Chapter seventeen;

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— Sai, stavo pensando. — mormora Kai.
— Sono felice che tu pensi. — dico, sorridendo, senza guardarlo.
— Spiritosa. — dice, dandomi un pizzicotto su un fianco e facendomi sussultare.

Mi allontano da lui, mettendomi sul bordo del letto.
Mi avvolge un braccio intorno alla vita, tirandomi di nuovo a sé.
Per quanto io provi ad oppormi, e per quanto io provi a staccarmi da lui, è sempre la stessa storia.

— Dicevo, stavo pensando che oggi, quando ho risposto a Kris in quel modo, non ti sei opposta. Stai iniziando a provare qualcosa per me, principessa? — mormora, con un tono di voce malizioso e arrogante.
— Volevo evitare di fare la figura della stupida, dicendogli la verità. Non illuderti. — dico.
— Non vuoi ammetterlo, sei troppo orgogliosa. Ma va bene, ognuno ha i propri tempi. — dice, facendo dei cerchi immaginari con le dita sulla mia pelle.
— Smettila di parlare, i tuoi amici potrebbero svegliarsi. — dico, dandogli una gomitata.
— Non credo proprio. — dice, staccandosi da me e prendendo una pantofola dal pavimento.
— Che stai facendo?! — sibilo, mentre lui lancia la pantofola sul letto di Suho.
Quest'ultimo si rigira nel letto, ma non si sveglia.

— Impressionante. — dico, sorpresa.

Si rimette nella posizione precedente, ridendo, e cadiamo entrambi nel sonno.

* * *

— Il prossimo gioco, consiste nel portare da una scodella all'altra il maggior numero di bastoncini. Un membro dovrà correre dalla prima scodella all'altro membro e passargli il bastoncino con le labbra. L'altro, dovrà correre fino all'altra scodella e tornare indietro. Pronti? — dice, il solito tipo strano e dalla voce squillante.

— Stai attenta, principessa, potrei toglierti il bastoncino dalla bocca e baciarti. — dice Kai, strizzandomi l'occhio e posizionandosi.

Io roteo gli occhi, ma non posso fare a meno di arrossire.

— Via! — urla il tipo.

Prendo un bastoncino con le labbra, con difficoltà.
È più difficile di quel che sembra.

Corro da Kai.
Fortunatamente, questo bastoncino è abbastanza lungo.

Torno indietro, facendo la stessa cosa.

Kai non prova minimamente a strapparmi il bastoncino dalle labbra, anzi, sembra intenzionato a vincere.
Lo apprezzo.

Mentre continuo a portargli i bastoncini, rifletto.
Non è possibile che mi stia facendo quest'effetto.
Mi sono piaciuti dei ragazzi, nella mia vita, ma erano diversi, da lui.
Molto più semplici, normali, direi quasi insignificanti, ora che ho conosciuto lui.
Lui è lontano un miglio dalla definizione di normale e insignificante.
Bello, alto, fisico perfetto, arrogante e presuntuoso.
Ma anche estremamente dolce e gentile, quando vuole.
È come se avesse un alter ego, ed è una cosa che mi intriga da pazzi.

Distratta dai miei pensieri, inciampo.
Non tocco terra, accorgendomi che Kai mi ha presa al volo.

— Sta' attenta, principessa. — dice, prendendo il bastoncino dalle mie labbra, facendomi un occhiolino e correndo, dopo avermi aiutata ad alzarmi.

Ah, ecco un'altra cosa.
Mi aiuta, indipendentemente da quale sia la situazione.
Il punto è che non capisco il perché.
Cosa lo spinge, a fare tutto questo?

* * *

— Sei pensierosa, principessa. — dice, mentre passeggiamo per il campus.

Non ho intenzione di dirgli ciò che mi passa per la testa.
Almeno, non ancora.

— Ma i tuoi amici, sono d'accordo se passo così tanto tempo con te? Non si arrabbiano, se tu li trascuri? — gli chiedo, ignorando ciò che ha appena detto.
— No, stiamo insieme praticamente tutto l'anno, a loro non dispiacerà se passo una settimana con te. — dice, guardandomi.
— Oppure, potremmo passare del tempo tutti insieme. Io, tu, e i nostri amici. Che te ne pare? — gli dico, fermandomi.
Non mi riconosco più.
Sarei morta, piuttosto che passare del tempo con tante persone.

Lui si ferma subito dopo di me, scrutandomi e avvicinandosi.

— Non saresti gelosa, se io conoscessi le tue amiche? — mi chiede, ad un palmo dal naso.
— No. — rispondo, schietta.
— Beh, peccato, perché io lo sarei. — dice, senza muoversi.

Le nostre labbra sono talmente tanto vicine, che basterebbe che alzassi di pochi centimetri il capo, per farle toccare.
E per un momento, sono tentata di farlo.

— Spiegami perché sei attratto da me. — dico, allontanandomi.
— Perché questa domanda? — mi chiede, guardandomi.
— Perché non capisco. Dici di essere attratto da me, ma non c'è davvero nulla di attraente, in me. — dico, alzando le spalle.
— Probabilmente non vedi quello che vedo io. — dice, accennando un sorriso.

Queste parole, fanno alzare gradualmente la temperatura delle mie guance.

— Sai, sei diversa dalle altre.  Non sei caduta immediatamente ai miei piedi, come gran parte delle ragazze che ho conosciuto. Non hai mai ceduto ai miei giochetti. E poi, sei scorbutica, scontrosa e irascibile, ma proprio per questo, mi piaci. — dice, tenendo fisso il suo sguardo su di me.
Il suo sguardo così profondo, intenso.

Io sono completamente paralizzata, davanti a lui.

— Tutto ciò unito al tuo fisico, al tuo viso e al tuo sedere, ovviamente. — dice, sorridendo maliziosamente.

Mi metto una mano in fronte.
È stato capace di rovinare un momento ... Come dire? Bello.

— Ti ringrazio. — dico, semplicemente, scuotendo leggermente la testa, tenendomi ancora una mano sulla fronte.
— Parlando seriamente, Jihyun. Non devi assolutamente pensare di non essere attraente. Sei forse l'unica ragazza che io abbia mai conosciuto ad essere attraente più per i suoi modi di fare, che per il suo modo di conciarsi. — dice, questa volta serio.

Non so cosa rispondere.

— Ed ero serio, quando ti ho detto che sarei stato geloso. — dice, avvicinandosi nuovamente a me.

Distanza pericolosa.
Pochi centimetri separano le nostre labbra.
Sento il suo respiro sul mio volto.

Sento il tonfo della sua borsa sull'asfalto, seguito dalla mia.

Le sue mani raggiungono i miei fianchi, attirandomi ancora di più a sé.
Non riesco ad oppormi.
Vorrei, ma non ci riesco.
No, non so se sia realmente così.

La verità è che voglio maledettamente che mi baci, una volta per tutte.
Chiudo gli occhi, in attesa.

— Non è ancora il momento. — mi sussurra.
— Mh? — mormoro, aprendo gli occhi.
— Non ti bacerò, Jihyun. Dovrai essere tu, a farlo. — dice, senza spostarsi.
— Non capisco. — dico, esitando.
— Io ti bacerei giorno e notte, ma sarebbe ancora più bello se anche tu, lo volessi. Per ora, mi accontento di assaporare questa sottile distanza fra noi due. Ma ti confesso che mi fa desiderare di baciarti ancora di più. — dice, con voce roca.

Mi sento una stupida.
Questa sottile distanza, è stata capace di stregarmi completamente.

— Okay. — rispondo.

Lui mi accarezza il viso con una mano, facendomi rabbrividire.

— Cosa facciamo, stasera? —

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