Rosso fuoco

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"Sai benissimo che non mi è permesso parlarti!" mugugnò Iza prendendo in custodia sua sorella. Le aveva messo attorno ai polsi delle manette fatte con una corda rossa robusta e piena di magia.
"Bla bla... sempre con queste stupide regole! Noi siamo nate per comandare! Lo capisci?" ridacchiò Grisilde scuotendo i capelli.
Stavano percorrendo le stesse scale che avrebbero percorso molti anni dopo, ma non sarebbero state così.. affiatate.
Anche se distanti si capiva bene che almeno una delle due amava l'altra sorella.
Mia nonna era silenziosa e piangeva mentre guardava i piedi nudi di Grisilde con le unghie nere e con morsi di topi.
"Sei tu che non capisci. Abbiamo un compito sorella, proteggere la magia e fare in modo che persista forte e potente nei secoli. Non possiamo permettere ...".
" Che finisca! Lo so Iza! Ma allora perché non poter utilizzare la potenza assoluta, l'elemento proibito?" chiese la prigioniera guardando a terra i mattoni grigi e freddi.
"Perché nemmeno la più potente di noi è in grado di utilizzarlo! Ti possiede al cento per cento, non hai più libero arbitrio" concluse mia nonna.
Voltarono a destra e si trovarono davanti ad un portone rosso chiuso.
"Questo è quello che vuole far credere nostra madre, ma la verità è un'altra! Io non ho ucciso un umano, non mi abbasserei mai tanto, ho solo usato una cosa che ci appartiene!".
A quelle parole mia nonna si fermò sull'ultimo scalino e con una goccia che le bagnava il viso rispose " Non è per aver ucciso un umano che tu verrai punita. Il tuo unico peccato è quello di aver usato il potere unico per poter regnare come discendente di Serafine la nostra dea e regina e come figlia di Dracula. Tu sai benissimo che questo ruolo non spetta a te! Ma solamente a colei che riuscirà a far brillare il cuore della nostra gente. Colei che avrà il sangue della notte nelle vene. Tu vivrai con l'invidia nel cuore e con la morte che ti perseguita. Tu vivrai per uccidere la tua stessa stirpe. Tu sei destinata ad essere la fine di tutto".

"Molto teatrale tua nonna, vero prescelta?" chiese Gisilde per bocca di Marina mentre mi teneva bloccata al muro sotto uno strato scomposto di mattoni e terra.
"Tu non vincerai! Noi ti sconfiggeremo e tu libererai Marina" ribattei appellandomi alla mia madre spiritica ed agli elementi.
Grisilde scoppiò in una grossa risata, si sistemó i capelli e si mise davanti a me.
Cominciò a seguire con le dita i miei lineamenti .
"Volevo ucciderti prescelta. Pensavo che mostrandoti la verità avresti capito. Noi siamo uguali. Nessuno ci capisce siamo sole."
"Io non sono sola."
"E chi ci sarebbe con te? Iza? Seraphine? .... l'impalatore?" Chiese Grisilde ridendo ancora più forte.
"No. Mi dispiace ci sono solo io" confermai.
"Allora sei a cavallo!".
"Ci sono solo io. Emily Mann, prescelta dalla dea Seraphine, figlia diretta di Dracula e nipote della strega Iza. Io ed i quattro elementi ed il potere supremo.".
"Bene!" disse la strega "dovrò eliminarti. Non vedo alternative. Non riuscirei mai a sottomettere il tuo corpo!".
Un lungo coltello comparse nella mano destra, si avvicinò pronta a sferrare un taglio netto sulla mia gola.
Fu allora che un bagliore rosso si sprigionò dal rubino sul mio petto.
Grisilde fu scaraventata a terra ed io fui finalmente libera, avvolta dal fuoco più antico mai esistito prima: il sangue di Dracula.
Il suo sangue era racchiuso nel rubino ora lo sapevo grazie al mio piccolo amico re. Il suo sangue mi avrebbe protetto come sua degna erede anche se grazie alla magia di Seraphine e del popolo di mia madre non avrei condiviso al cento per cento la sua maledizione.
"Ha ha ha. Quante sorprese hai piccola bestia?" chiese Grisilde alzandosi lentamente.
"Non ne hai nemmeno idea" sbottai chiamando a me la terra, attraverso gli elementi che ci circondavano.
Scagliai dei mattoni, spostandoli con il potere dell'aria, ma la strega riuscì a scansare tutti i miei colpi, rimanendo in piedi, immobile, usando solo lo sguardo.
"Non hai considerato il fatto che io sono anni che mi alleno per ucciderti! Io ti prenderò tutto il potere e ti bandirò nell'aldilà dove nessuno potrà salvarti!". A queste parole la strega si acquattò, si slogò una spalla per poi tessere una tela di aria attorno a se.
Non riuscivo a pensare ero troppo incantata a vedere la trasformazione di quel mostro.
Dapprima le spuntò una chioma folta e nera, dalla schiena spuntarono otto braccia ed altrettante gambe. Si era trasformata in un ragno gigante con il volto di Marina e mille occhi che mi squadravano.
"Tu non sai nemmeno quanta fame ho patito! Non ho mangiato nessuna creatura magica nemmeno tua nonna!".
"Wow che onore, ma tu stasera non mi mangerai!".
Una grossa risata echeggiò nel corridoio.
"Io dico di sì!".
Senza nemmeno avere la possibilità di reagire mi ritrovai nuovamente messa a muro con una corda grossa di bava, magica e Grisilde che mi stava tirando accanto a te.
"Mi dispiace che i tuoi amici non possano vedere quanto tu sia stata incapace. Inizierò con la gamba destra, poi il braccio... sarò lenta così assaporerai tutto il dolore".
Una freccia rossa rubino irruppe nella stanza dividendo la corda del ragno gigante.
"Non correre vecchia bacucca! La nostra regina non è sola!" Jason con un salto degno di un acrobata si mise in mezzo tra me e la strega.
"Whiteknight lo sai che questi affari non ti interessano. Sono affari nostri delle sorelle della luna!".
"Ti sbagli! Se tu attacchi la donna che amo sono affari miei".

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