Chapter two;

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7:00 AM

Mi sveglio automaticamente, senza aver bisogno della sveglia.

Mi metto a sedere, osservando la stanza, con la voglia di vivere paragonabile a quella di un criceto grasso.
Emily sta ancora dormendo, beata lei.

Mi alzo, piano, prendendo un pantaloncino dalla valigia e una maglietta bianca, cercando di non svegliarla.
Dopo essermi lavata e vestita, esco dalla mia stanza, intenta a fare un giro per il campus, non avendo altro da fare.

Prima di aprire la porta, però, sento un certo movimento, oltre quest'ultima.
Sembra che qualcuno stia correndo come un dannato lungo il corridoio.
Apro la porta, sporgendomi lievemente ed osservando la scena, con cautela, per paura di essere investita.

Due ragazzi corrono, sventolando in aria un paio di boxer, superando come razzi la porta della mia stanza.
Mi ritraggo di scatto, davanti al loro passaggio.
Avrei rischiato di morire decapitata, fantastico!

Esco dalla mia stanza, richiudendo la porta alle mie spalle, sempre con massima cautela.

Neanche il tempo di voltarmi verso il corridoio, che mi ritrovo improvvisamente catapultata a terra, di schiena.
Gemo di dolore, per la caduta improvvisa e per niente morbida.
Mi accorgo di avere un peso estraneo, su di me.
Apro gli occhi, accorgendomi di averli chiusi involontariamente.
Un volto conosciuto, fin troppo, dista di pochi centimetri dal mio.

— Dobbiamo smetterla di incontrarci così. — ammicca, sorridendo, l'idiota che avrei tanto voluto evitare di vedere.
— Devi smetterla tu, di piombarmi addosso, testa di cazzo. — rispondo, sostenendo il suo sguardo.

Non accenna a volersi spostare.
Mi guarda negli occhi, cosa che mi mette leggermente a disagio. Leggermente.
Sono belli, però.
Sembrano due chicchi di caffè.

— Vuoi levarti o no? — gli dico, bruscamente.

Cerco di togliermelo di dosso, ma lui non sembra contribuire.
Anzi, sembra divertito, vedendo il modo in cui mi dispero per spostarlo.

— Kai, ti vuoi muovere o no?! — urla una voce, da poco lontano.

Lui solleva lo sguardo.
Mi accorgo solo ora che ha un paio di pantaloni, stretti in mano.

— Mi dispiace, principessa, ma il tuo principe deve proprio lasciarti. — mi dice, alzandosi.
— Non aspettavo altro. — rispondo, mettendomi a sedere.

Senza chiedermi scusa, né aiutarmi ad alzarmi, di nuovo, inizia a correre nella stessa direzione in cui correvano gli altri.
Mi alzo in piedi, per poi spostarmi dal centro del corridoio.
Mi volto verso la direzione da cui provenivano lui, e i suoi amici mammut: in fondo al corridoio c'è una porta aperta, dal quale esce un ragazzo in accappatoio.

— Teste di cazzo, tornate qui! Me la pagherete! — urla, è uno del suo gruppo.
— Scusa, ma non hai un altro paio di pantaloni? — urlo di rimando.
— Mi hanno nascosto la valigia, i coglioni! — urla di nuovo.

Sono le sette del mattino, dovremmo smetterla di urlare.
Strano come dei ragazzi fighetti come loro siano svegli a quest'ora, o forse è stato dovuto allo scherzo.
Scrollo le spalle, come a dire "Non è un mio problema", prima di sorpassare la loro stanza e arrivare alle scale, scendendole, facendomi un giro per il campus.

Sorprendentemente, ci sono molti ragazzi che già hanno preso parte a qualche attività.
Pensavo di essere una delle poche mattiniere.

Non appena scendo in spiaggia, intravedo Yoona e Yerin, mentre osservano un cartellone con un certo entusiasmo.
Mi avvicino a loro, sorprendendomi di me stessa.

SUMMER PARADISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora