hai deglutito tutto te stesso
con la voglia di perdersi
di sprofondare
negli occhi verde Dublino
nella pelle sabbia atollo
risalgo il fiume del tuo corpo
aggrappandomi ai seni morbidi
piccoli riparatori
un fulmine nel cielo
e il caldo delle coperte
cerco i segni del tuo corpo
il tatuaggio giovane
quella cicatrice bambina
irrequieta
dalla finestra i rami degli alberi
abbracciano il tuo corpo
fresco e libero
la mani come foglie
cibo per farfalle
nido per uccelli
vento che gioca tra le pieghe del lenzuolo
con le fiamme del sesso
in bilico tra lo spegnersi e l'accendersi
sottile linea
cerchiami gli occhi
fissali sullo specchio
non perderli mai
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L'uomo col cuore in soffitta
PoetryPuò esistere qualcosa di più precario che raccontare in frammenti la precarietà, sentimentale e non, di oggi? Fabrizio Tagliaferri, non persegue vie scontatamente liriche. I suoi occhi non cercano ispirazione nelle vie celesti, ma restano ben ancora...