30.shoot me honey

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il telefono squilla sul piccolo mobile che si trova appena dopo la porta d'ingresso. ripongo sul pavimento scuro gli scatoloni che stavo spostando e mi avvicino per controllare chi è che mi chiama a quest'ora. 'mamma Virgi' compare sullo schermo, facendomi incuriosire.

"buongiorno" saluto, felice di sentire la mamma della mia migliore amica. la conosco dalle elementari e sua mamma è sempre stata come una zia per me, mi ha accompagnata per tanto tempo in molte situazioni belle, molte difficili ed alcune tristi. è un po' una seconda mamma per me.

"Ariana, sei la prima amica della mia piccolina a cui lo dico, ma...ecco, Virginia, era partita per le vacanze con il suo nuovo fidanzato,
conosci no Matteo?" il fiato mi muore in gola
"cosa?"
"lei, si, insomma, è...passata a miglior vita" la sua voce si interrompe, lasciando spazio a un silenzio, colmato poi da dei singhiozzi strozzati.

il cellulare mi cade dalla mano. tutto intorno a me sembra diventare nero e buio, mentre le gambe mi cedono e io cado per terra, senza capire più nulla.

apro gli occhi e realizzo che sono sul pavimento, sento una fitta al fianco quando cerco di alzarmi. devo essermi fatta male cadendo.

raccolgo il cellulare che si trova accanto a me e controllo lo schermo, sperando che non si sia rotto, per fortuna non ha nulla di strano. ci sono però tre chiamate perse, due da mia mamma, una dalla madre di Virginia.

mi accascio sul divano, massaggiandomi il fianco dolorante, poi scrivo un messaggio ad entrambe le mittenti delle chiamate perse, per rilassarle. metto poi il cellulare in modalità aereo, senza pensarci due volte.

un rumore mi distare, qualcuno suona alla porta. mi alzo con poca grazia e premo il pulsante per aprire il portone ed apro la porta dell'appartamento, tornando sul divano. attendo che qualcuno si faccia avanti.

la porta si apre e Sofia entra nel piccolo appartamento e si richiude la porta alle spalle.
"ciao Ariana" saluta e si fa spazio tra gli scatoloni sparsi ovunque, per arrivare vicino a me ed abbracciarmi. non ricambio. non ho nulla contro di lei, ma non sono dell'umore più adatto.
"ti devo raccontare un sacco di cose!!" esulta e sorride a 32 denti, iniziando il suo racconto su come Lorenzo sia arrivato a Los Angeles.

la fermo dopo pochi minuti, in cui non riesco davvero ad ascoltare le sue parole con attenzione.
"Sofia, scusami ma non sono dell'umore adatto, possiamo parlare un'altra volta?" cerco di sorridere, ma il suo viso cambia espressione in meno di un secondo.
"senti, sei un'egoista! è da un po' che te lo volevo dire, ma mi hai proprio stufata! insomma Ariana, ogni volta che tu stai male, tutti devono accorrere, anche se sono felici, ma se qualcuno è felice e ti vuole parlare, no! se invece sei tu quella allegra, tutti devono mettersi una maschera solo per farti piacere! non te l'ho mai detto, ma da quando ti sei unita alla nostra compagnia, tutti sembrano starti sempre dietro. Ari di qua, Ari di là, cazzo, hai 18 anni, ce la puoi fare a cavartela da sola o no?!"

la bionda alza gradualmente il tono di voce, fino ad arrivare a urlare in quella che è casa mia. mi avvicino alla porta e la spalanco. "vattene" è l'unica parola che pronuncio, con gli occhi puntati sul pavimento, mentre la rabbia ed il dolore si scontrano dentro di me.
"tanto lo sai che è vero, e dovresti ringraziarmi, sono l'unica vera amica che ti dice le cose come stanno." sono le ultime parole che mi rivolge, per poi andarsene.

sbatto la porta con tutta la forza che ho, sperando di scaricare un po' di emozioni. bene, c'è qualcun altro che vuole venire a portarsi via un pezzo della mia vita oppure abbiamo finito?

le lacrime iniziano a rigare le mie guance, sono incapace di fermarle, così decido di sedermi sul pavimento scuro e appoggiare la schiena al muro, singhiozzando ancora più forte.
il campanello suona, ma io lo ignoro. suona ancora, ma io non mi muovo. suona un'altra volta, ma io non accenno a fermarmi, resto inchiodata al legno.

alla quinta volta che qualcuno suona, mi alzo svogliata e afferro la cornetta del citofono. "chi è?" cerco di balbettare, ma la mia voce è rotta dai singhiozzi. "you're remedy " la voce, anche se sfalsata attraverso il citofono, arriva chiara nella mie mente, convincendomi a premere il piccolo pulsante grigio, che fa scattare l'apertura del portone.

dopo pochi secondi, davanti a me si trova Michele, che mi guarda per un tempo che mi sembra infinito. si avvicina e allarga le braccia, io faccio lo stesso e mi stringo a lui. le mie braccia lo tengono saldo a me, come se avessero paura che lui possa fuggire. mi fa quasi male dalla forza che usa per tenermi ferma, ma non m'importa.

"sono qui" accarezza i miei capelli che ricadono spettinati sulle spalle. singhiozzo sempre di meno, cercando di placare le lacrime che mi bagnano il viso, riversandosi sulla maglietta di Michele. "sono con te" cerca ancora di risollevarmi il morale, ma non ci riesce. non c'è nulla in questo momento che possa aiutarmi. tutto quello a cui tenevo, sembra essere andato perso, come una foglia nel vento, volato via.

sento un grande nodo allo stomaco e l'aria che mi manca in gola. tutto dentro di me sembra ridursi a dei deboli singhiozzi che escono dalle mie labbra, faticando a fermarsi.
nella mia mente tornano immagini di lui ed Alice all'aeroporto e mi distacco dal suo abbraccio.

"noi dobbiamo parlare" faccio una pausa e raccolgo dei fazzoletti da uno scatolone accanto a me. asciugo le lacrime e soffio il naso, cercando di respirare regolarmente. "ma non ora,
la mia migliore amica dalle elementari se n'è andata, non posso pensare a te"
"capisco, se hai bisogno di me chiamami. ci incontriamo quando te la senti?"

"Michele" sospiro "quando sarò pronta ti chiamerò e parleremo di quanto è successo a Los Angeles, con Marika e con Alice, ora vai" si gira e cammina verso la porta, la apre e varca la soglia. si volta per salutarmi con una mano e la richiude dietro di se.

nota autrice:
hey!
cosa ne pensate del nuovo capitolo? secondo voi come continuerà? fatemelo sapere con un commento ed una stellina!
un bacio
Cate xx

Show me love || Michele BraviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora