Capitolo 1

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La squadra di Miami stava seguendo un caso abbastanza complesso, i coniugi Spellman erano stati brutalmente uccisi, lasciando orfana la figlia di sedici anni, Laura, che al momento dell'omicidio si trovava a scuola. Horatio le promise di trovare chi uccise i suoi genitori, ma il caso si stava complicando in maniera inaspettata.

Le prove, o meglio la prova appena trovata, la patente di guida di un certo Nick Murdoch, era stata rilasciata a New York, l'uomo arrivò a Miami con un volo di linea da New York, noleggiò a Miami un'automobile, che era già stata restituita e si trovava nel deposito. Le prove lo indicavano come colpevole, così Horatio capì che doveva volare sino alla grande mela per assicurare il colpevole alla giustizia della Florida. Dentro di sé, Horatio sperava inoltre che il collega di New York accettasse di aiutarlo. Si ricordò che la figlia Abigail aveva bisogno di staccare un po' la spina dal lavoro, aveva accumulato diverse ferie arretrate, che non aveva ancora recuperato del tutto, ma amava il suo lavoro e se doveva aiutare un collega lo faceva volentieri, accumulando ore di straordinario. Horatio era quasi certo che la figlia avesse preso la sua dedizione al lavoro, anche se si rendeva conto, era esagerata soprattutto per la sua età.

Quel mattino sapeva che Alexx non era presente in obitorio per problemi di salute del figlio primogenito, perciò era sicuro che avrebbe trovato Abigail intenta a lavorare. Quando Horatio andò a trovarla, la trovò intenta a scrivere qualcosa ed era talmente concentrata che non lo vide entrare.

«Abigail» disse l'uomo con un sorriso

«Papà» sorrise la bionda alzando gli occhi su di lui. Si alzò dalla scrivania, lasciando da una parte ciò che stava facendo e si avvicinò a lui restituendogli un sorriso stanco «Tutto bene?»

«Si, sto bene. Ascolta, sto per andare a New York per cercare Nick Murdoch, il sospettato per il caso dei coniugi Spellman. Chiederò un mano alla scientifica newyorchese per risolvere il caso» disse pacatamente, come il solito, per farle avere capire ciò che aveva in mente «Vuoi venire con me? Hai ferie arretrate e penso possa farti bene staccare la spina dal laboratorio per qualche giorno. Potresti stare un paio di settimane, fare due chiacchiere con Don e sua sorella, che non vi vedete da quanto due anni? Tre?»

«Con Don, tre anni mentre con Samantha non ricordo nemmeno quando è stata l'ultima volta che l'ho vista. Mi piacerebbe venire con te, ma non posso assentarmi per così tanto, devo finire un po' di faccende e non vorrei trovare tutto da fare al mio ritorno. Nonché speravo di iniziare l'autopsia di quell'uomo arrivato stamattina, volevo iniziarla dato che suo figlio vuole risposte il prima possibile» ammise la bionda mettendo nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio, segno che era imbarazzata

«Parlerò io con Alexx, sono certo che non avrà nulla da obiettare se ti prendi qualche giorno di riposo. Fai la valigia, partiamo tra due ore. Ti passo a prendere a casa» rispose con quel tono perentorio che a volte le metteva i brividi. Sapeva che non stava parlando con suo padre in quel momento, ma con il suo capo e come tale non poteva rispondere come voleva, pena una sospensione. A dire il vero, però, non avrebbe mai detto ciò che pensava, era sempre suo padre e lo adorava.

«D'accordo. Ti voglio bene» disse Abigail guardandolo andare via e lo vide girarsi un istante a guardarla con un sorriso abbozzato.

«Anche io tesoro, anche io.»

Alexx incrociò Horatio che stava uscendo dall'obitorio e guardò con aria interrogativa Abby mentre prendeva la borsa.

«Mio padre mi ha costretto a prendere due settimane di ferie, sostenendo che ho bisogno di una vacanza. Dato che va a New York per cercare il sospettato per l'omicidio degli Spellman, mi porta con sé e poi credo mi lasci lì, dato che ho un amico di infanzia con cui devo recuperare un po' di tempo perso.» sorrise

How to save a life [Italian Version]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora