23.it's a fucked up situation

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esco dall'ascensore e mi ritrovo nella hall dell'hotel con persone di diverse nazionalità che camminano senza una meta precisa. mi guardo intorno e realizzo che sono davvero sola.

sono diversa da tutti, sono triste e in lacrime, ho tutto il trucco colato ed a differenza delle altre ragazze sono pallida e spettinata. cosa ci faccio qui?
mi avvicino al bancone delle info e osservo la ragazza bionda che c'è seduta dietro.

"mi scusi, potrebbe darmi un paio di chiavi della stanza 110? ho perso le mie!" domando con il mio inglese zoppicante, cercando di sorridere alla ragazza.
"così puoi scappare per la giornata, tornare nella notte a prendere le cose e magari dare una botta a Michele? non ci penso neanche per finta!" risponde in italiano ghignando, lasciandomi allibita.

leggo il nome sulla spilla che ha appesa sul vestito: 'Marika'. Merda. merda. merda.
"senti, non voglio sapere chi sei o cosa cazzo hai fatto con il mio ex una notte o due, voglio solo le fottute chiavi di quella stanza" alzo la voce gradualmente e la guardo in cagnesco.

non ho la minima intenzione di farmi mettere i piedi in testa da questa barbie da quattro soldi!
sento qualcosa che mi tocca la spalla e mi volto si scatto. Michele è davanti a me, con gli occhi lucidi e la mano che trema sulla mia pelle.

"vattene" sbotto, sempre più arrabbiata.
"ti prego Ariana, ascoltami solo un secondo" dice con voce rotta, cercando di mantenere la mano salda su di me, senza riuscirci.
"oh, la piccola ed adorata coppia che litiga" ridacchia quella cretina della bionda dall'altra parte del bancone.

"ti consiglio di stare zitta" le urlo palesemente in faccia e lei ride. si sono radunate alcune persone intorno a noi, che cercano di capire cosa succede. 
"stai zitta, è meglio per te" la minaccio, mentre mi asciugo le lacrime di prima.

"senti, lasciami in pace, ho bisogno di stare da sola, lo vuoi capire?" chiedo a Michele, che ormai sta quasi piangendo
"mi prometti che stasera tornerai e potremo parlare?" cosa devo fare?

nella mia mente c'è un enorme scontro di idee. una parte di me mi dice di accettare e di perdonarlo. un'altra continua a ricordarmi che mi ha già lasciata troppe volte.
"ci devo pensare" sospiro e mi volto, intenzionata ad armene.

"aspetta, sappi che cambierò hotel, non voglio vedere ancora questa pazza, quindi ti manderò un messaggio con l'indirizzo, così potrai venire a prendere le tue cose, okay?" chiede e io, senza neanche voltarmi dico 'si'.

"come, non ti butti ai suoi piedi?" gracchia Marika. mantieni la calma. Ari, respira: inspira, espira, calmati!
"oh ma che peccato, non hai più una bambina da manovrare!" ride acida, facendomi perdere il controllo.

mi volto di scatto e allungo le braccia sopra il bancone. in una frazione di secondo ho in mano il suo cellulare, che era appoggiato sulla scrivania, e lo scaravento sul pavimento dietro di lei.
"ma cosa fai? sei pazza?" urla cercando di prendermi il braccio.
"sei davvero una stupida" dico liberandomi dalla sua presa ed uscendo dall'hotel.

mi guardo intorno e vedo la spiaggia poco distante, così mi avvicino a grandi passi. oltrepasso una bancarella che vende zucchero filato e una band di musicisti di strada e finalmente arrivo al mare. cammino sulla sabbia chiara, avvicinandomi all'acqua.

tolgo le scarpe e ci infilo dentro i calzetti, tenendole nella mano destra, mentre nella sinistra stringo forte il cellulare e le cuffie. le uniche cose che mi rimangono.

mi osservo intorno e noto poche persone, chissà come mai, forse sono tutti a cenare, visto l'orario.
l'acqua cristallina mi sfiora i piedi, facendomi rabbrividire. è una sensazione bellissima.

cammino a lungo per la spiaggia, immergendo di tanto in tanto i piedi nudi nell'oceano fresco. vorrei davvero chiamare mia mamma per parlarle e sfogarmi, ma non posso: a quest'ora in Italia è notte.

perché mi sono fidanzata con Michele? insomma, dal primo giorno abbiamo solo litigato e per i primi mesi non siamo andati molto d'accordo. io ho sempre voluto continuare e non gli ho mai fatto un torto. è sempre stato lui a ferirmi ed io a perdonarlo. che sia il caso di mettere fine a tutto?

ho sempre vissuto temendo che lui potesse fare un altro passo falso, stare con lui era sempre un po' un rischio. tutti che mi dicevano che ero diventata debole. eppure io ho sempre reagito allo stesso modo. insomma, non penso di essere diventata una ragazza dolce a stare con lui.

sicuramente sono diventata più stupida, sempre a stargli dietro come un cagnolino. sempre a perdonarlo e a dimenticare il male. prima o poi le persone si stufano però. questo potrebbe essere il mio momento.

una mano gelida e bagnata si posa sulla mia spalla, facendomi rabbrividire e strappandomi ai miei pensieri. mi giro di scatto, intimidita dal pensiero che potrebbe essere Michele.

davanti ai miei occhi trovo una sorpresa non poco scioccante. Sofia. qui? in California? a Los Angeles?
la osservo e posso vedere la gioia nei suoi occhi. la carnagione è molto più abbronzata, i capelli anche, sono quasi biondo platino e sono perfettamente lisci. è struccata e vestita con un semplice vestito rosa che le calza a pennello. è stupenda. sembra un'altra persona.

"Sofia" dico, come a cercare di capacitarmi che è veramente lei e non un'allucinazione.
lei sorride e mi abbraccia, confermandomi che è una persona reale.

"che fai qui?!" chiediamo nello stesso momento e scoppiamo a ridere.
"volevo scappare un po' da un mondo che mi aveva stufata. sai, ho ricevuto una strana lettera che diceva che tutti voi mi avevate tradita e sul momento mi sono sentita male e sono finita in ospedale. in qualunque caso io e Lorenzo abbiamo litigato. indagando a fondo mi sono resa conto che non era una lettera vostra e ne ho parlato con i miei genitori, pregandoli di permettermi una vacanza qui. loro hanno accettato e io sono uscita dall'ospedale senza dire niente a nessuno, e sono volata fino a qui." racconta, mentre riprendiamo a camminare l'una a fianco dell'altra.

"e tu?" chiede e sorride.
"Michele mi aveva portata qui per regalo, in previsione della mia maturità e di tutto un casino, per rilassarmi. oggi invece ho scoperto alcune cose" le racconto con calma della storia di Marika e mi sfogo con lei.
"e se fosse giunto il momento di lasciarlo?" chiede la bionda alla fine del racconto, stringendomi la mano e guardandomi con i suoi occhioni blu.

è davvero arrivato il momento di chiudere con lui per sempre?

Show me love || Michele BraviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora