Los Angeles, 15 maggio 2010
« Can you hear me? Don't come near meYou'll just get in my way, I'm only humanAnd there's nothing you can say »
Santa Christine da Los Angeles, ecco come chiamerò questa ragazza!Stamattina alle 10 è apparsa a casa mia, con tanto di cupcake di compleanno ed una piccola candelina.É stata la sorpresa di compleanno più bella che io possa ricordare da anni! Inutile dire che quando ho aperto la porta e l'ho vista, sorridente ed emozionata, sono scoppiata a piangere. Dall'emozione, s'intende!Mi ha abbracciata così forte che credevo mi avrebbe spezzata eppure, erano anni che qualcuno non mi stringeva in quel modo trasmettendomi affetto. In momenti come quello, mi chiedo come sarebbe un abbraccio di Bart. Mi chiedo anche se dovrei dirle di lui.Mi ha aiutata a scegliere il mio outfit per il concerto, annunciandomi poi che a casa sua mi aspettava un pranzo di compleanno al ristorante dei suoi.Quindi, messi gli abiti in una borsa, abbiamo preso la sua auto e siamo andate da lei.I suoi genitori, che avevo incontrato solo poche altre volte, sono stati così gentili ed affettuosi. Il pranzo era offerto da loro ed io e Christine non abbiamo fatto altro che parlare della serata che ci attendeva.
« Sarà fenomenale, fidati di me » mi dice con un sorriso, dai suoi occhi l'emozione era palpabile.
« Questa band ti fa davvero perdere la testa » mormoro guardandola. Non credo di aver mai sorriso in quel modo in tutta la mia vita. Non che io ricordi per lo meno.Lei annuisce un po' imbarazzata. Ma non un imbarazzo di vergogna, ma forse di chi si rende conto che stiamo sempre e comunque parlando di una band musicale.
« Ti ho preso un regalo » mi dice poi di punto in bianco alla fine del nostro pasto, tornando ad essere l'allegra e sorridente ragazza che è.
Ora c'è da dire questo di Christine, è figlia di un giapponese e di una donna americana. Eppure secondo me ha preso il meglio di entrambe le etnie. Ha lunghi capelli nero corvino, un viso semplice e gradevole, gli occhi non sono piccoli come quelli di una ragazza puramente orientale ma sono neri. Il suo sorriso è dolce e caloroso e tutta la fisionomia del suo viso è armonica. Credo che in Giappone -così come qui- verrebbe considerata una ragazza sopra la media. É bassina nel suo metro e sessantasette, ma compensa quanto si mette i tacchi. Molto femminile nella sua semplicità e nella sua innata eleganza. Il suo fisico è minuto, ma anche questa è una cosa tipica dell'etnia orientale.Tira fuori dalla borsa una scatolina quadrata scura e la spinge sul tavolo con un sorriso dolce.
« Tanti auguri Alexis » mi dice, la sua voce è calda e affettuosa.Io la guardo stupita, ma uno stupore positivo, simile alla commozione nel vederla alla mia porta questa mattina.
« Oh, Christine, non dovevi » mormoro allungando la mano per prendere la scatola.
« É il tuo compleanno Alexis e poi, ti servirà per questa sera » mi dice più allegra con un tono di complicità che mi insospettisce.
« Mh, questa sera? »
Chiedo mentre le mie mani tirano il nastrino bianco che scioglie il nodo. Sollevo il coperchio e ci trovo un ciondolo d'acciaio.« Oh, cos'è? » Domando.Il ciondolo è un cerchio con 4 frecce ed in mezzo una linea che lo separa a metà.
« Si chiama Orbis » mi spiega entusiasta. « Uno dei simboli utilizzati dai Mars, inoltre, il cerchio sbarrato in quel modo, indica l'equilibrio della dualità tra yin e yang...quindi mi sembrava più che appropriato » Rimango incantata dalla sua spiegazione mentre passo tra le dita quella collanina.
« Oh, capisco. Devo ancora imparare molte cose su questa band, vero? »
Domando guardandola. Mi sporgo sul tavolo e le do un bacetto sulla guancia. Lei rimane perplessa ed io ridacchio appena.
« In Italia è un modo come un altro per ringraziare Christine, non ci sto provando con te » la rincuoro. Lei scoppia a ridere.
« Oh, voi europei » mi dice con tono divertito di chi ti sta prendendo in giro.
Abbasso appena il capo in avanti per potermi infilare la collanina e la guardo come se fosse un altro oggetto dall'inestimabile valore.
« Mi piace, ti ringrazio »
***
Siamo state per due ore a preparaci come si deve per andare a questo concerto. Mi ha spiegato più o meno come funzionasse, anche se ad un certo punto mi sono persa, so semplicemente che alle 3 del pomeriggio dobbiamo essere là perché è il momento in cui i possessori del Golden Ticket verranno scortati dai nostri beniamini, beh, i loro beniamini.Parcheggiamo la sua auto in un immenso parcheggio e corriamo come due matte, dato che sono le tre meno dieci. Per fortuna nessuna delle due ha avuto l'insana idea di mettere scarpe differenti da delle Converse!Quando raggiungiamo l'ingresso, notiamo poche altre persone lì, saremmo una quindicina in tutto! Ma dato che arriviamo di corsa e ridendo, tutte e quindici, nessuna esclusa, si volta a guardarci. Per lo più sono ragazze e credo che alcune siano molto più piccole di noi. C'è poi solo un ragazzo che ci guarda con un sorriso divertito, ma al contrario delle altre, nei suoi occhi non c'è fastidio.Io abbasso lo sguardo, non mi piace quando degli uomini o dei ragazzi mi guardano. Christine sbuffa una risatina e mi prende per mano per tranquillizzarmi e cercare la mia complicità.Lei, impeccabile anche dopo una corsa come quella che abbiamo fatto, indossa dei jeans aderenti chiari dalla trama rovinata ed invecchiata. Delle Vans grandi, nere e con la trama laterale in tartan violetto. Una canottiera lunga bianca con la scritta 'I prefer the drummer'. Credo mi abbia fatto una testa tanta con la bellezza di questo batterista. Non ricordo nemmeno il suo nome, lei lo chiama esclusivamente 'l'uomo della mia vita' e io sorrido ogni volta. Chissà se mi capiterà mai di perdermi completamente in quel modo per un uomo. Per come stanno ore le cose, gli uomini mi mettono soggezione.Io, al contrario di lei, indosso degli skinny neri, delle Converse basse rosse ed una canottiera lunga semplice con lo spacco fino quasi al fianco grigio chiaro. In testa un cappello nero con la scritta bianca LA dalla visiera piatta. I miei capelli sono lunghi, leggermente mossi di color biondo suro che mi ricadono sulle spalle. Sulla mia canotta troneggiano la catenina dell'Orbis che mi ha appena regalato la mia amica e il pass per entrare.Un uomo della security ci scorta fino ad un tendone dietro al palco, uno dei tanti in effetti. Christine quasi saltella invece di camminare, è così emozionata; io invece sono curiosa. Curiosa da morire di vedere quest'uomo dalla voce suadente che in un certo senso ha rapito parte della mia essenza! Ci dicono di aspettare e di sederci pure in terra se vogliamo. In terra? Cos'è un concerto hippye?Divertita mi stringo nelle spalle, vedo che tutti si siedono, ma io e Christine rimaniamo in piedi. Io perché vedo qualcosa muoversi e lei perché mi sembra imbambolata. Mi volto a guardarla e lei ha lo sguardo puntato avanti a sé.
« Christine? »
Lei mi stringe il braccio, non forte, ma abbastanza affinché io mi giri e vedo tre uomini.Uno di loro, alto, ha lunghi capelli neri, la barba folta e gli occhiali da sole. L'altro un po' più basso ma dal fisico pronunciato e le braccia possenti, ha capelli corti scuri e gli occhiali da sole. L'ultimo è un uomo magro con una canotta lunga e larga, jeans e...una cresta impressionante platino e rosa. Questi sono i tizi che Christine mi ha trascinato a vedere? Sono tutti seduti eppure noi siamo ancora in piedi. Tutti fremono e ridacchiano mentre loro ci salutano. Io rimango imbambolata. Che soggetti. Lo penso, ma non in modo negativo, penso che dietro a quella musica che ho 'studiato' per un mese, ci siano tre uomini eccentrici e particolari.Non ho idea però quale dei due rimanenti -escludendo che il più muscoloso sia il batterista- sia il cantante. La cosa mi incuriosisce molto. Vorrei sentirlo cantare. Scuoto un attimo il capo, che diavolo penso? Lo sentirò cantare tra poco.Loro ci guardano, non capisco se guardano me e Christine o tutti, ma sorridono nella nostra direzione, sembrano divertiti.
« Ehi, volete venire qui vicino a noi? »
Ci chiedono e in un attimo, sento la presa di Christine sul mio braccio che si fa più intensa e lei che si lascia scappare un urletto.
Probabilmente ce l'avevano con noi, solo allora, mi rendo conto che stanno guardando tutti noi, forse perché siamo rimaste in piedi?I miei occhi grigio-verdi si posano su di loro, si posano su quel tipo con la cresta che mi sorride annuendo. Forse il mio sguardo era interrogativo.Non faccio in tempo a rendermi conto di nulla che Christine mi sta trascinando verso di loro. C'è un tavolo, uno di quelli che si vedono ai festival, credo sia più che altro per far sedere momentaneamente loro. Infatti il batterista e il tizio con la cresta si appoggiano al tavolo. Io e la mia amica ci fermiamo accanto al tavolo, non capisco perché non siamo potute rimanere dietro a tutti gli altri.
« Allora ragazzi, cominciamo con qualche domanda? Siete entusiasti di vedere il concerto? » Chiede quello con la cresta e gli urletti si moltiplicano.
Christine non molla il mio braccio che ormai si sta arrossando e io sbuffo appena con un sorriso rivolto alla mia amica che sta idolatrando con gli occhi il suo batterista.Lui intercetta il suo sguardo e le sorride molto dolcemente, facendole cenno di avvicinarsi e sedersi con lui. Lei però trascina anche me...
« C-christine, ce l'aveva solo con te » piagnucolo. Io detesto trovarmi al centro dell'attenzione in qualunque modo. Eppure da quando sono entrati, sento gli occhi di quel tipo con la cresta perennemente su di me. É una sensazione che non mi piace, non mi piace per nulla.Lui ridacchia, il batterista, notando come la mia amica non riesca a mollare il mio braccio, finalmente però quando si siede molla la presa e io mi ritrovo davanti a lei, davanti a loro, davanti a tutti ed arrossisco. Non per la vergogna, ma per il semplice disagio.Il batterista appoggia il braccio attorno alle spalle della mia amica e lei sembra essere su un altro pianeta. Nonostante il mio disagio, sorrido perché sembra così felice.Sento un'altra mano prendermi il braccio, in modo delicato mi tira da parte e mi ritrovo appoggiata al tavolo. L'uomo con la cresta mi ha messo accanto a lui mentre risponde alle domande che i suoi fan gli fanno.Sembra così spigliato e sicuro di sé. Comincio a pensare che sia lui il cantante. Sono completamente persa nei miei pensieri. Assorta. Penso al fatto che non ho minimamente controllato la mia mail. Penso a come Bart possa aver reagito alla mia ultima mail. Alla storia della mia vita.A cosa possa pensare ora di me. Mi mordo vistosamente il labbro, questa sessione di domande mi interessa. Non mi interessa sapere delle altre date, di cosa pensano o altro.Ora come ora, mi riscopro preoccupata. Mi sembra di aver fatto una tremenda stupidaggine a scrivere e mandare quelle cose all'unico uomo della mia vita che riesco ad ammirare e per cui provo affetto. Certo, affetto platonico, è vero. Ma è meglio di nulla, no?Chissà come sarebbe farsi abbracciare da lui, farmi stringere e sentirmi dire 'stai volando ragazza'.Quando sento una mano ancora sul mio braccio che mi stringe con delicatezza, mi ritrovo di nuovo in quel tendone con quelle persone. Sento gli occhi che mi pizzicano come se delle lacrime dovessero rigarlo.Ci hanno preso i cellulari prima di farci entrare qui, in questo momento vorrei andare a controllare le mail e trovare pace. Poter leggere la sua mail tra quelle ricevute e scoprire che cosa ha da dirmi.Tutti mi guardando con un po' d'invidia e dei sorrisi...sorrisi inteneriti.Perché guardano me? Perché mi guardano così?
« Stai bene? » Mi chiede quest'uomo accanto a me, i suoi occhi cercano i miei e io mi desto del tutto dal mio mondo di preoccupazione per Bart. Trovo l'azzurro dei suoi occhi e solo allora mi rendo conto che una lacrima, solo una, è scivolata sulla mia guancia.L'asciugo con la mano ed annuisco.Il suo sorriso è dolce ed i suoi occhi mi guardano con la stessa dolcezza, guardano dritti nei miei. Sono così azzurri, così profondi. Potrei rimanere incatenata ad essi per tutto il tempo.
« Bene » mi dice con voce calda.Sento altri urletti, mentre ora è il batterista a parlare.
« Io, mi serve il mio cellulare » mormoro con una certa urgenza, perché sento questo panico risalire dalle viscere? Perché ho la brutta sensazione di aver perso Bart?
« Il cellulare? » Mi domanda lui.Io annuisco.
« Devo...controllare la mail » ammetto imbarazzata. Sembro una ragazzina che non è capace di stare 5 minuti senza il proprio smartphone. « È importante » aggiungo.Ed ecco di nuovo la dolcezza in quegli occhi, anche se non sta sorridendo, mi stanno guardando dolcemente.« Vieni » mi dice facendomi cenno con il capo.Mi accorgo che tutti si stanno alzando e stanno uscendo dal tendone, Christine saltella giuliva accanto al suo uomo ed io e questo signore siamo ancora appoggiati al tavolo.« Dove? » Chiedo un po' spaesata.« È il momento delle foto » mi dice più normalmente mentre, sempre tenendomi per il braccio, mi conduce però da un'altra parte. Siamo davanti ad un uomo alto e con un giacchetto con scritto 'Security'.
« Ehi Steve, hai tu i cellulari dei meet? » Chiede all'uomo che annuisce solennemente.
« Potresti restituire il suo a questa ragazza? Sembra sia importante » spiega.L'uomo della security mi guarda un po' torvo, ma io sostengo ugualmente il suo sguardo. Lui rotea gli occhi e mi porge la cesta di plastica in cui ci sono tutti gli smartphone. Non appena individuo il mio, scosto il braccio dalla presa di quest'uomo e prendo il mio cellulare con entrambe le mani, come se fosse un prezioso tesoro in questo momento.Lui mi guarda stupito, sorride e poi mi fa cenno con il capo.
« Vieni, le foto... » mi ricorda, io guardo il mio telefono, poi guardo lui.Forse, posso aspettare qualche altro momento, non di più.Siamo dietro al palco, c'è un fondale con la scritta azzurra 30 seconds to Mars -ecco qual'era il nome completo!- e un simbolo su tessuto nero.Sono incuriosita, le foto, Christine mi aveva detto che ci sarebbe stato un momento in cui la band si faceva una foto con noi. Vedo che c'è una sorta di fila e sono tutte emozionatissime all'idea di scattare con i loro idoli. Io sorrido. Sarà una cosa divertente.L'uomo con la cresta -devo ricordarmi di chiedere a Christine il suo nome- raggiunge i suoi amici e cominciano a scattare foto, la prima sembra essere proprio la mia amica. La vedo lì, felice come non mai, emozionata mentre abbraccia il batterista che la stringe a sua volta. Gli altri due, fanno delle facce buffe ed il fotografo scatta un paio di foto.Sbuffo una piccola risata ed approfitto delle altre 15 persone davanti a me per controllare le mail...
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We were torn from our life of isolation [COMPLETA]
FanfictionAlexis è una ragazza con un passato difficile; Un giorno comincia una corrispondenza via e-mail con un uomo di cui sa poco e nulla. ...ancora non lo sa, ma sarà l'inizio del completo stravolgimento della sua vita. Troverà una cosa preziosa, la perd...