— Sta volta dormirai nel mio letto. — dice, risoluto.
— No, non se ne parla. I tuoi amici mi mettono a disagio. — dico, altrettanto risoluta, se non di più.Lui, in tutta risposta, mi carica in spalla e mi porta in camera sua, per poi mettermi sul suo letto.
Faccio per alzarmi, ma lui si sdraia accanto a me, a pancia sotto, bloccandomi a letto con un braccio all'altezza del punto vita.Sospiro, rassegnata.
— Domani dobbiamo alzarci presto, per i giochi. Vedi di svegliarti. — dico, acidamente.
Risponde con un verso.
* * *
Sto camminando su delle nuvole, è molto rilassante.
Cammino, cammino.
All'improvviso, sento come se stessi fluttuando.
Che bello, fluttuare.— E meno male che ero io a dovermi svegliare. — sento dire da una voce conosciuta.
Chi è, Dio?Lentamente, apro gli occhi, rendendomi conto di trovarmi tra le braccia di Kai, letteralmente.
Mi sta tenendo a mo' di sposina, e ringrazio il cielo di essere rincoglionita per il sonno.— Dove mi stai portando? — farfuglio.
— In camera tua, devi cambiarti. Dobbiamo andare in spiaggia. — dice, bussando alla porta della mia camera con un piede.
Originale.Emily apre dopo poco, strofinandosi gli occhi.
Il suo viso si illumina, appena ci vede.
O meglio, appena vede che Kai mi tiene fra le sue braccia, a mo' di sposina.Roteo gli occhi.
— Siamo arrivati, e sono sveglia. Puoi lasciarmi. — dico.
Mi ignora, entrando in camera.
— Okay, ti lascio, ma solo perché devi cambiarti. — dice, poi, posandomi a terra.
— Grazie! — rispondo, ironica.Prendo il costume da bagno, e un pantaloncino, per poi andare in bagno a lavarmi e cambiarmi.
— Ci vediamo dopo. — dico ad Emily una volta uscita dal bagno, che mi risponde sorridendo, ancora assonnata.
Andiamo in spiaggia, dove ci sono davvero molte persone.
Molte ragazze fissano Kai, ridacchiando.
Alcune mi fulminano con lo sguardo.
Cerco di mostrarmi impassibile, cosa molto difficile.Ad un tratto, quando ci avviciniamo a tutte le altre persone che partecipano, sento una mano nella mia.
— Che stai facendo? — dico, cercando di scrollarla.
— Quel tipo ti sta guardando, non mi piace. — dice, indicando un tipo non molto alto, ma parecchio carino.
— E allora? — dico io.
— Non mi piace. — ripete.Guardo il ragazzo.
Mi sorride.
Non è un sorriso arrogante, ma sembra dolce.
Non come qualcun altro.
Gli sorrido anche io.Kai mi guarda con gli occhi sgranati, per poi tirarmi a sé cingendomi la vita con un braccio.
Cerco di ignorare la vampata improvvisa di calore, non dovuta alle temperature.
Lo spingo via, irritata.— Ma si può sapere che ti prende? Non sei il mio ragazzo, diamine! Posso sorridere a qualcuno, o no? — dico, guardandolo male, ma con le guance rosse come due peperoni.
Questa volta, sembra accusare il colpo.
Abbassa lo sguardo.
Mi sto pentendo di avergli risposto così.— Scusami, non volevo essere sgarbata. È solo che mi dà fastidio il modo in cui ti comporti nei miei confronti. — dico, più dolcemente.
Lui solleva di nuovo lo sguardo su di me.
Sembra un cucciolo, è dolcissimo.— Perché a te non dà fastidio il modo in cui le altre ragazze mi guardano? — mi chiede.
— Eh? — chiedo, sorpresa da quella domanda.Chi ti dice che non mi dà fastidio?
— Nulla, lascia perdere. — dice.
Non prova più a toccarmi.
Questa volta, sembra essersela presa.
E perché, poi?
Non ha detto che gli piaccio, ha detto che è attratto da me.
È ben diverso.— Il primo gioco è una corsa con i sacchi: dovrete condividere il sacco con il vostro partner, e dovete tagliare il traguardo prima di tutti. Le prime dieci coppie passeranno alla fase successiva, le altre verranno eliminate, purtroppo. Preparatevi! — dice un tizio, seduto su una piattaforma sollevata.
— Attento a non farmi cadere. — dico, mentre ci posizioniamo e infiliamo le gambe nel sacco.
— Non potrei mai, principessa. — dice, sorridendo.Vedere il suo sorriso mi solleva.
Non riesco a trattenere un sorriso, a mia volta.— Pronti? — dice il tipo.
— Prendimi la mano. — dice Kai.
— Cosa? — chiedo, voltandomi verso di lui.
— Ci aiuterà a vincere, prendimi la mano. — dice.Il fatto che me l'abbia chiesto, mi induce a prenderla.
Anche perché non sembra ironico e beffardo come al solito.— Via! — urla il tizio.
Io e Kai iniziamo a saltare come due conigli impazziti, mano nella mano.
Effettivamente, tenerci le mani, aiuta a dare forza l'uno all'altro, e riusciamo a saltare meglio e a resistere di più.
Troppo concentrata a saltare, non mi accorgo di aver oltrepassato il traguardo.
Mentre Kai si ferma, io continuo a saltare, inciampando nel sacco e cadendo nella sabbia, a pancia in giù.Oh no, che figura.
Sento qualcuno ridacchiare, ora sarò anche lo zimbello del campus.— Ti sei fatta male? — mi chiede Kai, aiutandomi ad alzarmi e sorridendo.
— Smettila di sorridere in quel modo. — dico, tentando di scrollarmi la sabbia di dosso.
— Scusami, però sei caduta in un modo a dir poco fantastico! — dice, ridacchiando.Roteo gli occhi.
Però, immaginando la scena vista dall'esterno, scoppio a ridere anche io.— Okay, fine! La prima coppia ad aver raggiunto il traguardo è la numero ... — inizia a dire, per poi fermarsi, credendo di creare suspance.
— ... 23! — urla, poi.Controllo il braccialetto che entrambi abbiamo al polso.
Ce l'hanno dato prima dell'inizio dei giochi.23
— Siamo noi! — dico, guardandolo e sorridendo.
— Si! Evvai! — dice Kai, abbracciandomi e sollevandomi da terra.Non è un abbraccio che rappresenta un tentativo di provarci con me.
È un abbraccio che indica la nostra prima vittoria.
Ricambio l'abbraccio, ridendo.— Ecco, ora sono sporco di sabbia. — dice, posandomi a terra ma senza staccarsi da me.
— La prossima volta pensaci due volte, prima di abbracciarmi! — dico, ridendo.
— No, questo mai. — dice.
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SUMMER PARADISE
Fanfiction#𝒌𝒊𝒎𝒋𝒐𝒏𝒈𝒊𝒏 Guardo la brochure. «Un mese nel campus estivo più esclusivo di tutta la Corea del Sud! Attività estive ogni giorno, non ci sarà neanche tempo per guardarsi allo specchio!» Già, mia madre pensa che così riuscirò a trovare degl...