12.but i can't say goodbye

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ALICE

Apro la porta, convinta di trovare il viso sorridente della mi amica Ari. Non sono davvero in vena di vederla, ma non voglio deluderla, se ha bisogno di me, io ci voglio essere, sempre. Osservo la scena che si presenta davanti amo, quando mi affaccio nel giro scale.

Federico, o meglio, lo stronzo, sta cercando di tenere ferma Ariana per un braccio e lei si dimetta, cerco di non farmi notare e ascolto quello che stanno dicendo, pronta ad intervenire nel momento del bisogno. Se solo quello stronzo si azzarda a toccarla giuro che gli taglio le mani.

"Smettila Federico, è passato tanto tempo ed io ti ho lascito quando ho saputo di quella certa Alice per me" il mio cuore smette di batter per un secondo, tutto continua, il mondo va avanti, ma il mio si ferma. Rimango immobile sul posto e mi appoggio una mano sulla bocca per non gridare.

Vorrei sputare fuori tutto il mio dolore e la mia rabbia, ma no riesco neanche a parlare,a muovermi o a respira regolarmente. Sono bloccata sulla porta, senza più ascoltare i due stronzi fuori. Lei, Ariana, la mia migliore amica è la ragazza che ha causato il maggior dolore nella mia vita. Non ci voglio credere.

"Alice" sento la sua voce che grida, ma non riesco a vederla. Pian piano la vista mi si oscura e tutto quello che c'è davanti ed intorno amo diventa nero, mentre mi sento precipitare sempre più in basso, per poi sbattere e affogare nel nero che mi circonda.

MICHELE

Mi rialzo e mi sistemo i jeans, impolverati dai marciapiedi sporchi di Milano. Faccio un grosso respiro e mi appoggio al muro verde di una casa, quando i cellulare inizia a vibrarmi come impazzito nelle tasche. Osservo il mandante della chiamata ed il cuore mi piomba nello stomaco: 'Ari' 6 chiamate perse.

la richiamo subito, torturandomi le mani dall'esasperazione. Cosa le sarà successo? E se qualcuno le avesse fatto del male mentre io ero qui con Lea non al suo fianco? Non me lo potrei perdonare.

"Pronto" la sua voce è debole e rotta dai singhiozzi, come tante piccole lame che mi si conficcano nel cuore... "Piccola dove sei? TI serve aiuto? Corro subito lì!" dico con fare esasperato, aspettando la risposta "Michele son in ospedale" per un secondo tutto intorno a me si blocca. In ospedale? Temo di svenire "COSA?!" dico probabilmente a voce troppo alta, visto che i passanti si voltano guardarmi, ma la cosa non mi interessa affatto. Voglio solo sapere come sta Ariana.

"Si,ero a casa di Alice, sonosuccesse alcune cose e lei è svenuta, l'abbiamo portata in ospedale e ora sono qui ad aspettare il medico, ti prego vieni, ho bisogno di aiuto" mi prega ed io tiro un sospiro di sollievo, non è successo nulla di grave, ma allo stesso tempo mi preoccupo. Come starà Alice?

"Senti, cerco di arrivare il prima possibile. Stai calma, bevi un po' d'acqua e mangia qualcosa, poi richiamami. Ah, e ti prego, non piangere amore" dico per poi mettere giù e correre alla macchina, che dista pochi metri. Salto dentro e parto a velocità sostenuta, forse troppo, verso l'ospedale indicatomi da Ari.

ARIANA

L'infermiere, nella sua impeccabile uniforme bianca si avvicina con cautela e si siede accanto a me, che ho seguito i consigli di Michele e sono riuscita a calmarmi un pochino. Salto subito sull'attenti e lo osservo. "Allora??" chiedo impaziente, cercando di non perdere il controllo davanti a lui.

"Signorina, la signorina Venturi non è in pericolo" tiro un sospiro di sollievo "ma dovrà restare qui una notte, era molto debole ed affaticata e uno schok l'ha fatta svenire. Per ora è sveglia, ma non completamente cosciente ed è meglio lasciarla tranquilla. Posso chiedere quali sono le cause che l'hanno fatta svenire?" distolgo lo sguardo, mi sento davvero in colpa, e faccio bene.

"Lei ha scoperto che il suo ex ragazzo, l'aveva lasciata per la sua attuale migliore amica. Io" ammetto e lui annuisce. E' un ragazzo sulla trentina e sembra comprensivo. "Allora ami scusi, ma le consiglierei di non visitarla per ora, c'è il rischio che perda ancora i sensi, e sarebbe meglio evitarlo." un leggero dolore che parte dal cuore si espande per tutto il petto.

"Certo, le prometto che non le farò visita per oggi, ma appena sarà possibile la prego, mi avvisi, oppure dica alla signorina Venturi che mi dispiace davvero tanto che ora sono cambiata. Mi scusi, ma ora vado a prender un po' d'aria, ne ho bisogno."

"non si preoccupi signorina, vedrà che si sistemerà tutto! Ah, e mi chiami pure Francesco" dice sorridente, per poi indicarmi l'uscita e scomparire nella stanza numero 234, quella di Alice.

MICHELE

Arrivo all'ospedale e appena fuori dalla porta trovo Ariana. E' seduta sul muretto e si tortura le mani mentre ascolta musica, sicuramente deprimente e piange. Mi avvicino e le cingo le spalle con un braccio, asciugando con la mano libera le lacrime.

"Hanno detto che starà bene, ma che non posso vederla, dato che è colpa mia se è ridotta così" dice singhiozza ancora più forte. "Shhh" dico soltanto. La aiuto ad alzarsi e la accompagno alla macchina, dove mi racconta tutto l'accaduto. Arrivo a casa sua e mi volto per avvertirla, notando che sta dormendo.

E' così carina quando dorme, sembra innocente e tanto fragile.

Cambio strada e la porto a casa mia, lasciano un bigliettino sulla sua porta di casa per i suoi genitori.

ALICE

Apro gli occhi e vedo il buio intorno a me, scorgo solo una piccola fessura di luce che proviene dalla porta della camera. Ma dove sono? Ricordo solo Federico e Ariana, poi lei che piangeva, il resto non mi ricordo assolutamente nulla. La fessura si ingrandisce sempre di più ed una figura entra nella piccola camera, facendomi spaventare.

Sono sul punto di mettermi a gridare, quando riconosco gli occhi verde smeraldo del mio più fidato amico Michele e subito mi rilasso.

"Michele, dov'è Ariana? Sta bene?" è la prima cosa che mi passa per la testa. Nonostante sia delusa dal suo comportamento, so che ora è cambiata, ho visto negli ultimi due anni il suo cambiamento. "tranquilla, è a casa mia che dorme. Era davvero preoccupata che tu fossi arrabbiata con lei" dice e si siede sulla fine del letto, cercando di occupare meno spazio possibile.

"Non potrei mai per una cosa del genere. E' passato ormai. Le hanno vietato di venire?"

"si, l'infermiere" dice e guardandoci negli occhi scoppiamo a ridere, senza un reale motivo.

"ti voglio bene Alice" dice dopo alcuni minuti di silenzio il moro.

"Anche io Michele" dico e sorrido

Show me love || Michele BraviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora