— Chi è quella? — mi chiede Emily, guardando attraverso il finestrino del bagno pubblico.
— Una stupida che tenta spudoratamente di provarci con Kai. — rispondo, senza neanche cercare di trattenere il disprezzo nella voce.
— Carina, però. — dice, guardandola.La fulmino con lo sguardo, voltandomi verso di lei.
— Cosa c'è, Jihyun? Ammetti di essere gelosa? — dice, dandomi una gomitata.
— No, mai. — dico, fiera.Abbiamo vinto anche il gioco di oggi, e lei, la stupida, puntualmente è venuta a congratularsi con lui.
Osservo come si comporta.
Tocca di continuo il braccio di Kai, con fare innocente e disgustoso.
Lui le parla, le sorride, ma non sembra darle molta corda.
Sembra farlo più per educazione, che per altro.
Sono sollevata, da un lato.— Usciamo, o rimaniamo qui tutta la giornata? — dice Emily, avvicinandosi a me.
— No, io rimango qui finché quella non se ne va. — dico, continuando a guardarli.
— Io esco. — dice Emily, uscendo dalla porta, senza lasciarmi neanche il tempo di contestarla.Una volta uscita, la vedo avvicinarsi alla coppietta felice.
Vedo Kai pronunciare il mio nome, ed Emily indicare il bagno e poi mettersi una mano sulla pancia.
Gli avrà detto che non mi sento bene.
Ottima mossa.Il mio sollievo sparisce, appena vedo che Kai si sta avvicinando alla porta del bagno.
Immediatamente, mi infilo in una cabina, chiudendomi a chiave.
Proprio nel momento in cui giro la chiave, sento la porta aprirsi.— Jihyun? — mi chiama.
Che dico?
Che faccio?
Farei solo una figuraccia, se gli dicessi che non uscivo dal bagno per quella gatta morta.— Jihyun? — pronuncia il mio nome con un po' di agitazione in più.
Quanto è carino.— Mh? — rispondo.
— Stai bene? — mi chiede.
— Mh, mh. — rispondo.
— Sicura? —
— Si. —
— Ti aspetto fuori, allora. — dice.
Percepisco il rumore della porta del bagno aprirsi e poi richiudersi, dopo pochi passi.Deducendo che se ne sia andato, caccio un respiro di sollievo, per poi uscire dalla cabina e mettermi una mano in fronte.
— Perché non uscivi da lì? —
La sua voce mi fa sussultare, non trattengo un urletto.
— N-non mi sento bene. — dico, arrossendo terribilmente.
— Sicura? — mi chiede, avvicinandosi pericolosamente a me.
Annuisco velocemente.
Continua ad avvicinarsi, mentre io indietreggio.
Tocco il muro con la schiena, lui appoggia una mano sul muro, all'altezza del mio viso.— Non sembri star male, però. — mi dice, guardandomi.
— Cosa ne sai tu? E poi, questo è il bagno delle ragazze, idiota, esci di qui! — dico, cercando di sgusciare dal suo sguardo.
— Non uscivi per via di Jen, vero? — mi dice, sorridendo.
— E chi sarebbe? — chiedo, ma posso già immaginare chi sia.
— Il confettino dolce e amorevole di ieri. — dice, sorridendo.
— E quindi? Cosa c'entra, lei? —Negare tutto senza prima aver chiesto spiegazioni, significa mettersi le mani nel sacco da soli.
— Avanti, ti ho vista. Ci hai guardati tutto il tempo, mentre parlavamo, e quando sono entrato ti sei nascosta. Non sono nato ieri, principessa. — dice, mettendomi un dito sotto il mento e obbligandomi a guardarlo.
— No, ti stai sbagliando. — dico, senza riuscire a controllare il rossore delle mie guance.Il mio primo impulso sarebbe quello di dirgli «Non hai potuto vedermi, se eri concentrato a parlare con quella gatta morta. », ma sarebbe come ammettere che ha ragione.
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SUMMER PARADISE
Fanfic#𝒌𝒊𝒎𝒋𝒐𝒏𝒈𝒊𝒏 Guardo la brochure. «Un mese nel campus estivo più esclusivo di tutta la Corea del Sud! Attività estive ogni giorno, non ci sarà neanche tempo per guardarsi allo specchio!» Già, mia madre pensa che così riuscirò a trovare degl...