— Scusami, probabilmente avresti voluto passare la serata con i tuoi amici. Magari ho rovinato il tuo piano. — dico, sorridendo leggermente.
— Ma no, figurati. Non pensavo avessero intenzione di andare ad una festa, sanno che non amo quel tipo di ambiente. — dice, scrollando le spalle.
— Sono sorpresa. La maggior parte dei ragazzi ama andare alle feste. — dico, voltandomi a guardarlo.
— Sono un'eccezione, allora. — risponde, grattandosi la nuca.È davvero carino, e sembra gentile.
— Beh, dove hai voglia di andare? — mi chiede.
— Non so, dimmi tu. — rispondo, con lo sguardo basso.Sono stranamente diventata timida.
Mi sembra strano che io non gli abbia ancora risposto male, o almeno in modo freddo, come mio solito.— Che ne dici di fare una passeggiata sulla spiaggia? — mi chiede.
Proprio come feci con Kai.
Cerco di mascherare l'espressione preoccupata, oserei dire, ed annuisco.Andiamo in spiaggia, iniziando a passeggiare sulla riva.
Non riesco a non pensare a quando ci venni con lui.
Chissà dove saranno andati, lui e quella sottospecie di bambolina.— Perché hai quell'espressione? — mi chiede, guardandomi.
— No, il fatto è che ... — dico, ma non riesco a continuare.Avrei tanta di quella voglia, di parlarne con qualcuno.
Ma sento un groppo in gola, pronto a trasformarsi in lacrime.
Ma il punto è: perché?
Non ho motivo di piangere, oltre al fatto che sono un'imbecille senza speranza.
Già, forse è per questo.— Hey, va tutto bene? — dice, fermandosi.
Lo guardo, sentendo gli occhi bruciare, mentre le lacrime fremono per fuoriuscire.
Volto il viso verso il mare, appena percepisco una lacrima rigarmi il volto.— Scusami, sono patetica. — dico, asciugandomi la lacrima.
— Non dire sciocchezze, ognuno ha i propri buoni motivi, per piangere. — dice, sorridendomi in modo dolce, comprensivo.
Gli sorrido anche io, voltandomi verso di lui.
— Hai voglia di parlarne? — dice.Probabilmente, sapere il parere di un ragazzo, mi aiuterebbe. Anche se non c'è molto da capire, in tutta questa situazione.
Ci sediamo al tavolino di un bar, sulla spiaggia.
Chanyeol ordina qualcosa per entrambi.Inizio a raccontargli tutto, dapprima esitando, ma poi riesco a sciogliermi.
Lui mi ascolta con attenzione, o almeno così sembra.
Appena finisco di parlare, abbasso lo sguardo sulle mie mani, sentendomi una stupida senza speranza.— Penso che ognuno debba prendersi il proprio tempo. — dice.
Alzo lo sguardo.
— Probabilmente, non riesci ad accettare il fatto che anche lui ti piace, perché hai paura. Hai detto che è una cosa nuova, per te, quindi la rigetti. Hai paura di soffrire, e questa non è una cosa da tutti. — dice, guardandomi.
— Che significa? — chiedo, incuriosita.
— Significa che se un'altra ragazza avesse capito di piacere ad uno come Kim Jongin, probabilmente non si sarebbe fatta i problemi che ti stai ponendo tu, e si sarebbe gettata a capofitto tra le sue braccia. L'attenzione che stai avendo mi spiazza. —
— No, il suo nome non è Kim Jongin, è ... —
— Kai, si, ma il suo vero nome è Jongin. Si fa chiamare Kai praticamente da sempre. — dice.
— T-tu lo conosci? — dico, pentendomi immediatamente di avergli raccontato tutto.
— Si, ma non è un mio amico. Lo conosco perché entrambi frequentiamo questo campus da tempo. — dice, sorridendo.Sorprendente.
L'ansia improvvisa che Kai, Jongin, o come si chiama, possa scoprire una cosa del genere, passa velocemente così come mi è venuta.
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SUMMER PARADISE
Fanfiction#𝒌𝒊𝒎𝒋𝒐𝒏𝒈𝒊𝒏 Guardo la brochure. «Un mese nel campus estivo più esclusivo di tutta la Corea del Sud! Attività estive ogni giorno, non ci sarà neanche tempo per guardarsi allo specchio!» Già, mia madre pensa che così riuscirò a trovare degl...