28. Can we stop?

176 27 8
                                    




Little things.
Ottobre 2018, Milano.


POV'S BENJAMIN

Ero andato a trovare Alice un sacco di volte nei mesi di settembre e ottobre. Anche se era stata tutta una corsa contro il tempo, io e Fede il lunedì partivamo per Milano a registrare e stavamo lì fino al giovedì, poi il venerdì e la domenica andavo da Alice.
Inutile dire che, quando tornavo a casa a Modena, non sapevo nemmeno il mio nome da tanta stanchezza.
Non c'era mai un minuto libero, mai un attimo di riposo.
Una domenica pomeriggio di fine ottobre il mio amico Federic mi accompagnò sul Lago di Garda, in clinica da Alice.
- Ehi Ben... perché non vi prendete una pausa? Te l'ho già detto.. ti farebbe bene! - esclamò il mio amico, prima che scendessi dalla sua auto.
- Stiamo registrando il quarto album, non è semplice fermarsi ora Federic ! - risposi, ed era la verità, non ne avevo ancora parlato con Fede ma sicuramente non sarebbe stato capace di fermarsi.
- A che punto siete con l'album? -
- L'abbiamo quasi terminato .. -
Eravamo alla fine, mancavano solo alcuni arrangiamenti a due canzoni e poi avremmo potuto avere una data di lancio sul mercato.
- E allora? Lo pubblicate, fate tutte le date degli instore per incontrare i fan e qualche concerto poi vi fermate qualche mese! Una pausa vi serve, sono quattro anni che girate in lungo e in largo senza sosta. -
Come potevo dare torto a Federic?
Aveva ragione, sia io che Fede avevamo bisogno di una pausa.
L'unica cosa era che, mi dispiaceva per i nostri fan.
Tenevamo moltissimo a loro e qualche mese senza di noi significava, perdere qualcuno di loro. Non sapevo fino a che punto valesse fare una pausa se poi avessimo perso dei fan a causa di essa.
- Hai ragione. Devo parlare con Fede.. - risposi, pensieroso.
Salutai Federic ed entrai in clinica.
Ormai la strada la sapevo a memoria e avevo convinto la psichiatra di Alice a farmi rimanere un pò di più rispetto al previsto, mezz'ora era troppo poco, quindi ora potevo trattenermi con lei anche un ora.
Il corridoio dipinto di arancio che conduceva alla camera di Alice era troppo silenzioso quel giorno.
La porta della camera di Alice era anche aperta.
Sbirciai al suo interno ed era vuota. Lei non c'era.
In un primo momento mi domandai dove fosse ma successivamente il mio sguardo fu rapito da alcuni palloncini rosa attaccati al comodino.
'Good luck Alice' by Athina.
Con una scatola rosa di cioccolatini, segno che Athina era stata lì.
Strano. Pensai. Non sapevo se Athina fosse ritornata in Italia, l'ultima volta che l'avevo vista risaliva a settembre.
Ma quei cioccolatini erano nuovi, glieli aveva portati da poco, perché io non ne sapevo nulla?
- Tu sei il ragazzo di Alice vero? - una voce femminile dietro di me mi fece sobbalzare.
Mi girai.
Era Natalia, l'ex psicologa di Alice.
- Ora non è nelle condizioni per frequentarmi.. lo ero e se lo vorrà lo sarò! - risposi.
Quella psicologa era alta, magra, capelli biondi lunghi, occhi verdi.
Vestita molto bene. Sempre impeccabile. Aveva un aria così distinta.
E, stranamente, era l'unica che mi andasse a genio lì dentro.
- E' fortunata, la vieni sempre a trovare nonostante tu sia molto famoso. Complimenti. -
Sorrisi. Non sapevo se mi stava elogiando per attaccare una conversazione o se lo pensava veramente.
- Ora dov'è? - domandai fissando la giacca della psicologa, rigorosamente blu.
Avevo bisogno di vedere Alice. Quel venerdì ero stato impegnato con Fede in studio di registrazione a Milano e non ero riuscito a venire a casa in tempo, l'avevo vista la domenica precedente e mi mancava da morire.
- Fra poco arriva, oggi aveva un incontro in riva al Lago con tutte le ragazze anoressiche della provincia, un bel modo per relazionarsi con qualcuno che ha il suo stesso problema. -
Oh menomale la portano fuori qualche volta. Pensai fra me e me.
- Che bella cosa, non lo sapevo. -
- Senti ragazzo, voglio essere sincera con te. - la psicologa mi fissò dritta negli occhi - Io, Alice, come paziente non mi sono sentita di curarla, perché era troppo depressa, l'ho affidata ad una psichiatra più competente rispetto a me e pare che stia migliorando. Però nelle ultime due settimane ha perso 1 Kg. Se tu vuoi fare qualcosa per aiutarci sarebbe bellissimo. Vedo che con te si sente a suo agio, si apre molto, è felice. Peccato tu non possa venire qui tutti i giorni -
Fui lusingato nel sentire quelle parole.
Ma anche triste nel sapere che Alice aveva perso un altro Kg senza avermi detto nulla.
- Se è fattibile potrei portarla qualche giorno in vacanza.. le farebbe bene. -
La psicologa mi guardò con aria altezzosa.
Sapevo benissimo che mi avrebbe detto di no, declinando la mia proposta.
- Sento la sua psichiatra, il suo medico di base e il direttore. Prima però deve recuperare qualche Kg, non ha la forza per viaggiare e stare in piedi così tanto -
- Si ha ragione .. che ne dice verso fine novembre, inizi dicembre? Proprio quattro massimo cinque giorni -
La psicologa annuì felicemente.
- Per ora acqua in bocca però, nulla è sicuro - rispose.
Mi fece l'occhiolino e mi salutò dicendomi di stare vicino ad Alice perché ne aveva bisogno.

Little thingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora