Torno traballando verso il centro della pista dove scorgo i miei amici. Chiara sta appiccicata ad Alvaro, Simone balla vicino ad una tipa dai capelli rosso fuoco mentre gli altri lo guardano ridendo. Gli unici occhi che non scorgo tra la folla sono quelli di Paulo. Sento un paio di mani afferrarmi la vita e subito doo una voce sussurrarmi all'oreccho " Stavi cercando me?", eccolo. Mi volto verso di lui sorridendo: ha gli occhi lucidi e rossi a causa del fumo e del troppo alcol, le guance paonazze, i primi bottoni della camicia slacciata e il ciuffo completamente scompigliato. Mi scappa una risata buffa e con la mano risistemo i capelli dell'argentino. " Ecco" dico cercando di farmi sentire sopra la musica alta e appoggiando la testa al suo petto. " Sei stata tutto il tempo con quello laggiù, non mi piace" dice vicino al mio orecchio. " Non devi più rifarlo, non lo devi rivedere più" continua. Rieccolo: mania di controllo attivata. Sà che questa cosa non mi va giù per niente, benche meno adesso che mi sono trangugiata mezzo bar. Alzo di scatto la testa e lo guardo male " Paulo finiscitela, dico sul serio!" sbotto. Strattono il braccio incatenato alla sua mano e mi allontano su tutte le furie lasciandolo li in mezzo alla pista. Noto gli occhi inquisitori di Chiara puntati verso di me seguiti da quelli di Alvaro e Simone, devono aver notato la scena. Il sangue mi ribolle nelle vene, ho caldo e mi gira la testa. Vedo passare una cameriera con un vassoio e al volo prendo il primo cocktail che la mia mano incontra.Per evitare altri danni fermo una ragazza a caso chiedendole della toilette. Aprendo la porta del bagno vengo invasa da una nuvola di fumo che fa arrossare ancora di più i miei occhi. Mi pizzicano ma sfortunatamente non per colpa delle sigarette. Due ragazze mi guardano e per sfuggire dalla loro pietà e dalle loro domande esco e mi chiudo nel bagno privato dello staff. Appoggio la schiena alla porta e lentamente scivolo a terra, porterò domani il vestito in lavanderia. Cerco di rimandare le lacrime indietro ma non ci riesco e così scoppio in un pianto nervoso. Non riesco a capire perchè debba comportarsi così, ci tiene a me lo so e lo adoro per questo ma non può comandare o criticare la mia vita. Non lo acetto più e deve capirlo. Comincio a sorseggiare il drink che è davvero forte mentre con l'altra mano dalla borsetta tiro fuori le sigarette. L'accendo e subito mi sento più rilassata, un pò troppo rilassata.
PAULO POV
" Niente non riesco a trovarla Paulo!" " Ma hai controllato bene? Anche nel bagno?" " Mi prendi per deficente? Certo che ho controllato!" Da lontano vedo Simone rientrare dalla porta principale " Allora Simo?" " Niente, nessun taxi ha portato via Emma, mi dispiace". Sono incazzato nero, non la trovo da nessuna parte e sono più di 30 minuti che la sto cercando. " Porca troia!" urlo e subito dopo sento la mano di Alvaro battermi sulla spalla. " Stai calmo amigo, la troviamo non preoccuparti! Vatti a prendere un bicchiere d'acqua, ne hai bisogno". Ascolto le parole dello spagnolo dirigendomi verso il bar. Lo vedo, con quel suo sorriso ammiccante mentre prepara drink a destra e a manca. Non ci penso due volte e accellero il passo verso quel barista da quattro soldi. " Dove cazzo è?!?!" urlo prendendolo per il colletto della camicia bianca e facendo allontanare tutti dal bancone. " Scusami?!" chiede ma senza abbassare lo sguardo che rimane fisso sul mio. " Dove cazzo è Emma?" lo strattono. " Senti se non vuoi finire sulla prima pagina del giornale ti conviene lasciarmi" e con lo sguardo indica il grosso buttafuori che sta puntando verso di noi. Lo lascio, il mister mi ucciderebbe per una cosa così. Si aggiusta il papillon e poi continua " Non so dove sia finita, è venuta verso di te e poi non l'ho più vista!" sbatto il pugno sul bancone facendo rovesciare il bicchiere alla mia destra. " Hai controllato nel bagno? I taxi? Nel parcheggio?" " No guarda, ho fatto giro giro tondo fino adesso! Ma cazzo di domanda fai certo che ho controllato!" " Stai calmo!" " Sto calmo un cazzo, per colpa tua era ubriaca persa, come ti salta in mente di darle così tanto alcol!" " Non venire ad accusare me... " ma nei suoi occhi leggo senso di colpa. " Stacco ora, vado a predere la giacca e ti do una mano a cercarla". Lo seguo versi i bagni dove si trova anche lo spoiatoio per essere sicuro. Quando entriamo notiamo una cameriera che disperatamente cerca di aprire il bagno dello staff. " Mattia meno male, la porta del bagno deve essersi bloccata di nuovo!" dice con fare civettuolo. Lui prova ad aprirla ma la porta sembra chiusa, da dentro. Non so come ma capisco subito. Spintono via il barista che per non cadere si tiene alla civetta. " Emma! Emma! Emma sei qui dentro?" urlo battendo la mano sulla porta. Appoggio l'orecchio alla porta e sento un mugolio. " Emma arrivo!" " Eh? Cosa è li dentr...." Mattia non finisce la frase che io dò una spallata alla porta. Questa si apre mostrandomi il corpo di Emma steso a terra, svenuta, un bicchiere vuoto al suo fianco e le mani sotto il viso. Cazzo. " Ti aiuto" dice lui cercando di aiutarmi a tirarla su. La prendo in braccio e a denti stretti guardo Mattia " Hai fatto abbastanza mi pare".
Una volta fuori mi dirigo verso la macchina dove stanno gli altri. " O mio dio" sussulta Chiara " E' in coma? Che ha?" " Sta bene, ha solo bevuto troppo. Portiamola a casa." Alvaro annuisce e prima di aprire la lussuosa automobile si sfila giacca appoggiandola sul corpo di Emma.
Il viaggio sembra infinito. Ogni tanto guardo i sedili dietro dove Chiara accarezza i capelli dell'amica che sembra dormire. " Ti diamo una mano?" chiedo Alva " Ci penso io, andate ragazzi e buon fine serata." Con lo sguardo preoccupato mi salutano ma sanno che non farei nulla per farla stare peggio. Ormai conosco casa di Emma meglio della mia. Salendo le scale lei appoggia la guancia sul mio petto " Che combini Emma...." sussurro. L'appoggio sul letto e con tutta la delicatezza del mondo la svesto per infilarle la mia maglietta preferita che ormai è diventata sua. La copro con la coperta e non posso far a meno di guardarla. Il trucco le è colato lungo le guance, deve aver pianto. Ed è colpa mia. Non avrei dovuto, lo so. Ma quando la vedo con altri, scatta qualcosa. Protezione? Senso del dovere? No. Gelosia. Non dovrei, con Anto non succede. E' sbagliato. La guardo dormire e l'eco della sua risata risuona nella mia mente. E' bella. Si rigira. " Paulo..." sussurra ma ha gli occhi chiusi. Voglio baciarla. Mi chino su di lei ma un pensiero attanaglia la mia mente. Giro il viso e così lascio un bacio sulla guancia, forse un pò troppo vicino alle labbra.
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We keep this love in a photograph - Paulo Dybala
FanfictionMai avrei pensato che le mie due più grandi passioni sarebbero potute diventare il mio lavoro. E quella sera di due mesi fa, quando inviai quella mail, non ci avrei scommesso nemmeno un centesimo. Emma dovrà lasciare la sua famiglia, ma ne troverà...