Little things

6. Goodbye

Little things
Gennaio 2018, Modena.

POV'S BENJAMIN

- Papà, quando se ne va zio Howard? Oggi è il 23 di gennaio, non doveva partire almeno 10 giorni fa? - domandai a mio padre, una domenica mattina, stanco di sentire mio zio Howard pregare alle cinque del mattino. Era diventato Buddhista quindi pregava a ogni ora del giorno partendo dalle cinque.
- Cosa vuoi che ti dica? Chiedi a mamma, mi sa che rimanga qualche altro giorno, ce lo dobbiamo sorbire bene -
- Menomale che poi per altri due anni non lo vediamo -
- Hey non parlare male di tuo zio! - entrò mia mamma in cucina, e con la cesta dei vestiti da asciugare in mano, mi guardò male.
- Che palle mà. Lo senti mentre prega alle cinque? E' insopportabile. -
- Sopportalo e basta, smettila di lagnare sempre, hai 25 anni in giugno, su -

Dopo Capodanno avevo deciso di tornare a casa per passare un po' di tempo con i miei dato che li vedevo pochissimo, ma con mio zio era una rottura di scatole infinita, quindi giurai di non ritornare più a casa dopo le feste di Natale se c'erano parenti in giro.
Con Alice, dopo Capodanno ci ero uscito un pò di volte, forse un pò tante volte, ma entrambi volevamo uscire insieme prima della sua partenza quindi ne approfittammo.
Il 2 gennaio passammo una serata tranquilla in un pub fuori Verona, ci aveva pensato lei. Per non farsi vedere da nessuno aveva riservato una piccola camera con un tavolo. Quando vidi che avevamo una camera intera per due pensai di tutto, la mia mente viaggiò oltre i confini, ma poi mi controllai. Quella serata fu tranquillissima, parlammo moltissimo per più di tre ore. Alice aveva il potere di calmarmi, emanava una tranquillità assurda che nessun'altra persona riusciva a darmi.

Il 3 gennaio invece la portai dal Giapponese a Modena e anche lì era stato un semi-parto. Era ossessionata dal fatto che qualche mia fan ci potesse vedere in giro, insieme.
- Tu dici bene ma non sai quanto potrebbero accanirsi contro di me, con tutto il rispetto che ho per loro eh, ma non è facile -
Me lo aveva detto dopo aver cenato insieme, di certo non la biasimavo e mi faceva innervosire parecchio il fatto che non potessi uscire con lei liberamente come tutte le persone normali. Era un pò vincolante.

Il 4 gennaio ci incontrammo dopo pranzo per cantare qualche canzone dei Nirvana, al solito posto, nel parco della prima volta.
- Te l'ho detto che non ho la patente vero? - le domandai, a caso.
- Cosa? No che non me l'hai detto -
- Beh, non ce l'ho ancora -
Sorrise, mi piaceva quando mi sorrideva, in qualche modo mi faceva capire che con me era serena.
- Dato che in giugno fai i 25 direi che è ora di prenderla no? -
- Ehm, ci penserò -

In quel momento, quando eravamo in auto, le squillò il cellulare. Sul display dell'auto comparve il nome di: Athina.
- Oh scusa un secondo Ben - esclamò e rispose alla chiamata che fu più o meno così.

- Alice, ma love. How are ya? - ''Alice, tesoro mio. Come stai?''
- Fine fine babe, ya? - ''Bene bene, tu?''
- Entàxei, pàra poly. Akoùs òtan tha pàte sto Londìno? Eìmai ìdi pìso. - ''Tutto a posto anche io. Senti quando parti per Londra? Io sono già tornata. ''
Dall'altra parte del telefono la voce cambiò lingua ed io rimasi abbastanza impressionato. Alice la capiva e le rispose.
- Archìzo stis 6 Ianouarìou, tha prèpei na eìnai sto aerodròmio se perìpou 3 to apògevma. Boreìs na mou pàrei? - ''Io parto il 6 gennaio, dovrei essere in aeroporto alle 3 del pomeriggio. Mi vieni a prendere?''
- Egò, tha pàrei me ton George - ''Si, ti vengo a prendere insieme a George''

A me quella conversazione pareva impossibile, non capivo nemmeno una parola, forse era Russo.
Ad un certo punto però tornarono a parlare in Inglese, quindi capii tutto.
- Okay, that's all, I'll be at Heathrow airport for 3:10 pm. - ''Ok, è tutto, sarò all'aeroporto di Heathrow per le 3:10 ''
- Ok, no problem, see ya soon. I miss you - ''Ok, nessun problema, ci vediamo presto. Mi manchi''
- I miss you too, bye - '' Anche tu mi manchi, ciao''
- Bye -