Riflesso.

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Una delle cose che fa più male all'anima penso sia avere il dubbio di una persona vicina.
Perlomeno, uno di quei individui capaci di cambiare la nostra giornata con un semplice sorriso o uno sguardo di cui non ti puoi fidare perché sai che mente.
Il volto di Jason era impresso nella mia testa a fuoco mentre guardavo il mio carillon in legno nel quale c'erano i miei tesori.
Era la prima sera che trascorrevo a casa mia. Il mio letto a due piazza era enorme in confronte a quello striminzito dell'ospedale.
Per non parlare dell'ottima cena preparata da mia madre.
Già, non avrei mai pensato di vederla con il grembiule da cucina e davanti ai fornelli.
A dir la verità non era niente male l'arrosto con le mele che aveva preparato e le patate al cartoccio-probabilmente le aveva viste in un programma televisivo-erano degne di un ottimo ristorante.
Festeggiamo trangugiando una vaschetta di gelato alla fragola e un bicchiere di champagne francese.
Aprii il casetto segreto del mio portagioia con la chiave che nascondevo sotto il materasso.
La ballerina classica allo scocco della serratura si alzò permettendomi di contemplare per un attimo i miei ori.
Erano semplici oggetti, potevano passare anche per immondizia per una ragazza della mia età, ma per me non era così.
Accarezzai il pezzo di cravatta rossa con il quale mio padre si sposò.
La odorai sapeva ancora del suo profumo di pino silvestre per poi metterla da parte con cura.
Osservai una foto nella quale cercavo di andare in bici ed i miei genitori si abbracciano.
Scostai il malloppo di bigllietti del cinema che avevo visto con Mary per prendere un sacchettino verde.
Il brillantino rosso scivolò sulla mia mano rompendo la luce che lo avvolgeva in tanti piccoli riflessi rossi.
Inutile dire che la mia mente aveva fatto mille collegamenti per trovare una spiegazione valida per quello pezzo di vetro in mano.
Non poteva essere una semplice e banale coincidenza che Jason avesse un orecchino come il ragazzo incappucciato ed io avessi trovato uno in camera mia e fatalità lui si era presentato con un solo gioiello al lobo destro.
Ignorando le domande che la mia coscienza stava facendo mi alzai ed andai davanti allo specchio sul mio armadio bianco e indossai il piccolo puntino rosso.
Non stavo veramente male e giuro solo per un attimo di aver visto il mio riflesso rivolgermi un sorriso smagliante.
Probabilmente sono stanca, pensai andando a letto senza pensare a cosa mi avrebbe portato quel piccolo pezzo rosso nel quale si poteva vedere i colori del mondo.

***
Erano le 23:30 passate quando un colpo violento mi svegliò dal mio meraviglioso sogno.
Stropicciai gli occhi guardando la finestra proprio nel momento in cui un sasso bianco entrava in contatto con il vetro facendo vibrare la lastra chiassosamente.
Spalancai il balcone vedendo una figura blu intenta a raccogliere qualcosa.
"Forse, occorrerebbe un cannone per svegliare miss Anima Amara!"- borbottò il fratellastro di Mike rialzandosi pronto a scagliare il sasso contro alla mia finestra-" Oh ciao..".
"Ciao James"- ringhiai a bassa voce-" Cosa ci fai qui? È un nuovo sport olimpico? Chi colpisce meglio la finestra di Emy?".
"Hahaha dolce come sempre"- rimbeccò il ragazzo affondando le mani sul capotto blu notte-" No volevo chiederti se volevi venire con me in un posto.. Meglio ad un evento"- aggiunse abbassando lo sguardo.
"E dove mi vorebbe portare di grazia?"- chiesi con tono ironico.
Quale persona sana di mente si sarebbe presentata a quell'ora tarda lanciando massi come un adolescente contro una finestra per invitare ad uscire una ragazza con la quale tra poco non si parlava nemmeno.
" Sarebbe importante se accettassi, Bambina"- esclamò socchiudendo gli occhi sfidandomi con quello stupido nomignolo che odiavo-"Anche perché te ne farò pentire!".
"In che modo scusa? Facendomi lo sgambetto?"- rimbeccai incrociando le braccia.
James sorrise-"Volare.. Oh oh, Cantare Oh oh oh oh, nel blu dipinto di blu, felice di stare..".
"Basta basta scendo!"-esclamai fermando la canzone italiana cantata a gran voce dal ragazzo prima che svegliasse l'intero vicinato.
"Ok, ti aspetto in auto qui davanti"- disse dirigendosi verso la facciata anteriore della casa.
"Cazzo Amelia doveva proprio dimenticarsi questa sera di chiudere il cancelletto del giardino di dietro!"- sbuffai spogliandomi del mio pigiama per indossare un paio di leggins e dei jeans leggermenti strappati sul ginocchio destro con una maglioncino rosso.
Sciolsi i capelli e misi un filo di gloss prima di indossare i miei zamponiani.
Eravamo state io e Mary a ribattezzare i stivali pelosi da uomo delle nevi con quel nome ridicolo.
Feci il meno rumore possibile sul corridoio e sulle scale riuscendo a non svegliare mia madre, ma fu quando chiusi la porta che tirai un sospiro di sollievo scacciando l'ansia e la paura di venire scoperti nel cuore della notte durante una fuga.

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