Banchetto in sala grande e grandi assenze

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Nonostante non fosse di certo la prima volta che i ragazzi la vedevano, faceva sempre un certo effetto trovarsi di fronte il cielo stellato della Sala Grande. Affascinava tutti, sia i grandi che i più piccini che arrivavano al castello per la prima volta. Persino i professori e i fantasmi ne rimanevano incantati, tra tutte le magie e gli oggetti magici che i mitici fondatori avevano lasciato al castello quello venuto meglio, insieme al cappello parlante si intende.Mentre i ragazzini del primo anno si guardavano intorno voraci, bene attenti a non perdersi nemmeno un microscopico angolo di quella sala che li avrebbe ospitati per sette lunghi anni, tutti gli altri erano già seduti ai rispettivi tavoli e attendevano con pazienza la fine dello smistamento per iniziare a mangiare. Il caos regnava sovrano nei tavoli di tutte le case, solo il tavolo di Grifondoro, solitamente il più scatenato, appariva più smorto del solito. Lily Evans non aveva ancora incrociato Potter e questo la rendeva parecchio nervosa. Sicuramente stava tramando qualcosa alle sue spalle. Non se lo era trovato intorno per tutto il viaggio ed aveva il terrore che sbucasse all’improvviso con una delle sue solite trovate. Incrociò lo sguardo di Charleen e non poté fare a meno di notare che la sua amica era perplessa quanto lei e che si guardava intorno come se cercasse qualcuno o qualcosa. Lily sospirò, anche di Alice non c’era traccia. La rossa si chiese che fine avesse fatto l’amica.
“Potter.” disse solamente Charleen. Lily non capì ma Sebastian, che era seduto proprio di fronte a loro, si unì alla loro conversazione.
“Sembra che nemmeno i malandrini lo abbiamo visto.” spiego il ragazzo sorridendo. Quelle parole lasciarono Lily e Charleen di sasso, mentre alle loro spalle alcune ragazze del secondo anno svenivano per l’emozione di avere sentito Sebastian parlare. Lily non poté fare a meno di ridere, nonostante la serietà del momento. 
“Ma non può essere sparito nel nulla.” protestò Cristal confusa, cercando una risposta ma trovando solamente le facce confuse e sperdute degli amici.
“Parlate di James, vero?” chiese Frank raggiungendoli e sedendosi nel posto che Sebastian aveva tenuto per lui alla sua sinistra.
“Come lo sai?” chiese Charleen lanciando al portiere dei Grifondoro uno sguardo interrogativo. Frank in risposta alzò le spalle.
“Tutto il castello non parla d’altro..” rispose giocherellando con il calice che aveva di fronte a sé. Anche se cercava con tutte le sue forze di nasconderlo Sebastian si accorse che il suo amico era silenzioso, come perso nei suoi pensieri. Lo fissò a lungo, poi alzò le spalle, pensando che probabilmente si stava chiedendo che fine avesse fatto Alice. Anche la ragazza faceva parte dell’elenco dei Grifondoro che avevano deciso di perdersi il primo giorno di scuola senza motivo. Sebastian cominciò a chiedersi se si trattava di una malattia contagiosa oppure un semplice caso di sbadataggine familiare. 
“Ciao ragazzi, possiamo unirci a voi?” chiese Sirius, accompagnato da Remus e Peter, facendosi largo tra una folla di Grifondoro curiosi che li accerchiavano e che li indicavano parlando a bassa voce tra loro. Tutti i presenti si voltarono di scatto e poterono costatare che James non era veramente con loro.  
“Da quando hai bisogno dell’invito Sirius?” esclamò Cristal spostando la borsa e facendo posto al ragazzo. Sirius sembrava molto più irritato di quando l’aveva incrociato sul treno, e Cristal pensava che il ragazzo ne avesse tutte le ragioni. 
“Non ci credo, fate le vipere anche quando un povero ragazzo cerca di essere gentile. Siete davvero insensibili, se andate avanti così morirete sole e con tanti gatti.” mormorò Sirius sconsolato, ottenendo come risposta una pacca affettuosa da Remus che gli si sedette di fronte, con da parte Peter, muto come al solito. 
“Sono allergica mi spiace.” disse Lily gelida guardando male Sirius. Decisamente iniziare l’anno dividendo il tavolo con il degno compare di James Potter non era quello che si era immaginata, per di più aveva il terrore che Potter comparisse all’improvviso. A differenza delle sue amiche non credeva che Potter e Black avessero davvero litigato, probabilmente stavano solo recitando, e Potter era lì da qualche parte, pronto a spuntare dal nulla e sedersi accanto a lei per poter riprendere a tormentarla.
“Davvero? Pensavo fossi allergica solo a Potter..” ribatté Sirius. I ragazzi rimasero stupiti e allo stesso tempo confusi, non era mai successo che Sirius avesse chiamato l’amico per cognome. Lily rimase zitta per qualche istante, spiazzata anche lei da quelle parole, proprio come gli altri. Il tono che Sirius aveva usato per parlare di Potter era persino più gelido di quello che di solito usava  lei. Sembrava tutto così strano.
“Anche ai gatti, ma meno.” spiegò Lily dopo un po‘, abbozzando un piccolo sorriso. Sirius interpretò il sorriso della rossa come un segno di tregua, e decise di non mettere alla prova oltre la pazienza della ragazza. Quella sera si sentiva quasi in pace con il mondo e non aveva voglia di litigare, tranne con James certo. 
“Che fine ha fatto il vostro degno compare?” chiese Charleen passando lo sguardo da Sirius a Remus per poi arrivare a Peter che abbassò subito lo sguardo diventato rosso. 
“Non mi importa.” borbottò Sirius fissando intensamente il suo piatto vuoto, sentendo gli sguardi di tutti i presenti posarsi su di lui. 
“Pensavo fosse il tuo migliore amico..” protestò Charleen, aspettando una spiegazione che però sembrava destinata a non arrivare.
“Lo pensavo anche io.” mormorò Sirius incrociando le braccia. James stava esagerando e Sirius non capiva dove il suo amico volesse arrivare. Cosa voleva dimostrare sparendo a quel modo? Sirius si tormentava da ore riguardo a James e ormai era livido di rabbia. Più passava il tempo e più si sentiva preso in giro. 
Le ragazze si scambiarono occhiate confuse e poi si voltarono verso Remus in cerca di spiegazioni, sperando che almeno lui dicesse qualche parola in più.
“Sta esagerando.” disse Remus piano, con un’espressione indecifrabile dipinta sul viso.
“Che è successo?” chiese Cristal bruscamente. Tutti quei misteri stavano cominciando a farle saltare i nervi. Alice che faceva la misteriosa e poi spariva senza dire nemmeno perchè, James che non si degnava nemmeno di farsi vedere. Cristal cominciava a pensare che la pazzia fosse un problema comune nella famiglia di quei due.
“James non ha risposto alle nostre lettere per tutta l’estate e non c’era sul treno.” raccontò Remus con aria triste. Improvvisamente cadde in silenzio, nessuno sapeva più cosa dire e Sirius continuava imperterrito a fissare il suo piatto vuoto.
“Siete in pensiero?” chiese Sebastian, fissando prima Remus e poi Sirius. Il primo sembrava rassegnato, il secondo sembrava furioso ma oltre tutta quella rabbia Sebastian riusciva a vedere tanto dolore e tanta sofferenza.
“Perché dovremmo? Probabilmente sarà solo una delle sue stupide trovate per attirare l’attenzione.” ringhiò Sirius, cercando disperatamente di nascondere una sofferenza che però traspariva dai suoi occhi, spenti e mogi. Di nuovo cadde il silenzio, nessuno si azzardava a fare domande o a dire qualcosa.
“Ma Alice?” chiese Peter improvvisamente, notando il posto vuoto che era rimasto tra Cristal e Frank. Questa volta fu il turno dei due ragazzi di abbassare lo sguardo preoccupati.
“In effetti doveva già essere qua.” osservò Sebastian fissando il suo migliore amico. Frank era molto preoccupato, ma a differenza di Sirius non provava nemmeno a nasconderlo.
“Ha avuto qualche problema ma aveva detto che sarebbe arrivata per il banchetto.” spiegò Frank in risposta agli sguardi interrogativi che gli erano stati rivolti dagli altri.
“Forse sta parlando con James per cercare di convincerlo a venire qui.” ipotizzò Cristal, cercando di smorzare la tensione. Charleen abbozzò un sorriso, ma Lily la fulminò con lo sguardo facendole capire che non era il caso.
“Tempo perso.” brontolò Sirius cupo. Sia Peter che Remus si chiesero se era il caso di fare o dire qualcosa per cercare di migliorare l’umore di Sirius, ma proprio in quel momento la cerimonia dello smistamento finì e il preside attirò la loro attenzione per il discorso che inaugurava l’anno scolastico.
“Oh bene, sembra che lo smistamento si sia appena concluso. Un altro anno può cominciare ma prima di dare l’assalto a questo delizioso banchetto permettetemi di dire qualche parola. Sarò breve, promesso. Non ho intenzione di ricordarvi tutte le regole del castello, anche perché sono abbastanza sicuro che non le seguireste lo stesso.” disse il preside, fermandosi in particolare con lo sguardo sui malandrini mentre pronunciava le ultime parole. Silente stette in silenzio per qualche istante, guardando in particolare Sirius e Sebastian con un sorriso divertito dipinto sul viso. Cristal notò lo sguardo del vecchio preside e si ritrovò a pensare che se James fosse stato lì con loro anche lui si sarebbe beccato uno sguardo d’ammonizione da parte di Silente.
“Piuttosto, vorrei richiamare la vostra attenzione all’amicizia e alla solidarietà. Fate in modo che questo sia un anno di crescita e non di lotta, cercate nelle altre case un amico e non un rivale, e soprattutto, niente duelli.” riprese il preside, raccontando loro di come i fondatori erano uniti e legati da vincoli di amicizia e di come questo avesse permesso loro di fondare una scuola in grado di educare le nuove generazioni magiche. Charleen sbuffò annoiata mentre Lily seguiva con attenzione ogni parola del preside, nonostante non fosse certo la prima volta che sentivano quella storia. Cristal e i ragazzi invece non stavano quasi ascoltando, erano solo impazienti di poter mettere qualcosa nello stomaco. Un po’ di cibo era quello che ci voleva per riuscire a capire meglio tutto quello che stava accadendo ai loro amici.
“Detto questo, beh.. Buon anno e buon appetito a tutti quanti!” concluse Silente abbozzando un inchino e sedendosi al suo posto tra i professori, alla sua destra il posto che di solito era della McGranitt era vuoto.
“Silente è sempre il migliore. Sbrigativo, conciso.. Un grande insomma!” gongolò Sebastian, pregustando i manicaretti che di lì a poco avrebbero riempito i loro piatti. Peter annuì convinto e si preparò con le posate in mano. I piatti però continuavano a rimanere vuoti, e prima che qualcuno potesse chiedersi il perché Silente si alzò nuovamente in piedi, prendendo ancora la parola. Questa volta però la sua espressione era più seria, quasi triste.
“Perdonatemi, ma ci sarebbe un’altra cosa. L’ultima, sul serio. Tutti voi siete al corrente di tutte le tragedie che avvengono nel mondo magico di questi tempi oscuri e travagliati. Per andare avanti e non lasciarci travolgere dall’orrore siamo soliti pensare che si tratti di cose lontane, che non riguardano noi. A volte però non è così, a volte gli incidenti capitano anche ad una persona a cui vogliamo bene, che ci è vicina e che forse pensavamo intoccabile..” iniziò a raccontare il vecchio preside con un tono triste mentre tutta la sala si era fatta di colpo più attenta e si chiedeva cosa potesse essere successo. La gazzetta del profeta riportava spesso notizie di stragi e omicidi, in alcuni casi erano anche stati coinvolti i genitori di qualche alunno, ma mai direttamente alunni o professori del castello.
“La McGranitt!” esclamò decisa Charleen, facendo sobbalzare tutti quanti.
“Cosa?” chiese Lily confusa, mentre anche Cristal, Frank, Sebastian, Remus, Peter e Sirius guardavano la ragazza stralunati.
“Non c’è, non le sarà forse successo qualcosa..” ipotizzò la ragazza, indicando il posto vuoto solitamente occupato dalla professoressa.
“Non dire cavolate.” protestò Sirius. Sebastian lì zittì con un gesto perché potessero seguire il discorso di Silente e capire di che diamine stesse parlando.
“Ma lo senti? Sta dicendo che è successo qualcosa a qualcuno che tutti noi conosciamo e la professoressa non è qui.” sussurrò Charleen a Cristal, che in risposta le fece anche lei cenno di tacere con la mano.
“Non voglio tediarvi con i particolari anche perché non sarebbe giusto nei confronti della famiglia. La notizia fino ad ora è rimasta riservata per non fare preoccupare nessuno e per motivi di privacy, tuttavia vorrei che tutti osservassimo qualche istante di silenzio e rivolgessimo una silenziosa preghiera per James Potter.” disse il vecchio preside abbassando la testa. La sala si fece immediatamente silenziosa, gelata dalla notizia. Tutti quanti cominciarono a sperare di avere capito male. In quel momento i cuori di molti ragazzi presenti nella sala grande persero qualche battito. Quello di Sirius Black, in particolare, minacciò seriamente di fermarsi. Il nome del suo migliore amico era risuonato come un schiaffo. Sapeva che tutti lo stavano guardando ma non gli importava nulla, voleva solo sapere cosa era successo. Senza rendersene conto si alzò in piedi. Che stava blaterando Silente? Si stava sicuramente sbagliando, James non poteva essere morto. Improvvisamente tutto aveva senso, il perché non aveva risposto a nessuna lettera e non si era presentato in stazione si spiegava, ma era una spiegazione talmente impensabile e dolorosa che Sirius non l’aveva mai nemmeno tenuta in conto. Preferiva continuare a pensare che il suo amico fosse un codardo e un traditore piuttosto che credere davvero che non ci fosse più.
“Attualmente il vostro compagno si trova al San Mungo, in coma profondo dopo un brutto incidente avvenuto qualche giorno dopo la fine dello scorso anno scolastico. Sono sicuro che tutti voi conoscete James Potter, conoscete il suo carisma e la sua voglia di vivere e che la notizia ha sconvolto tutti voi almeno quanto ha sconvolto tutti i docenti.” spiegò meglio il professore fissando intensamente Sirius Black, ancora in piedi nel centro della sala. Remus cercò di richiamare l’attenzione di Sirius, inutilmente. Il ragazzo sembrava un manichino. Sebastian e Frank lo spinsero di peso sulla sedia, e lui li lasciò fare, come in trance. Cristal, Charleen e persino Lily avevano le lacrime agli occhi mentre Peter piangeva senza nemmeno cercare di nascondersi. James era in coma. Il ragazzo che più di ogni altro aveva contribuito a sconvolgere e a portare un sorriso nelle loro vite ora si trovava al San Mungo, in coma. Nessuno riusciva ad accettarlo, era come se ci fosse qualcosa di terribilmente sbagliato anche solo nel pensare a un James immobile ed inerme in un letto d’ospedale.
“Tuttavia, James non ci vorrebbe tristi né tanto meno affamati quindi forza. Dateci sotto!” concluse il preside tornando a sedere guardandosi attorno. Silente sospirò, fissando le espressioni affrante dei ragazzi, persino qualche Serpeverde piangeva, di nascosto dai compagni. Fare quell’annuncio era stata una delle cose più tristi della sua vita, ma era necessario. Gli studenti, i compagni, gli amici di James avevano diritto di sapere cosa fosse capitato al loro amico, anche se era terribilmente doloroso e difficile da accettare. Qualche istante dopo i piatti si riempirono per magia ma quasi nessuno ci fece caso, soprattutto al tavolo dei Grifondoro. Sembrava che di colpo a tutti fosse passata sia la fame che la voglia di festeggiare e ridere. Nessuno parlava né mangiava. Remus stava rivoltando una povera carota in umido da almeno dieci minuti, Peter non riusciva a vedere nulla a causa delle lacrime che gli offuscavano la vista e Sirius cercava di ignorare i commenti degli studenti presenti in sala. Cristal, Charleen, Lily, Sebastian e Frank, presi alla sprovvista dalla notizia non sapevano cosa fare, per ciò si limitavano a stare zitti e a guardarsi l’un l’altro.
“Guarda i malandrini.. Nemmeno loro sapevano!” mormorava qualcuno alle loro spalle con fare maligno, indicando Sirius, Remus e Peter.
“Che tristezza però. Dicevano di essere tanto amici e non sapevano nemmeno che il loro amico stava male.” biascicava una voce dal tavolo dei Corvonero. 
“Sirius prima ha anche detto peste e corna di James..” affermava sicuro un ragazzo del quinto anno, parlando con gli amici.
“Insomma, la FINITE?” urlò Cristal, picchiando i pugni sul tavolo e catturando l’attenzione di tutti. Improvvisamente tutti si zittirono, con un’espressione colpevole sul viso. Lily e Charleen erano paonazze in viso per la rabbia, e tenevano la bacchetta in mano a mo’ di avvertimento per chiunque fosse intenzionato a dire qualche altra sciocchezza. Sirius guardava la scena come se non la vedesse veramente o come se non lo riguardasse. Era tutto troppo strano per essere reale.
“Che vuoi ragazzina?” chiese con fare provocatorio il ragazzo dai capelli castani del quinto anno che aveva parlato poco prima. Cristal aprì la bocca per rispondere, ma venne preceduta da Sebastian e Frank, in piedi alle spalle della ragazza con le bacchette in mano pronte a colpire e con un’espressione minacciosa sul viso. I ragazzi sobbalzarono sulle sedie, nessuno li aveva mai visti così arrabbiati prima di quel momento.
“Sta zitto o ti schianto” lo ammonì Sebastian serio. Non c’era nulla sul suo viso che ricordasse il ragazzo giocherellone che amava scherzare. Il ragazzo del quinto anno alzò gli occhi, e quando si vide di fronte i due ragazzi del settimo anno arretrò spaventato.
Frank si voltò per cercare Sirius, e vide che il ragazzo era si era alzato.
“Sirius, che diamine..” esclamò Frank, guardando Sirius che lasciava la sala senza dire una parola. Fece per seguirlo, ma Remus lo trattenne per la veste.
“Non ti ascolterebbe in ogni caso, non dopo una notizia del genere.” spiegò Remus senza alzare gli occhi dal suo piatto ancora pieno. Frank sospirò e si sedette, seguito a ruota da Sebastian.
Nel frattempo Sirius stava vagando per i corridoi del castello, senza una meta. Improvvisamente un forte senso di nausea lo assalì e si ritrovò nel bagno a rimettere senza sapere nemmeno lui bene come ci era arrivato. 

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