dell'offerta mi attira. Accetto, almeno bere qualcosa potrebbe aiutarmi a spegnere prima il cervello.

Nota autrice:

Ciao a tutti/e! Sono davvero felicissima di tornare a raccontare la storia di Michi e Ari con questo sequel!
Vi vorrei chiedere un favore per coinvolgervi di più nella storia, vi va di mandarmi in messaggio privato/commento dicendomi cosa vi aspettate dalla storia?

Io vi saluto e vi ringrazio per aver letto! Se il primissimo capitolo vi è piaciuto lasciate un voto e un commento con appunto qualcosa che vorreste vedere accadere tra i personaggi!
Grazie e vi saluto, un bacetto!

-Cate✨

Show me love || Michele BraviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora