Capitolo 8

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Erano passati quasi due mesi da quando Mac era rientrato a casa. Abigail era tornata al lavoro, ma sentiva il peso di quella casa vuota, la mancanza del profumo dell'uomo che era rimasto sul cuscino per giorni, le mancavano le risate che facevano insieme, vedere il tramonto sulla spiaggia era diventato fonte di melanconia e la ragazza iniziò a capire cosa provavano le persone che vivevano un rapporto a distanza.

Nonostante sentisse Mac al telefono praticamente tutti i giorni, lui non le faceva pressioni sulla decisione che doveva prendere, ma per Abigail era un macigno che le pesava sul cuore non sapeva se lasciare Miami per New York, così passava sin troppo tempo a pensarci, anche se soffriva da morire per la lontananza. Poneva di tanto in tanto domande sia ad Alexx oltre che suo padre; in realtà non passava giorno in cui lei non cercasse un confronto con quest'ultimo e lui rispondeva con gentilezza, aveva capito che il rapporto tra i due si era rafforzato in quella settimana e che Abigail stava soffrendo per quella lontananza, ma aveva intuito presto che sua figlia avesse paura, tuttavia ad Horatio sfuggiva il motivo perché e non riusciva a farglielo ammettere apertamente. Da parte sua Abigail continuava a chiedersi segretamente se quello che provava per Mac valesse la pena di un tentativo, ma una parte di sé stessa, non voleva partire, era spaventata a morte della partenza, della separazione da suo padre e dalla squadra di Miami, a cui era legata da una profonda amicizia e una parte di sé temeva di perdere il ricordo di Tim se lasciava quell'obitorio, ma sapeva molto bene che non sarebbe successo, non avrebbe mai perso il ricordo di Tim, anzi lo avrebbe portato con sé. L'unica cosa che non riuscire a capire era se suo padre era contento o meno dell'uomo di cui si era innamorata, nonostante fosse molto più grande di lei.

Un giorno, quando stavano pranzando insieme, dopo l'ennesima domanda Horatio la guardò con attenzione e le prese una mano.

«Abigail sei una donna meravigliosa e ti meriti tutta la felicità del mondo. L'amore se c'è, va coltivato e so che probabilmente per te e Mac è ancora presto per definirlo amore, ma ho visto come vi guardate, come entrambi vi siete guardati quella sera quando abbiamo cenato tutti e tre insieme, il sorriso che avete quando vi parlate e di come il mondo ti sembri migliore di quanto non sia. Vi siete aperti l'un l'altra riguardo situazioni difficili che vi hanno segnato.. insomma, gli hai raccontato ciò che successe in palestra, cosa che non avrei mai detto dato che hai sempre tenuto quella storia per te, il suo interesse costante per tutto ciò che ti riguarda, cercare di capire se ti piace quello o quell'altra cosa, se regalandotela ti avesse fatto felice oppure no, come l'automobile che tu non hai voluto acquistasse, perché volevi tenere ancora un po' la tua vecchia Chevrolet. Se Mac Taylor ti rende felice, vai da lui, vivi a pieno quell'emozione, lavora al suo fianco, stai con quella squadra che ti ha accolto a braccia aperte appena ti sei stata presentata ad ognuno di loro e ti ha reso parte della famiglia quasi nell'immediatezza. La porta sarà sempre aperta per te qui a Miami, basta una telefonata e farò il tutto il possibile per riaverti al mio fianco il giorno stesso. Ora però lascia tuo padre qui, anche se ti vede ancora come quella piccola bambina indifesa con le trecce e che vorrebbe proteggerti per il resto della sua vita, ma per ora la tua vita ti porta via da me. Come è giusto che sia, vai da lui e sii felice.» disse lui con un sorriso

«Non voglio scegliere tra te e Mac, ho paura di soffrire lontano da te.» ammise con un sospiro, per poi alzarsi e abbracciare forte il padre.

«Devi farlo Abby. Avremo tutte le vacanze per stare insieme, festeggeremo Natali, Capodanni, magari le nascite dei miei nipotini, i loro primi giorni di scuola, i vostri compleanni. Non mi perderò niente di tutto questo, te lo prometto e poi c'è il telefono, ti chiamerò tutti i giorni. Potrete sempre passare le vacanze da me e io da voi, ci organizziamo. Non piangere, per favore non piangere. Non è necessario, poi siamo solo a poche ore di aereo.» disse lui, ma le lacrime erano scese dalle guance di Abigail senza che lei potesse farci nulla. Horatio le mise una mano dietro la testa, le accarezzò i capelli, le baciò la testa con un sospiro.

«Calmati un istante, ma chiamalo e digli che accetti, sarò qui con te» disse l'uomo, dandole un bacio sulla fronte con dolcezza, Abigail poi annuì. Appena si sentì più tranquilla, prese il cellulare che teneva in tasca, compose il numero di telefono di Mac a memoria. Il cellulare prese a squillare subito dopo aver concluso un caso che gli aveva tolto le energie. Aveva voglia di pranzare, o magari tornare a casa, ma decise di rispondere ugualmente. Non guardò il numero che lo stava chiamando, perciò rispose meccanicamente «Taylor.»

«Tesoro, ciao. Scusa se ti disturbo, magari stavi pranzando»

«Ehi. Non mi disturbi mai e lo sai. Veramente stavo andando adesso, abbiamo appena chiuso un caso. Come stai?» disse con un sorriso

«Io sto bene e tu? Ascolta, ho deciso che accetterò la tua proposta, mi trasferirò da voi, sperando ci sia un posto per un medico legale in più in breve tempo. Non so quanto ci vorrà prima che io possa trasferirmi in un altro laboratorio, ma ho pensato di venire a trovarvi un weekend»

«Io.. sono contento, davvero. Soprattutto in virtù del fatto non mi aspettavo questa risposta, stavo già pensando come organizzarci per vivere questa storia da separati» ammise sorpreso

«Mac, New York dopo tutto è sempre stata casa mia ci sono nata e cresciuta, nonostante temessi di sentirmi fuori posto, mi sono affezionata alla squadra. Mi mancheranno i miei amici di Miami, mi mancherà mio padre da morire, ma ho bisogno di te. E.. Mac?»

«Lo immagino, ma vedrai, andrà tutto bene. Ci occuperemo noi di te e poi credo che piacerai a Sid, dovresti assomigliare alla figlia più grande, quella che va al college. Dimmi tutto, tesoro» disse con un sorriso, rendendosi conto di aver usato per due volte di fila la parola tesoro, che Mac non usava quasi mai sul posto di lavoro

«Grazie.» sorrise lei dall'altro capo del telefono

«Per cosa?» chiese lui stranito

«Per volermi lì. Credo che dovremo vedere altri film horror» disse lei con tono divertito

«Io ti vorrò sempre qui e non vedo l'ora di abbracciarti, con o senza film horror.»

Abigail sorrise, avvampando e vide suo padre che gli sorrise, in quel modo dolce che le rivolgeva. Le mise una ciocca dietro la testa e le baciò la fronte

«Anche io. Ti farò avere notizie il prima possibile, ok? Buon appetito tesoro.»

«Ciao tesoro, buon appetito anche te» disse l'uomo con una faccia soddisfatta uscendo dalla porta di ingresso. Non vedeva davvero l'ora di averla lì, già la immaginava con la divisa blu della medicina legale, sperando che Sid non la ammorbasse troppo con quei discorsi assurdi che sembrava tirare fuori apposta, ma se aveva capito Abigail, lei e Sid sarebbero stati in sintonia.

Dal canto suo Abigail era tornata a mangiare con suo padre con il cuore che le batteva forte, nonostante i suoi dubbi, era impaziente di tornare a New York, ma stavolta per rimanere.

How to save a life [Italian Version]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora