Part two

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Scappai dal gruppo dei bulli, con le lacrime e il sangue mi ribolliva nella mente.
Camminai verso casa, non volevo prendere nuovamente il bus per poi essere presa in giro.
Mi girai per un attimo, avevo come una sensazione che qualcuno mi seguisse, sempre.

Guardai un attimo il cellulare, e l'ultimo accesso di Alberico su whatsapp. Eh già avevo il suo numero, ma lui, ovviamente non lo sapeva.
Quel ragazzo mi stava facendo diventare pazza.

Tornai a casa, e come ogni volta, ero sola. Non sentivo nessuna voce, neppure nessun rumore. Neanche i miei cani non abbaiavano. Avevo la vaga sensazione che ci fosse qualcuno, o qualcosa.

Andai fuori, non c'era nessuno. Mi preparai il pranzo, pasta con il tonno. Mangiai tutto, ripulii il piatto, le posate e i bicchieri e andai in camera mia.

Ho sempre odiato la mia camera: era rosa. Il colore che odiavo, da sempre. Ma visto che mi madre è fissata che le ragazze debbano vestirsi e adorare il rosa, mi avevano fatto la camera rosa.

Avrei preferito qualcosa di meglio, ad esempio, un turchese o un celeste chiaro. Presi le materie per domani, feci i compiti e studiai storia per il compito di domani.
So già che i bulli mi chiederanno sicuramente di passarli il compito. Io dicevo sempre di sì perché avevo paura.
Non sono mai riuscita ad affrontarli.

Il cellulare mi vibrò, era soltanto un messaggio.
Alberico: Ciao verginella, ho il tuo numero. Sono Alberico
Io: Chi ti ha dato il mio numero?
Alberico: Non te lo dico, rossa.

Rossa? Non mi aveva mai chiamato così, sempre sfigatella, verginella, stupida e altri insulti, ma mai rossa.

Certe volte, mi sono chiesta... Perché sto al mondo? Dio mi ha creata solo per il dolore?
Ci sarà sempre qualcosa per cui lottare. È quella frase che diceva la mia nonnina di campagna.
Mi manca così tanto. É venuta a mancare qualche mese fa. Era davvero una brava donna.

Scossi la testa, lo chignon che avevo fatto qualche ora fa, mi stava cadendo sulle spalle. Sciolsi i capelli, e mi affacciai al balcone. Mi era sempre piaciuto il mio balcone. Guardavo il parco e il mare della mia terra. Sorrisi, e sentii i campanello suonare.

"Cazzo" imprecai, scendendo dalle scale.

"Buon giorno, figliola, stavi studiando?" Domandò cortesemente mia madre.

"Certo, storia. Come avete lavorato?"

"Al solito" sbuffò mia madre, "siamo sempre stanchi" aggiunse mio padre.

"Bene, se non vi dispiace, vado un attimo a ripassare, e poi ti aiuto nella cena okay mamma?"

"Eve, oggi siamo a cena per una specie di riunione, siamo venuti solo per farci una doccia e prepararci" spiegò mia madre, gesticolando con le mani.

"Ah okay, posso invitare Margarita?" Chiesi quasi imprecando.

"Va bene"

Mimai un grazie, e ritornai nella mia odiata camera. Mi sedetti nella sedia della scrivania e ripassai.

~

"Alberico ha il tuo numero? Stai scherzando?" Chiese incredula Margarita.

"Non sto scherzando, non sono più seria di così" dissi, indicandole la chat.

"Oh, cosa ti hanno fatto dopo?" Si toccò la ciocca bionda attorcigliandola con le dita.

"Ho dovuto baciare Alberico" dissi solamente, mentre lei aveva spalancato la bocca.

"E ha detto che sono dotata" aggiunsi, ridendo.

Rise, "Si sta innamorando di te"

Corrugai la fronte, "Nah, ma che stai dicendo?"

"La verità, Eve" disse, prendendo in mano un biscotto.

Ecco a voi un nuovo capitolo.
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Ciao💕,
Eva💕

Save Me, Please {Alberico De Giglio}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora