Finalmente è lunedì, finalmente oggi è il mio vero primo giorno. John mi ha chiamata ieri sera per darmi le ultime direttive per il lavoro di oggi : lui sta poco bene per questo dovrò fare tutto da sola, il che non mi dispiace affatto. Saremo solo io e l'obbiettivo, l'obbiettivo e io ... Ah bhe ovvio, anche i ragazzi. " Oggi dovrai scattare le foto per i promo che andranno su tutti i social media e sul sito ufficiale; mi raccomando Emma, conto su di te". Sono un pò agitata/emozionata/oddiononloso : non è la prima volta che realizzo uno shooting, ma è la prima volta che fotografo davvero i ragazzi e queste foto invaderanno il web, tutto il mondo le vedrà. Dopo aver fissato il soffitto bianco della mia camera decido di alzarmi pigramente. Anche oggi il sole splende alto nel cielo terso, il che mi mette decisamente di buon umore. Scendo le scale per andare in cucina e con il telefono in mano mando un messaggio a mio fratello che da tre giorni non mi si fila di pezza. Solo quando apro il frigo mi accorgo che ho finito il latte... " Cazzo" sussurro. Cereali senza latte non si può fare, farò colazione al Center. Il telefono comincia a vibrare e nel leggere il nome di mio fratello sullo schermo tiro un sospiro di sollievo. " Mi spieghi che minchia combini ?! Sono tre giorni che non ti fai sentire, e dovresti essere tu il fratello grande e maturo che fa questi discorsi a me, la sorella minore e combina guai!" sbraito non appena accetto la chiamata. " Lo so Mema scusa tanto. E' il lavoro, mi sta distruggendo...".Parliamo un sacco e quasi non mi rendo conto che si è fatto tardi, anzi tardissimo. Con lui il tempo vola come sempre. Guardo l'orologio appeso al muro ed è davvero ora di andare. " Scusa Dado ma ora devo fuggire a lavoro o non ne avrò più uno!". Mi precipito, nel vero senso della parola, nella cabina armadio e infilo al volo una maglietta bianca lunga, un paio di leggins e le mie ultra consumate convers alte, crocchia alla " non ho proprio più tempo", mascara e matita giusto per essere decente e sono "pronta". Lancio nella prima borsa che trovo il portafogli insieme al telefono e 30 secondi dopo chiudo la porta della villetta per andare ad aprire quella della macchina. Quindici minuti dopo parcheggio la lussiosa Jeep accanto ad una Maserati grigia attenta a non sfrigiarla, ancora devo prendere bene le misure con questo colosso della strada. Peppe , o almeno così dice il cartellino che ha appeso sulla camicia blu scuro, mi lascia entrare controllando il mio pass e con un sorriso mi augura buona giornata e buon primo giorno. In lontananza vedo in caffetteria Chiara con in mano un caffè e una brioche. Non appena mi nota mi fa cenno di raggiungerla ma con mio enorme dispiacere le mimo un " non posso scusa sono in ritardo"; sinceramente non so come abbia fatto ma sembra capirmi e mi augura un in bocca al lupo. Ho la pancia che mi borbotta e non so se sia per il "nervosismo" ma capisco solo che si tratta di FAME. Mannaggia a me. Attraverso il giardino esterno per raggungere il Media Center, il mio tempio sacro e non appena varco la porta di vetro oscurata, mi sento a casa. Il cervello mi si resetta del tutto e si fissa solo sulle splendide macchine fotografiche che ho davanti. Seduti alla scrivania del piccolo ufficio ci sono Emanuele e Lorenzo già davanti al computer. " Buongiorno ragazzi, scusate il ritardo!"dico appoggiando la borsa sulla scrivania accanto. " Ciao Emma" mi sorride Emanuele. " Allora, sei pronta?!" chiede invece Lorenzo. Pronta? Si lo so sono, o almeno credo. " Sisi" dico con un briciolo di sicurezza. " Ma i ragazzi dove sono?!" chiedo un pò spaesata, ancora non ho visto nessuno. "Sono nel patio qui fuori, quando sei pronta chiamali" rispondono come se fosse la cosa più normale del mondo. Subito i due mi mostrano la grafica dei nuovi promo, consigliandomi quindi come far posare i ragazzi. " Grazie ragazzi siete i migliori davvero" si mettono a ridere quasi a prendermi un pò in giro. Mi metto a ridere anche io, in fondo lo so di essere un mezzo disastro. " Vado a prepare il set, ci vediamo domani per l'edit" annuncio. Finalmente posso concentrarmi ed essere me stessa. Io e la macchina fotografica, una coppia perfetta. Scelgo accuratamente la macchina da usare e l'obbiettivo adatto, collego tutti i cavi al pc nel piccolo tavolino e posiziono le luci vicino allo sfondo verde sulla parete, ultimo ma non per importanza il cavalletto. Sono pronta e prendendo un respiro profondo mi dirigo verso il patio. Già dai vetri delle pareti riesco a vederli; Paul nota la mia presenta e mi saluta con la mano. " Buongiorno popolo!" dico non appena la porta scorrevole si apre. " Allora, oggi John non c'è quindi lavorerete solo con me... Detto ciò, sotto a chi tocca!" " Ah , ma allora oggi ci va grassa" scherza Paul " Io non ci giurerei troppo" rispondo facendo l'occhiolino.
Sono quasi le due e mancano ancora alcuni ragazzi da fotografare. I giocatori sono andata a fare pranzo ma ho troppi scatti da contrallare per potermi assentare dal set. Quando inizio una cosa, non smetto finchè non la porto a termine. " Madmoisselleeeeee!" sento urlare dall'entrata. MI viene da ridere, deve essere sicuramente Paul insieme agli altri tre dementi. Hanno fatto un casino per tutto il tempo, sembrava di essere all'asilo e quindi sono rimasti per ultimi. " Ecco i quattro teletubbies!" scherzo. " Teletubbies a chi?!" risponde Simone. " Ahh io sicuro non sono quello nano rosso!" si lamenta Paul " Ahahahaha ! Il nano rosso è sicuramente il nostro Paulito" dice Alvaro spingendo scherzosamente l'argentino che non risponde ma accenna un sorriso. Cerco il suo sguardo ma lui lo evita palesemente. " Guarda cosa ti abbiamo portato!" esclama Simone sventolandomi di fronte al viso un sacchetto di carta bianco. Lo guardo perplessa mentre gli altri aspettano che lo prenda. Una volta afferrato e aperto scopro un delizioso bagel con mozzarella, pomodoro e basilico... Ho gli occhi a cuoricino in pratica. " Non sei venuta a pranzo con noi e abbiamo pensato che avessi fame...." la voce è timida ma la riconosco. Guardo Paulo che finalmente ha aperto bocca e mi fissa anche lui. " Grazie ..." rispondo semplicemente. " In realtà è stato Paulito ad insistere ...." " Quanto sei pettegolo Alva !" lo zittisce Simone. " Pettegolo? Che vuol dire pettegolo!?" scoppio a ridere notando con la coda dell'occhio il rossore che ha preso il sopravvento sulle guance dell'argentino. " Forza cominciamo o davvero ci muoio qui dentro" svio il discorso. I ragazzi si muovono bene e seguono le mie direttive risparmiandomi un sacco di tempo. Alvaro,Simone e Paul se ne vanno subito per motivi << agonistici >> ma ci scommetto la testa che quei tre se la sono squagliata prima per andare a giocare alla Play, così rimaniamo solo io, Paulo e la macchina fotografica. C'è silenzio mentre scatto e mi mette un pò a disagio. " Rilassa le spalle sei troppo rigido!" suggerisco ma per i successivi tre scatti mantiene la stessa posa. Lo guardo leggermente storto e lui mi chiede scusa. " Scusa ... eh che non ci sono abituato.... per il Palermo non era così ..." E' in difficoltà, lo capisco. Poso la macchina sul tavolino e mi avvicino al giocatore. " Posso?!" chiedo e lui annuisce. Poggio la mano un pò tremolante sul suo viso girandolo nella direzione giusta, passo poi alle spalle abbassandole di un pò facendogli assumere una postura un pò più sciolta e normale. " Ora incrocia le braccia così.... E adesso chiudi gli occhi. Non aprirli finchè non te lo dico io..." Lui fa come dico e serra gli occhi. " Non così forte ..... stai rilassato" continuo passando il dito sopra i suoi occhi. Mi allontano tornando al tavolo per prendere la macchina fotografica. " Ora fai un respiro profondo, rilassa tutto il viso e al mio tre apri gli occhi cercando di trasmettermi forza e sicurezza. Uno.... due .... tre !" I suoi occhi si aprono più verdi e intensi e il frash riempe la stanza.
Ci metto un secolo per trasferire tutte le foto al mio Mac... Ho realizzato talmente tanti scatti che dovrò passare l'intera serata a scegliere quali presentare poi a Lorenzo ed Emanuele domani. Una volta terminato il lunghissimo processo rimetto al loro posto cavalletto fili e macchina. Non è stato male come primo giorno, ma non vedo l'ora di andare al campo per scattare le foto degli allenamenti e delle partite. Il primo allenamento è domani e sono davvero curiosa di vedere i ragazzi e il mister al lavoro. Mi dirigo verso la macchina notando che ancora la Maserati è parcheggiata vicino alla mia Jeep, ma soprattutto noto che Paulo sta appoggiato con la schiena all'auto. " Ciao!" mi saluta " Ehi ..." " Ti stavo aspettando, ci hai messo un secolo!" " Che fai lo stalker?" scherzo e lui ride finalmente. " Stavo caricando le foto, dovrò lavorare a casa perchè ho scattato troppo. Dimmi, tutto ok?" chiedo sistemando la borsa con il Mac sul sedile posteriore. " Sisi, tutto bene... ti volevo ringraziare per avermi aiutato prima.... sul set.... non sono molto pratico di queste cose e ancora mi vergogno un pò" ammette. " Stai tranquillo, è normale, non sei nel tuo << ambiente naturale >> .... domani sul campo andrà meglio, nemmeno ti accorgerai di me e non dovrai seguire nessuna direttiva, seguirai solo te stesso." Mi guarda più sicuro e aggiunge " Senti, ti va una pizza? Offro io, devo sdebitarmi ". E adesso che dico? " Ehm.... in realtà dovrei lavorare ...." comincio e vedo già i suoi occhi rabbuiarsi. " Ma possiamo ordinare a domicilio se vuoi " salvata in corner. " Oh... sisi va bene. Ci penso io e magari posso aiutarti con le foto " dice velocemente e io non posso far altro che sorridere e annuire.
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We keep this love in a photograph - Paulo Dybala
FanficMai avrei pensato che le mie due più grandi passioni sarebbero potute diventare il mio lavoro. E quella sera di due mesi fa, quando inviai quella mail, non ci avrei scommesso nemmeno un centesimo. Emma dovrà lasciare la sua famiglia, ma ne troverà...