Part ten

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Mi girava ancora la testa da ieri. Ero nella metro di Bari, stavo andando dai miei parenti a Milano.
C'era un casino di gente, mi veniva male solo a guardarla. Ma é possibile, che fra tutta gente, io mi sento sola?

"Treno Bari-Milano, arrivato. Ripeto, treno Bari-Milano arrivato" annunciò la voce metallica di una donna.

Presi i miei bagagli fra le mani e feci un sospiro. I miei non sono venuti con me é stata una mia decisione andare. Per cambiare aria, volevo tranquillizzarmi.

Presi le cuffiette, e mi sedetti nel posto scritto nel biglietto del treno. Mi misi la mia cuffia di lana, che porto quando sento freddo, é veramente comodissima.
Parte magnifico di fedez, e guardò il mio riflesso nel finestrino e le luci artificiali del lampione che mi venivano addosso.
Davanti di me c'è un signore, sulla quarantina, che stava leggendo un giornale e lavorando con il computer. Certe volte mi guardava, e faceva delle facce poco convincenti.

Poi dicono a noi adolescenti che gli guardiamo di storto.

Feci finta di niente, e guardai il display del cellulare. Un messaggio da De Giglio.

De Giglio: Perché non sei a scuola?
Io: Ma saranno affari miei!
De Giglio: Ti stavo solo chiedendo. Stai bene?
Io: Sisi grazie.
De Giglio: La tua amichetta sta andando in giro con le troie...

Aspetta... Cosa?
Mi scappò una lacrima. La nostra generazione ormai è una merda.
E non lo penso solo io, ma tutti.
Ormai tutte devono essere puttane, truccarsi peggio di Lady Gaga e vestirsi con quei vestitini corti.
I ragazzi, invece, vogliono solo sesso. Niente emozioni.

Io: Allora quando non ci sono mi rimpiazzi? Pensavo che io e te fossimo amiche. La nostra amicizia è finita.
Margarita: Meglio, mi trovo molto meglio con loro tu sei solo una sfigata che piange per tutto.

"Siamo arrivati a destinazione, Milano. Grazie per aver scelto la nostra compagnia di treni" disse la voce metallica.

Mi guardai in giro e cercai un bar.
Starbucks è perfetto.

"Buongiorno, perfavore vorrei un frappè al cioccolato e un cupcake alla vaniglia, grazie."

La cameriera annotava ogni mia singola parola e poi se ne andò dietro al tavolo.

"Ecco a te" mi sembrava famigliare quella ragazza.

"Scusa se ti chiedo, ma tu sei Anne?"

"Sì sono io. Tu sei?"

"Io sono Eve ti ricordi?" le sorrisi, e lei mi saltò addosso abbracciandomi fortissimo.

"Mi sei mancata tantissimo" disse quasi in lacrime.

"Alberico come sta?" chiese sorridendo pulendo il tavolo di fronte al mio.

"Non siamo più amici" dissi balbettando.
"Lui ha incominciato a bullizarmi" continuai.

"Cosa ha fatto?! E tu non hai amiche?"

"A quanto pare" feci un sorriso finto, "Ne avevo una, ma ha preferito stare con le troie che con me" continuai.

"Ci sarò io per te. Sai, avevo pensato di ritornare a Bari per gli studi. Verrò là fra circa una settimana!" esclamò radiante Anne, come il suo solito.

Anne era una ragazza che avevo conosciuto a Milano, perché quando ero piccola, ho abitato per un piccolo periodo a Milano.
Era quella ragazza che potevi dire tutto, e ti dava i consigli per andare avanti, quella ragazza con sempre un grande sorriso in faccia ed era sempre solare. Era sempre la stessa, lentiggini, occhi marroni scuri e capelli biondi miele.

Mi era mancata tantissimo, ed ora che é qui con me, non la farò fuggire facilmente.

Angolo autrice.
Ehi ciao! Scusate per l'assenza, ora sarò molto più attiva, visto che abbiamo finito scuola!se vi è piaciuto, come sempre, mettete una stellina e un commento per farmi sapere se vi piace.
Eva🌸

Save Me, Please {Alberico De Giglio}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora