Vengo svegliata da un rumore strano.
Apro gli occhi, ricordando ciò che è successo ieri sera.
Mi guardo intorno, rendendomi conto di come io attualmente mi trovi: sono completamente attaccata a Kai. Il rumore che mi ha svegliata, credo sia il russare di qualcuno.
Stanno tutti dormendo, sarà mattina presto.Mi alzo dal letto, sgusciando dal suo braccio e cercando di allontanarmi con cautela, in punta di piedi, per poi andarmene dalla sua stanza.
Rifletto su ciò che è appena successo.
Kai mi ha davvero aiutata, ieri.
Dovrei smetterla di essere così stronza, con lui.
Inoltre, quando sono con lui, provo qualcosa di strano, qualcosa che non ho mai provato, prima d'ora. Non voglio.
Ho già sofferto abbastanza, nella mia adolescenza, non ho bisogno che qualche stupida cottarella estiva mi rovini il mese per cui i miei genitori hanno speso non poco denaro, e la fine della mia adolescenza.Busso alla porta della mia stanza, confusa come non mai.
— Perché non sei tornata, stanotte? Mi hai fatta spaventare, cazzo! — esclama Emily, appena mi apre la porta della stanza.
— Ero con ... — inizio a dire, per poi bloccarmi.
Già so cosa sta per succedere.
Emily, lentamente, ricorda.
— Eri con Kai! Che stupida, avrei dovuto pensarci prima! — sospira, dandosi uno schiaffo in testa.
— Si, ma non farti strane idee. — la ammonisco, sorpassandola ed entrando in camera.
Sul suo volto, si allarga un sorriso malizioso, mentre richiude la porta alle sue spalle.
— Che avete fatto? Dai, dai, racconta! — cantilena, trascinandomi sul letto, sedendosi di fronte a me.
— Nulla, non abbiamo fatto nulla. — dico fermamente, cercando di sembrare il più disinteressata possibile.Ripenso alla serata appena trascorsa.
Una bella dormita, ecco come l'ho passata.
Le racconto ciò che è successo, sorbendomi i suoi scleri esagerati, a cui cerco di dare il minor peso possibile.
Niente cotte.Si fa all'incirca mezzogiorno, appena decidiamo di vestirci e di uscire.
Appena apro la porta della mia stanza, pronta a respirare aria di mare, mi ritrovo il corpo muscoloso e ambrato di Kai davanti, a sbarrarmi la strada.
Sussulto per la sorpresa.— Ho due domande. — dice, alzando due dita, senza neanche rivolgermi un buongiorno.
— Mh? — mormoro, notando la canottiera nera che sta indossando, che gli mette in risalto i muscoli color cioccolato.
Distolgo lo sguardo, cercando Emily alle mie spalle, sperando di non essere arrossita, per poi guardarlo in faccia.— Domanda numero uno: perché mi hai piantato in asso, stamattina? — mi chiede, appoggiandosi allo stipite della porta, con tutta comodità.
Non avrà capito che devo passare, forse.
— Domanda numero due: a quando il prossimo appuntamento? — chiede ancora, aggrottando le sopracciglia.
— Risposta alla domanda numero uno: avresti voluto che rimanessi nel tuo letto tutto il giorno? — rispondo, provocandolo con un mezzo sorriso.
— Non puoi rispondere alla mia domanda con un'altra domanda. — sentenzia.
— Ah no? E perché? — gli chiedo, con un sorriso beffardo.
— Perché l'ho deciso io. E non l'avrei presa male, se fossi rimasta con me. — mi risponde, mettendosi dritto, mentre sulle sue labbra si apre un sorriso beffardo.
— Peccato. — mormoro, approfittandone per cercare di passare.
— Ferma ferma, dove credi di andare? — dice, rimettendosi davanti a me.
— In spiaggia, forse? — chiedo ironicamente.
— Non ci andrai, o almeno finché non avrai risposto alla domanda numero due. — mi impone, sporgendosi lievemente verso di me.Emily si schiarisce la voce, alle mie spalle.
— Che ne dite se vi lascio soli? — chiede, avvicinandosi alla porta.Kai si sposta leggermente, permettendole di uscire.
Tento di sfruttare l'occasione, provando a sorpassarlo a mia volta, però adesso mi afferra, alzandomi da terra e portandomi all'interno della mia stanza, posizionandosi poi davanti alla porta chiusa.— Ora non hai scampo. — sentenzia, sorridendo maliziosamente.
Roteo gli occhi platealmente, nonostante io percepisca un certo formicolio ingiustificato all'altezza dello stomaco.
— Perché vorresti uscire di nuovo con me? — gli chiedo, sedendomi sul mio letto, rassegnandomi.
— Me lo chiedi anche? Lo chiami appuntamento, quello di ieri? — dice, con un tono andante sull'esasperato. In effetti.
— Non hai tutti i torti. — concordo, scrollando le spalle.
— Quindi, quand'è che hai voglia di uscire? — mi chiede, sfacciatamente.Mi alzo, avvicinandomi a lui.
Non batte ciglio, né sembra voler indietreggiare.
Anche perché non può, trovandosi con le spalle attaccate alla porta.— Non ho mai detto di voler uscire con te. — dico, a pochi centimetri dal suo volto.
— Io ti ho costretta fino ad un certo punto, principessa. — dice, accorciando ulteriormente le distanze.
— Che vuoi dire? — dico, presa in contropiede.
— Se non avessi voluto uscire con me, ieri non ti saresti fatta trovare pronta, e ti saresti rifiutata categoricamente di uscire. — dice.
— In fondo, anche tu sei attratta da me. — sussurra poi, facendomi venire i brividi.
— Ti piacerebbe. — dico, allontanandomi.
— Cosa c'è di male ad ammetterlo? — dice, sorridendo.
— Senti, la verità è che l'unico attratto da me sei tu, qui. — dico, sorridendo compiaciuta.
— È vero, lo ammetto. Sono attratto da te, e non poco. — dice, tranquillamente.Non mi aspettavo che lo dicesse con così tanta disinvoltura.
Per un attimo, esito.— Cosa c'è? Ti stai emozionando? — mi chiede, alzando un sopracciglio e sorridendo.
— Non ti facevo così schietto. — dico, iniziando a sentire le mie guance più calde.
— Se vuoi, posso dirti cosa penso quando fantastico su di te. — dice.
— No, passo, grazie. — dico, voltandomi verso la finestra.Mi piacerebbe un mondo saperlo, invece.
Sento che la mia temperatura corporea si sta alzando, ma che cazzo mi succede?— Ti supplico, lasciami uscire di qui. — dico, voltandomi verso di lui.
— No. — dice, risoluto.
— Okay, esco dalla finestra. — dico, voltandomi verso quest'ultima e aprendola.
— Sei impazzita? Lo sai a che piano siamo? — dice, staccandosi leggermente dalla porta.
— Terzo, e allora? — dico, facendo passare una gamba oltre il cornicione.
— Vuoi forse ucciderti? — mi chiede, avvicinandosi a me, alla finestra.Ne approfitto, balzando di nuovo dentro la stanza e correndo verso la porta, aprendola e uscendo.
— Ti ho fregato alla grande, testa di rapa! — dico, correndo nel corridoio.
— Ah non mi scappi, principessa! — dice, iniziando a corrermi dietro.Mi maledico mentalmente, ricordando che le sue gambe sono più lunghe delle mie.
Corro più velocemente, ricorrendo a tutte le energie del mio corpo.
Posso solo immaginare quanto sia ridicola questa scena, vista dall'esterno.Ad un tratto, come c'era da aspettarsi, mi ritrovo a rotolare sul pavimento.
— Allora, quando passo a prenderti? — dice Kai, sopra di me.
Il suo viso dista di qualche millimetro dal mio, riesco a sentire il suo respiro sul mio volto.
Mi tiene immobilizzata a terra, sotto il suo peso.— Possiamo restare qui tutta la giornata, se vuoi. Io non ho alcun problema. — dice, sorridendo maliziosamente.
Rimane qualche secondo a fissare le mie labbra, per poi tornare a guardarmi negli occhi.
— Domani alle nove, va bene? — gli dico.
— Okay. — dice, continuando a rimanere fermo in questa posizione.
— Puoi lasciarmi andare, ora? — chiedo, non ascoltando una vocina nella mia testa che mi urla di godermi questo momento.Sembra risvegliarsi da un sogno, quando si alza in piedi, aiutando anche me ad alzarmi.
— Senti, ma perché domani e non stasera? — mi chiede.
— Ho altro impegno, stasera. — dico.
— Cioè? —
— Non ti riguarda, ci vediamo! — dico, girando i tacchi e camminando verso le scale.Non mi segue, ma continuo a percepire il suo sguardo su di me.
Mi auguro che non stia guardando il mio sedere.
Un altro schiaffo, con tanto di rincorsa, non glielo toglie nessuno.— Spazio autrice —
Ringrazio le persone che stanno seguendo questa storia.
Per me è davvero importante, e mi dispiace che non abbia raggiunto molte visualizzazioni, come Omegle.
Vab stica a me piace tanto, quindi la posto, e chi la vuole seguire la segue^^Buona serata💓
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SUMMER PARADISE
Fanfiction#𝒌𝒊𝒎𝒋𝒐𝒏𝒈𝒊𝒏 Guardo la brochure. «Un mese nel campus estivo più esclusivo di tutta la Corea del Sud! Attività estive ogni giorno, non ci sarà neanche tempo per guardarsi allo specchio!» Già, mia madre pensa che così riuscirò a trovare degl...