Little things
Dicembre 2017, Londra.
La storia che vi voglio raccontare oggi parte proprio nel periodo più bello dell'anno e forse anche il più indaffarato.
Alice è una ragazza Italiana di diciotto anni che vive a Londra da soli quattro mesi.
Fisicamente è molto carina, non uno schianto ma la sua forma fisica sta nella normalità.
E' abbastanza alta, capelli castani e occhi grandissimi marroni. Apparentemente può apparire come una ragazza normale come tante altre ma caratterialmente è fenomenale.
Riesce a sorprendere chiunque. Originaria di Verona, all'età di diciassette anni capì che era meglio cambiare stile di vita, così appena presa la patente e ottenuto un diploma all'alberghiero, si trasferì a Londra nell'estate del 2017. Trova lavoro come cameriera in un pub a Camden Town, dove lavora dal giovedì alla domenica in una maniera a dir poco anormale, arriva a lavorare anche 16 ore il sabato. Ma lo stipendio è abbastanza alto e riesce a mantenersi bene a Londra, si paga le lezioni per imparare meglio l'Inglese.
Alice divide il suo appartamento di cinque camere, abbastanza spazioso, con una ragazza Greca, di nome Athina e un gatto Persiano di nome Jimmy a cui sono molto affezzionate.
Quel Natale però, dopo quattro mesi che non torna a casa, Alice decide di ritornare a Verona chiedendo al suo capo una settimana di ferie, ma lui gliene concede due. Athina invece passerà il Natale in Grecia, ad Atene, con la sua famiglia.
Per quanto riguarda il loro gatto, Jimmy, rimane con George, il ragazzo di Athina.POV'S ALICE
Io e Athina eravamo sul taxi che ci avrebbe portato all'aeroporto di Heathrow ma all'improvviso mi sorse un dubbio.
- Hai portato il gatto da George vero? - domandai in ansia ad Athina, che era così tranquilla a differenza mia.
- Si Alix - così mi chiamava lei a volte - Ieri sera gliel'ho portato e te l'avrò ripetuto venti volte. - ribattè guardandomi esausta.
Ogni volta che avevo una partenza importante come quella del periodo Natalizio diventavo agitata a livelli inauditi.
- Ma ho preso il caricabatterie del cellulare? - chiesi allarmata.
- Oh santo cielo! - Athina sbuffò - Si che l'hai preso, nel caso hai pure quello portatile, basta fare la paranoica. -
- Si hai ragione, ma sai come sono. -
- Eccome se lo so, però stai calma, fra due settimane torni. Dai. -
- Si sono solo due settimane. Cosa vuoi che siano? -
Il taxi si fermò proprio davanti alle partenze. - Cinquanta sterline ragazze - ci disse il taxista scaricandoci poi le valige.
Athina mi guardò ed esclamò ad alta voce: - Gamòto, eìste akrivò thisavrò! - ovvero letteralmente tradotto "Porca puttana, sei caro tesoro! '' .
E io le risposi - Tha pliròso ìsycho - ovvero "Pago io tranquilla"
Ma poi ci dividemmo la spesa del taxi.
Alcune volte capitava che io e lei parlassimo in Greco in casa e anche in Italiano. Nonostante ci conoscessimo da soli quattro mesi avevamo studiato abbastanza l'una la lingua dell'altra e comunicavamo in tre lingue: inglese, greco e italiano.
Athina era diventata importante, dovevo ancora conoscerla a fondo, ma ero sicura che sarebbe diventata fondamentale nella mia vita.
Entrammo in aeroporto e dopo aver fatto il check-in ci salutammo.
- Allora paranoica, fai la brava in Italia e dì ai tuoi che per Pasqua li vengo a conoscere ok? - esclamò con un sorriso raggiante.
- Va bene donna. Lo stesso dì ai tuoi. Apolàfste ti vòlta - ''fai buon viaggio'' esclamai
- You too babe! - mi abbracciò e si diresse verso il gate numero V 167 diretto ad Atene.
Io fissai la mia carta d'imbarco e dopo aver passato i controlli e imbarcato la valigia controllai il tabellone delle partenze, avevo prenotato il volo per Milano Malpensa perché costava un pò meno rispetto a Bologna. Però sul tabellone il mio volo non c'era. Era il volo T 4235 delle 17.45 ed erano le 16.45, doveva essere già scritto sul tabellone, ma non c'era.
Così domandai all'info-box e mi dissero di andare a quello precedente per Milano, e da lì a poco avrebbero aperto il gate.Mi incamminai a passo spedito, trovando il gate del volo precedente al mio, sempre per Milano Malpensa.
I passeggeri di quel volo erano già stati imbarcati e in poco tempo sarebbe dovuta comparire la scritta del mio volo.
Ma, magicamente, dopo dieci minuti al posto di Milano Malpensa lessi Paris Charles-De Gaulle 17.45.
Allarmata e preoccupata mi girai notando un ragazzo con un cappellino e gli occhiali da sole, ma in un primo momento non ci feci caso, ero agitata e non mi domandai perché portasse gli occhiali e cappello in pieno dicembre.
- Excuse-me, could you tell me where is the flight to Milan Malpensa of 17:45? - mi accorsi di aver detto la frase in un inglese troppo spedito, il ragazzo mi guardò abbastanza strano.
Così porsi nuovamente la domanda.
- Ben - esclamò in direzione di un'altro ragazzo che stava seduto sulle sedie ad aspettare.
- Io non ho capito niente, tu che sei madrelingua.. vieni! -
Io iniziai a ridere. - Perché questa ride adesso? - domandò il ragazzo a cui avevo fatto la domanda all'amico.
- Perché sono Italiana e ti capisco hahah - esclamai ridendo tantissimo.
- Fede, neanche due parole in Inglese sai dire? Che figure .. - esclamò l'altro ragazzo che da seduto si alzò in piedi e venne nella mia direzione.
- No tranquillo, mi ha fatto ridere, ho parlato velocemente.. colpa mia! - esclamai, anche se in realtà avevo parlato l'inglese che utilizzavo per comunicare tutti i giorni.
- Scusami davvero - disse, quello che doveva chiamarsi Fede.
- Avevi bisogno comunque? - mi domandò l'altro
- Ehm si, non so dove sia il Gate per Milano Malpensa.. -
- Anche noi siamo sul tuo stesso volo.. il gate è quello - me lo indicarono ed era il successivo.
Che stupida che sei Alice, pensai. - Ecco questa è una figura di merda, non la vostra. Ce l'avevo davanti, scusatemi. -
- No quella di Fede è stata peggio, davvero. Non puoi capire il mio imbarazzo nel vedere il mio collega che dice certe cose. -
- Ma aspettate. Colleghi? Ben, Fede. Non sarete Benji&Fede? - li fissai un secondo, erano proprio loro - Ecco, questa è la mia seconda figura di merda ne sto facendo troppe, santo cielo! -
Doppia figura di merda Alice, vai così, pensai fra me e me.
- No guarda, ci fa piacere che non ci hai riconosciuti. Di solito ci riconoscono subito tutti. - esclamò Fede
- Eh bhe, siete parecchio famosi. Scusatemi sarete stanchi, tolgo il disturbo mi ha fatto piacere fare figure di merda davanti a voi, davvero. -
- Ma scherzi? Ci piace parlare, ci fa piacere conoscere gente nuova. Non disturbi, tanto abbiamo tempo. -
- Sicuri? Non è che ci sono vostre fan in giro che poi mi aggrediscono se parlo con voi vero? -
- Mah, tutto è possibile - mi guardò Benjamin.
- Oddio che bella cosa, beh piacere allora - strinsi la mano ad entrambi - Alice-
- Federico -
- Benjamin -
- Che ci fate qui a Londra? - abbozzai una possibile conversazione con due pop-star.
- Ci siamo presi cinque giorni di vacanza prima delle vacanze, adesso per Natale stiamo in famiglia e poi dal 29 al 31 abbiamo le prove per il concerto di Capodanno e dobbiamo lavorare parecchio - esclamò deciso Benji.
- Oh seriamente? Sarete in tv? - domandai curiosa
- Si - rispose Fede
- Bhe allora vi guardo perché oltre ''Amore vieni con me, scappiamo a New York'' di vostre canzoni non ne ho sentite. Adesso che vi ho incontrati devo diventare fan. -
Si misero a ridere, erano due gran bei ragazzi e molto simpatici.
In quel momento però non capivo bene perché stessero parlando con una come me. Era strana la cosa.
Io facevo domande a loro e loro a me. Uno scambio di conversazioni e parole. Non mi era mai successo.
- Senti, se non ti dispiace vorrei mantenere i contatti. Sei simpatica, Alice. - esclamò Benjamin guardandomi.
A quella frase rimasi un pò sorpresa. Non me l'aspettavo per niente. Voleva mantenere i contatti?
- Hey hey hey Benjamin ci sta provando - sentii Fede dietro a Benjamin, mentre prendeva la valigia, pronunciare quel hey hey hey.
- Non ci sto provando, vorrei solo averti come amica, se non ti dispiace. Altrimenti nulla. - disse Benjamin con l'innocenza di un bambino di quattro anni.
- Si va bene, anche a me state simpatici. Vi do il mio numero anche se so che non mi chiamerete o contatterete mai. -
- Chi ti dice questo? - mi chiese Benjamin guardandomi male.
- Il mio intuito, ma potrei sbagliarmi -
- Esattamente! - mi rispose immediatamente.
- Benjamin basta flirtare.- disse Fede
Benjamin mi passò il suo iPhone e aggiunsi il mio numero nei contatti salvandomi semplicemente come Alice.
- Ci conto eh. -
Lui mi sorrise, togliendosi gli occhiali da sole. Come se volesse mostrarmi i suoi occhi azzurrissimi.Poco dopo, all'imbarco io ero davanti a loro e con Fede stavo parlando di tatuaggi, argomento per me abbastanza sconosciuto.
- Ma aspetta, io dico alla hostess di farci cambiare i posti, avevo iniziato una conversazione accesa con Alice sui tatuaggi - esclamò Fede parlando con Benjamin.
- Poi sono io quello che flirta - esclamò Ben
Io risi, erano due scemi.In aereo si fecero spostare ed io ero in mezzo a loro due. Per due ore parlammo di tatuaggi e mi spiegarono che significato avevano per loro. Ed era curiosa la cosa, di solito dei tatuaggi delle altre persone non me ne fregava nulla, ma alcuni che avevano loro erano proprio belli e particolari. Mi piacevano.
- Dopo aver parlato per due ore di tatoo ragazzi vi devo dire una cosa. Non ho mai avuto coraggio di farmi un tatuaggio perché ho la fobia degli aghi. Non ridete - esclamai
Benjamin iniziò a ridere e Fede di seguito.
- Ma dai, scherzi? - mi domandò Fede
Io negai col capo seriamente. - Ti faremo cambiare idea sugli aghi vedrai -
Io sorrisi, pensando che molto probabilmente non li avrei mai più rivisti.
Non ero mai stata una tipa che si illudeva, ero molto realista in tutto, perciò sapendo la popolarità che avavano era impensabile che potesse nascere un'amicizia fra me e loro. Ma ero felice, perché ero stata bene con loro.
Mi avevano trattata bene, era da anni che non ridevo così con qualcuno, quindi mi sentivo bene.Scesi dall'aereo e andai a ritirare la mia valigia. Loro mi salutarono abbracciandomi abbastanza distaccatamente però.
Mi piaceva mantenere una certa distanza con le persone sconosciute.
- Grazie Alice per averci fatto compagnia. Flirta poco con Benji mi raccomando! - mi disse Fede stringendomi la mano sorridente.
- Ah tranquillo, non credo succederà -
- Conto sul fatto che tu risponda ai miei messaggi o alle mie chiamate eh! - mi disse Ben guardandomi.
- Ehm, se ce ne saranno da parte tua e ne dubito fortemente perché avrai altro da fare, si certo risponderò! - sorrisi
Li lasciai uscire dall'aeroporto ed io aspettai i miei genitori insieme al mio migliore amico Mattia.
Mattia lo conoscevo da quando ero nata e fra noi c'era sempre e solo stata amicizia. Avevo un bel rapporto con lui anche se non ci vedavamo più spesso.
Avevo deciso di non parlargli di Benjamin e Fede. Del fatto che li avevo incontrati e conosciuti. Preferivo tenermi la cosa per me.
Spazio autrice:
Grazie a tutti per aver letto questo primo capitolo.
So che c'è tanta roba e nella prima parte Benji&Fede non sono presenti, ma portate pazienza. Siamo solo all'inizio.
Grazie a chi commenterà. Dervla.
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Little things
Teen FictionUn incontro casuale potrà cambiare la vita di Alice? Ma che cosa potrebbe accadere nella vita di un cantante famoso e una ragazza normale? Che cosa sconvolgerà tutto? Venite a scoprirlo all'interno. Buona lettura.