5. Happy New Year

264 44 12
                                    




Little Things

Dicembre 2017, Roma.

POV'S BENJAMIN

Mia madre mi chiamò poco prima delle otto e mi passò qualche zio Australiano al telefono, alcuni erano ritornati in Australia, ma altri rimanevano fino al 10 gennaio in Italia, quindi mi toccava sopportarli, semplicemente.
- Mamma, accendete la tv verso le undici, dovremmo suonare per quell'ora - esclamai abbastanza forte perché pareva che dall'altra parte della cornetta stessero facendo già baldoria.
- Okay no problem.. your ucle is excited to see ya play. Now I'm going to cook dinner, we love you Ben! Good luck for tonight e buon anno nuovo a te e a Fede -
- Yea, tell to uncle that I'm exating too play in Rome. Buon anno nuovo a tutti -
La salutai e chiusi la chiamata.
Io e Fede avevamo già cenato e lui come al solito partiva con l'agitazione; quando aveva eventi importanti e doveva andare in tv non capiva più niente ed iniziava l'ansia, il panico più totale. Molte volte lo dovevo trascinare sul palco per farlo cantare, è abbastanza insicuro e non dovrebbe, io sono un po' più sciolto rispetto a lui, almeno credo.

- La chiatarra è accordata? - mi domandò mordendosi le unghie.
- Lo sai che la accordo sempre mezz'ora prima di salire sul palco, l'accorderò verso le dieci, tranquillo -
- Ah davvero? -
- Si Fede, vai a farti un giro, prendi un thè -
- No dopo se bevo devo fare pipì -
- Allora vai a fare un giro per i camerini -
- Ma dopo mi stanco -
- Tu vai, scarica la tensione facendo qualcosa -

In quell'istante pensai ad Alice.
Quella ragazza aveva il potere di controllare la mia mente, perché la pensavo nei momenti più assurdi.
Le avevo inviato diverse foto su WhatsApp il giorno prima, del palco, della mia chiatarra, di Fede in posizioni anormali e lei mi aveva inviato delle registrazioni dove rideva tantissimo, soprattutto per le foto di Fede, riuscivo sempre a fargli tremila foto a tradimento.
Decisi di chiamarla, mi stavo annoiando e volevo sentire cosa stava facendo.

- Alice, disturbo? -
- No assolutamente, mi stavo annoiando -
Mi aveva detto che il 31 sarebbe andata in montagna, vicino a Bolzano, con la sua compagnia e mi aveva inviato qualche foto dell'hotel in cui era. Io amavo gli hotel, glielo avevo detto, soprattutto quelli che fornivano accappatoi bianchi, erano il paradiso.
- Come va a Bolzano? -
- Bene dai, anche se fa freddissimo, se cantate prima della mezzanotte è meglio, così vedo i fuochi .. altrimenti mi tocca stare in camera a guardarti -
- Sisi cantiamo verso le undici, puoi vedere tutti i fuochi d'artificio del mondo -
- Perfetto, ma come mai questa chiamata? -
- Volevo sentirti -
Molto probabilmente diventai rosso come un pomodoro perché Fede, che stava camminando a caso per sfogare l'ansia, si fermò, fissandomi.
- Oh che carino Penji! Mi fa piacere, appena torno da Bolzano ci vediamo, voglio cantare ancora con te. Sai, non ti ho detto, l'altro giorno dopo aver cantato con te mi faceva malissimo la gola?! -
Sorrisi - No davvero? Dobbiamo andarci piano col canto allora, perdi la voce altrimenti hahah -
La sentii ridere appena.
Mi immaginai i suoi occhi enormi marroni in quel momento, che mi guardavano, anche se davanti a me avevo Fede in realtà.
- Si è meglio, ma voglio cantare ancora però. Tu quando torni da Roma? -
- Torniamo domani pomeriggio -
- Perfetto anche io, il 2 ci possiamo vedere se non hai programmi -
- No, sono in ferie quindi direi che può andare. Questa volta usciamo di sera okay? -
- Sempre se non sono troppo piccola per uscire alla sera -
- No, non lo sei - risposi sicuro.
- Bene, senti Ben in bocca al lupo per questo concerto, anche a Fede eh! Dopo ti faccio gli auguri, che questo 2018 inizi col botto. -
- Grazie crepi il lupo, si ma direi che è già iniziato col botto -

Lei probabilemente non capì, ma per me era iniziato col botto perché la stavo conoscendo ed ero felice. Quindi era già un ottimo inizio.

La salutai e cliccai sul tasto rosso per spegnere la chiamata.
Pensai a quanto doveva essere carina quella sera, mi aveva detto che aveva un vestito nero da indossare.
Avrei voluto vederla, volevo una sua foto con quel vestito perché ero sicuro che stava benissimo ma, non volevo chiedergliela, avevo una paura immensa di chiedergli una foto, non avevo abbastanza confidenza e poi non volevo pensasse male.
- No io e te dobbiamo parlare, vieni - mi disse Fede abbastanza deciso.
- Che c'è? -
Mi tirò per una manica della giacca e mi portò nel nostro camerino.
Certe volte, quando aveva quegli scatti poco normali, mi faceva paura, ma ci ero abituato.
- Chi è? - mi strillò quasi.
- Cosa? -
- Dai Benji chi è? -
- Ma chi? -
- La ragazza con cui ti senti -
- Non mi sento con nessuna -
- Non dire cagate dai -
- Fede ascolta, se ci fosse qualcosa con qualcuna te lo direi no? -
- No -
- Invece si -
- Benjamin te lo si legge negli occhi, sei cotto. Tu non ti vedi forse. -
- Per ora siamo solo amici e non c'è nulla fidati, non voglio si sappia in giro -
- Tranquillo, la conosco almeno? -
La nostra conversazione fu interrotta da due ragazze che entrarono, avevano due valigette quindi capii che erano le truccatrici. Tirai un sospiro di sollievo, quella conversazione non era delle migliori.
- Ragazzi dobbiamo truccarvi, poi potrete accordare gli strumenti, ci hanno detto così -
Fede annuì e iniziarono a truccarci lievemente.

Little thingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora