Capitolo 2- Strada sbagliata

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Dopo due giorni di cammino, senza alcun problema da parte degli uomini dagli occhi di ghiaccio, incontrano un lungo muro quasi totalmente distrutto con strani alberelli piccoli piccoli.
Vito ferma il gruppo è fa cenno a Carlos di controllare.
Dopo neanche 10 minuti torna con un Vittorioso biondo con gli occhi blu mare.
<< Learco? Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a Ravenna?>>
Il nuovo arrivato sbuffa a quella affermazione e prende cordialmente la mano al re.
<<E te? Non dovresti essere a Roma? O come la chiami ora, Romina solo perché è la meta della vecchia città rispetto a prima?>>
I due amici si sorridono a vicenda.
<< Questo non spiega come mai te sei qui.>>
Learco ride a crepacuore.
<< Amico, temo che hai preso un abbaglio! O il tuo navigatore non funziona adeguatamente! Sei a Ravenna.>>
Esmeralda sorride all'ospitalità di quell'uomo e al fatto che suo marito ha perso l'orientamento nel suo stesso paese.
<< Milady! Siete la famosa Esmeralda in persona vedo.>>
Le fa il bacia mano con un occhiolino; poi si rivolge al re.
<< Mi avevi detto che era bella, ma non hai specificato che è favolosa! Venga con me, mia regina, ti faccio visitare le bellezze del nostro paese.>>
Esmeralda lo segue divertita, non prima di aver notato il consenso taciturno del marito.
<< Il mio regno è piccolo ma contiene uno stato intero. Il mio castello si affaccia a quella che una volta era la nostra Italia. Un paese meraviglioso, pensate che gli umani hanno costruito, di tutto punto, questo giardino. Gli umani che si trovano nella mia corte si dedicano nella sua cura. Ci tengo molto ai monumenti. Peccato che non ho una prole a cui farla ereditare.>>
Sospira tristemente.
<< Vede la mia famiglia è stata massacrata anni fa da quei bastardi dei Ribelli!! Adesso sono cittadini a tutti gli effetti ma... non so cosa farei se ne avessi uno sotto il mio sguardo.>>
Un brivido percorre lungo la schiena di Esmeralda; cerca con lo sguardo Alessandro ma ben presto si accorge che dietro di lei, manca solo lui.
<< Questa mia cara è la vecchia Romina.>>
Agli occhi della regina non viene in mente un posto così macabro nel suo periodo di vita, bello come lo era nel passato.
<< Questo cos'è?>> chiede osservando una struttura che ricorda un teatro.
<< Il Colosseo mia cara.>>

Alessandro si è allontanato velocemente dal gruppo, quando ha visto da lontano Learco.
Tra loro due non circola buon sangue; in passato sono stati assediati più volte da quella contea e spesso ricambiavano il favore saccheggiandola.
Inoltre, tutti sono consapevoli del fatto che Alessandro è il capo dei Ribelli; quindi prima o poi anche Learco avrebbe provato ad ucciderlo.
Resta in disparte nella boscaglia e cerca un riparo per quando sorgerà il sole.
Insieme a lui resta l'incantevole Theresa.
<< Alessandro, non so il perché ma credo di non piacere ad Esmeralda.>>
Dice all'improvviso.
<< Come scusami?>> Non molto attento a ciò che gli sta dicendo.
<< Sai già dal primo giorno che ti ho conosciuto, lei mi ha sempre guardato male o con noia. Non mi ha mai sorriso, forse...>> non finisce la frase che un gruppo di uomini li circonda.
Alessandro sposta l'amata dietro di sé ed osservando bene le tuniche del nemico, riconosce lo stemma della casata di Learco.
<< Cosa volete? Veniamo in pace!>>
Ma questi non gli rispondono e iniziano ad attaccarlo. Theresa, benché sia forte, non ha mai imparato a combattere a dovere e in breve tempo si trova con le mani dietro la schiena per terra.
Il capo dei Ribelli invece prova ad allontanarli da sé e incapace di fuggire, cerca di liberare l'amata colpendo due uomini allo stomaco con una spada ma, gli uomini sono troppi anche per lui, i quali iniziano a tirare delle funi alla far West e lo legano per tutti e quattro gli arti facendo cadere a terra e sistemandolo come la consorte.
<< La pagherete cara! Sono il nipote del re!>>
Un soldato di Learco gli tira un pugno dietro la nuca, facendolo svenire.

Esmeralda prova il fastoso vestito blu, donatogli da Learco, per il ballo preparatogli di fretta e in furia in suo onore.
Vito le abbattona l'abito da dietro, accompagnandolo con numerosi baci lungo la schiena.
<< Smettila amore! Dobbiamo sbrigarci! Il sole è sorto da poche ore e ci aspettano! Non sarebbe gentile se gli invitati principali arrivassero in ritardo!>>
Il re la stringe a sé, assaporando il suo profumo.
<< Dai Esmeralda! Ci mettiamo poco!>>
La regina si allontana scherzosamente.
<<No! Inoltre nella stanza qui affianco c'è David! Potrebbe sentirci!>>
In quel momento qualcuno bussa alla porta, facendo sbuffare divertito il re.
<< Avanti!>> dice mentre si riordina la cravatta.
<< Buongiorno mio signore! Seguitemi! Vi accompagno alla sala da ballo. >>
Vito prende sotto braccetto la moglie, senza staccarle gli occhi di dosso.
<<Ah e mio figlio? Dov'è?>>
chiede la regina guardandosi attorno.
<< Il duca Learco mi ha detto di avvisarvi che il ragazzo si trova in armeria con un maestro e vi raggiungerà più tardi.>>
Detto ciò apre il sipario mostrando una scala che li porta su un bancone rivolto verso la folla.
Insieme, si dirigono sul punto più alto per salutare coloro che sono venuti a vederli e iniziano le danze.

Quando i regnanti si uniscono al resto degli invitati, vengono travolti da mille saluti e domande.
Dopo molti balli Esmeralda si avvicina all'orecchio del marito.
<< Vado a prendere una boccata d'aria! Mi sembra di essere tornata ai primi tempi del mio governo! Non un attimo di respiro!>>
Il re le prende il mento tra due dita e le da un lieve bacio sulle labbra.
<< Va bene ma sbrigati! Non mi abbandonare a tutta questa gente! Inoltre Learco sembra sparito! Non l' ho visto per tutta la serata e non vorrei che se la fosse svignata con qualche bella donzella.>>
Esmeralda, cercando di passare inosservata, sgaiottola fuori dalla portata della gente, scappa in una stanza attigua alla precedente, restando a bocca aperta dai meravigliosi quadri che ricoprono le pareti.
<< Mamma aiuto!>>
Un urlo la sveglia da tutta quella bellezza che la circonda.
Si guarda attorno con il cuore in gola temendo a chi possa appartenere quella voce.
<< Aiuto!>>
L'ultimo urlo proviene da una scala e si precipita verso di essa, mostrandole un disgustoso scenario.
David in ginocchio, con le mani legate dietro alla schiena, che cerca di liberarsi dalla presa di un uomo che lo tiene inchiodato a terra con un piede.
<< Stupido moccioso figlio di un Ribelle! Se urli ancora ti taglio la lingua!>>

La Regina e il Ribelle                        -Un Lungo ViaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora