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L’appartamento di Hugh era arredato in stile moderno e sui mobili non c’era nemmeno un granello di polvere; doveva essere un maniaco della pulizia, pensai. Mi guardai attorno: non c’erano quadri appesi alle pareti, e sulle mensole non c’erano fotografie o altri dettagli che mi potessero aiutare a farmi un’idea sulla vita privata di quell’uomo. Sembrava una persona che viveva fuori dallo spazio e dal tempo. Mi sedetti su un divano e lui si accomodò su una poltrona proprio di fronte a me: non era un tipo loquace, quello l’avevo capito, quindi restai in silenzio anch’io, un po’imbarazzata. In quegli istanti ebbi modo di guardarlo meglio e il dettaglio che mi colpì maggiormente furono le sue mani grandi ma molto curate…chissà come sarebbe stato essere accarezzata da quella pelle chiarissima… La sua voce profonda mi distolse dalle mie fantasie:

° Venga, signorina, le mostro la sua camera . Le premetto che non sono abituato ad avere donne per casa, quindi, per favore, cerchiamo di convivere in maniera civile per questo breve periodo…

* Va bene..la seguo.. ma non potremmo almeno darci del tu?

° E’una cosa che non ritengo necessaria…ma se insiste, va bene. Anche se temo che non avremo occasione di fare lunghe discussioni. Sono una persona taciturna e mi piacerebbe che lei, anzi tu, non guastassi la quiete di casa mia con inutili chiacchiere. Ti ricordo che sei qui perché un uomo ti sta cercando per ucciderti..

I suoi modi acidi e la dura realtà, che lui mi aveva appena sbattuto in faccia così senza tanti preamboli, provocarono in me una crisi di panico che non riuscii a contenere… scoppiai in un pianto disperato, mentre Hugh mi osservava dall’altra parte della stanza, immobile, con in mano il mio borsone da viaggio. Lentamente si avvicinò, sempre stando attento a non avere alcun contatto con me, e mi disse di non reagire così e di sdraiarmi un attimo nella stanza che aveva fatto preparare per me, mentre lui avrebbe cucinato qualcosa per cena.

Annuii a fatica e mi gettai sul letto, distrutta, dopo aver chiuso la porta della cameretta. Il cuore mi batteva fortissimo e ci misi almeno mezz’ora prima di riprendermi. Sentii l’ acqua della doccia che scorreva, segno che probabilmente l’uomo si stava rinfrescando, dopodiché un invitante profumo di verdurine saltate in padella mi ricordò che non mangiavo da quasi 24 ore! Indossai un vestitino di cotone fuxia con una cintura alta color verde mela…ai piedi misi dei semplici infradito.

Hugh era indaffarato ai fornelli e non si era accorto del mio ingresso in cucina; si era cambiato anche lui ed ora il suo corpo statuario era avvolto in un kimono bianco di cotone leggerissimo che metteva in risalto le sue spalle larghe e i dorsali scolpiti.. ammisi a me stessa che non mi sarei mai stancata di osservare quel fisico perfetto. Peccato che il carattere di lui fosse tutt’altro che socievole, anzi, dopo l’uscita di un’ora prima, lo trovavo antipatico e freddo.

Mi schiarii leggermente la voce in maniera che si accorgesse della mia presenza…

° Ciao, hai riposato un po’? Perché te ne stavi lì dietro ad osservarmi? Non hai mai visto un uomo?

* Beh io…ehm…scusami…non pensavo mi avessi vista…

° Dimentichi il lavoro che faccio. Sono attento ad ogni rumore, ad ogni dettaglio…

* Già…scusa ancora. Stavo solo osservando il tuo kimono… Cosa sei…una specie di samurai?

° Molto divertente… Sono un amante delle arti marziali, e sono un sostenitore della lotta senza armi… Mi difendo sempre a mani nude, e allo stesso modo difendo i miei clienti, avvalendomi al massimo di bastoni o oggetti di fortuna. Senza contare che il kimono è un capo di abbigliamento comodo e fresco…al contrario di quel vestito da cocktail che ti sei messa tu…

* Sei sempre così maleducato con le persone?

° Senti…mi dispiace…te l’ho detto: sono una persona solitaria…e … ahhh… lasciamo perdere. È’pronta la cena.

Mi offrì delle verdure saltate e del riso al vapore…la cena era molto sana e saporita e mi permise di intuire almeno i gusti culinari di Hugh: non beveva alcolici ed era vegetariano…probabilmente questa dieta aveva a che fare con le sue filosofie orientali…chissà… Mi chiesi se per un mese non avrei visto nemmeno l'ombra di una bistecca o se si sarebbe impietosito e mi avrebbe cucinato qualcosa di piu' sostanzioso ogni tanto!

Mangiammo completamente in silenzio e, con un cenno, dopo aver finito, si congedò. Tornai anch’io nella mia camera. Erano appena le 22 e non ero abituata a ritirarmi così in fretta…iniziai a desiderare che quella vacanza forzata finisse il più in fretta possibile, per il bene mio ma anche del padrone di casa, che sembrava veramente mal tollerare la mia presenza. Mi sdraiai ma il sonno tardava ad arrivare…il viso dell’evaso albergava nella mia mente ed ogni volta che chiudevo gli occhi lo vedevo che mi fissava e sogghignava in maniera arcigna…

Verso le tre di notte, dopo l’ennesimo incubo, decisi di alzarmi a bere un bicchiere d’acqua. La mia camicia da notte di seta frusciava nel silenzio dell’appartamento…mi muovevo a piedi nudi per paura di svegliare il mio coinquilino ma, non vedendo bene dove stavo andando, inciampai nel filo di una lampada. Soffocai un grido di spavento mentre cadevo rovinosamente al suolo…ma delle mani rocciose mi presero prontamente: anche Hugh dunque non era a letto…forse per controllare la mia incolumità?…indossava soltanto un paio di boxer e nella penombra potei finalmente guardarlo negli occhi: il loro bagliore eguagliava quello dei diamanti. Mi persi in quel grigio e mi stavo per lasciar andare tra quelle braccia, ma lui mi allontanò frettolosamente e sciolse la presa come se la mia vicinanza gli provocasse ribrezzo.

* Scusa… a quanto pare è tutta la sera che non faccio altro che chiederti scusa per un motivo o per l’altro..

° Cosa ci fai in piedi?

* Avevo sete…e poi…non riuscivo a dormire…

° Ma ci sono io che controllo l’appartamento…dai torna a riposare…

* Preferisco stare un po’qui, seduta sul divano, se ti va di farmi compagnia…

LA TESTIMONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora