Ok. Non poteva accadere nuovamente, sembrava di vivere all'interno di un ricordo... Non molto passato.
Come era successo per la serata all'Essepi, mi trovavo nuovamente sulla macchina di James.
Dopo aver pagato e salutato la signora Fletcher, salii sul suv nero che ormai conoscevo piuttosto bene. Non chiesi nulla a James, il quale mi aveva detto che doveva farmi vedere una cosa importante, riguardante noi e la nostra razza.
Non avevo osato ribadire al suo comando di seguirlo. Volevo sapere più cose possibili sul nostro mondo e su me stessa e se questo voleva dire seguire un ragazzo senza sapere dove si sta andando avrei accettato senza dilemmi.
Stupida? Sì. Avventata? Forse. Spaventata? Certamente.
Esatto, per quanto volevo dimostrare di non avere paura essendo coraggiosa dentro stavo morendo dal timore di pentirmi della fiducia che stavo dando a James.
"Il posto dove stiamo andando è molto importante che tu non ne parla con nessuno. Si tratta della palestra privata del mio branco. Io sono il secondo comadante, se te lo stessi chiedendo", disse il ragazzo, andando verso il parco con Long Lake, poco prima della nostra città.
" James", cominciai cautamente, "com'è essere mezzo uomo e mezzo animale?".
La domanda era nata dalla curiosità legata alla mia natura, di cui non conoscevo ancora nulla; a parte il luccichio azzurrino scaturito dal palmo delle mie mani e l'episodio in cui dopo aver visto il riflesso della luna mi ero trasformata un una piccola prostituta provincialotta.
"All'inizio non è bello. Vedi a differenza di ciò che raccontano i film lupi si diventa per diritto di nascita. Si è prescelti", disse il ragazzo, entrando nel parcheggio del parco.
"Prescelti e come?".
" Veniamo prescelti in base all'anima e se ritenuti idonei per far parte del mondo magico", continuò, mettendo la macchina accanto ad un'automobile forestale, "dai andiamo".
James salutò la guardia, un ragazzo di nome Thomas, con il quale cambiò qualche battuta di cortesia, per poi proseguire verso il sentiero principale, con me a pochi metri di distanza.
"E chi decide quale persona è idonea e chi no?", chiesi, camminando a passo veloce, per stargli accanto.
"La signora di luce", ribatté sorridendo, " un mese prima che il prescelto compia i sedici anni, va a trovarlo nei sogni la dea Luna, che gli spiega chi diverrà se accettare il proprio destino. Per te è un po' diverso".
"Per quale motivo per me sarebbe diverso? Pure io ho sognato la dea", dissi lasciando il sentiero.
Attorno a noi i mille rumori della natura ci accompagnavano. Una civetta in cacciata notturna, il topo che correva sopra la neve soffice per andare dentro la tana, i fiori dormienti sotto il metro di neve e gli alberi sempreverdi mossi dalla brezza che faceva ricadere la neve su di noi come se nevicasse.
"Semplice. Tu puoi controllare tutti i cinque elementi, quando noi possiamo usarne solo uno: la terra", spiegò, fermandosi davanti ad un magnifico pino ai margini del lago ghiacciato.
Le acque blu intenso colore del cielo rendevano quel paesaggio unico come i ghiaccioli che ricadevano dai rami degli alberi sulle sponde bianche.
James si avvicinò al tronco dell'abitante del bosco, mise una mano sopra alla corteccia, accanto ad un cerchio intagliato che ricordava la luna sovrana di quel mondo a me sconosciuto.
Il pino, al tocco della mano destra, si
rilassò, rivelando una scalinata, nascosta all'interno del proprio corpo, fino al centro della terra.
"Non temere Emy, fidati di me", disse James, prima di entrare nel cunicolo scuro.
"Io non ho paura", affermai, mettendo il piede nel primo gradino.
La lunga e ripida discesa era completamente buia, non c'era nemmeno un po' di luce, solo la torcia del cellulare che illuminava quei pochi scalini davanti a noi, senza vederne la fine.
Nessun rumore aiutava a capire dove ci trovavamo, solo una piccola luce fiocca, alla fine di quella che sembrava la scalata verso gli inferi, ti invogliava a continuare verso quel percorso.
"Mio Dio, ma è sicuro qui?", chiesi, scivolando su una macchia di muschio verde per poi finire letteralmente a cavalcioni su James.
Il ragazzo riusci a mantenermi in piedi sussurando a pochi centimetri dal mio viso, nascosto dai capelli, " Bambina se volevi saltarmi adosso potevi solo dirmelo".
Non ringraziai nemmeno per l'aiuto continuando giu' per quel buco sottoterra.
Non potevo credere che quel bellimbusto provava a baciarmi ogni volta che ne aveva la possibilità. Ovviamente, anch'io ne ero attratta, non potevo non ammetterlo, ma il solo pensiero di baciare un ragazzo che non fosse il mio Jason mi faceva accapponare la pelle.
Inoltre, la mia totale mancanza di coordinamento rendeva probabile l'occasione in cui sarei scivolata nuovamente su quelle spalle robuste.
"Wow, ma è magnifico", borbottai, guardando il soffitto sopra di noi, alla conclusione del lungo tunnel.
Migliaia di stelle, irradiavano luce, permettendo una visibilità migliore, rivelando una parete circolare, formata da radici nodose che circondavano dieci specchi decorati da scritte verdi in una lingua sconosciuta, nodosa ed incomprensibile.
Era impossibile contare, quelle pepite d'oro incastonate nel vellutato cielo scuro e buio, mentre si muovevano spinte dal moto perpetuo della volta celeste.
"Non sono stelle vere", spiegò James, avvicinandosi verso una parete riflettente con sopra uno spadino smeraldo, "sono i nostri avi; le loro anime abitono qui per illuminarci il camino".
"Papà", mormorai, osservando una sfera azzurrina staccarsi dal soffitto fare un giro attorno a me e riandare di nuovo assieme alle compagne.
"Muoviti Emy!", chiamò James, dopo aver aperto un passaggio dietro allo specchio.
Lo seguii addentrandomi dentro ad un corridoio lungo e tortuoso con pareti bagnate e odorose di muffa.
"Siamo vicine al lago?", domandai sentendo il rumore dell' acque, attraverso le pareti zuppe.
"Aspetta a vedrai", disse, continuando la discesa.
"Dove stiamo andando? Non che non mi fida", borbottai, spostando il solito ciuffo ribelle, "vorrei solo sapere dove mi stai conducendo e ... Che roba è questa?", dissi, all'uscita di quel lungo percorso.
Davanti a noi, si ergeva una grande porta in ferro battuto, decorata da foglie d'acacia e viti rosse.
Il tutto illuminato da un cielo blu scuro senza stelle e luna, con i muri colorati nello stesso tono.
Una luce seguita da un abbaglio fece in modo di vedere una sagoma di un pesce enorme passare accanto a noi, attraverso la parete alla nostra destra, rivelandosi per l'acqua fredda del grande lago sopra a noi.
"Cavolo", biascicai, avvicinandomi a quella barriera, mentre con la mano entravo a contatto con gli abissi di quel luogo.
L'arto entrò semplicemente nella pozza d'acqua.
"Che fredda!", dissi al mio accompagnatore che stava sorridendo nel vedermi incuriosita e contenta.
"Questo nascondiglio c'è stato regalato dalla regina Aqua, sovrana di questo posto. Siamo i primi lupi ad essere stati invitati nel suo regno e per questo ne vado fiero", esclamò gonfiando il petto.
"Perché?".
Uno strano formicolio s'impadroní del polso e sghignazzai nel vedere un piccolo pescegatto nuotare attraverso le mie dita, il dorso per poi sparire nei meandri del regno sommerso.
" Semplicemente, sono un ottimo rappresentante delle relazioni esterne con i popoli diversi fra di noi", spiegò, aprendo la porta soffiando sopra della terra, presa dalla tasca interna del giubbotto.
"Ho già visto questo tipo di magia", dissi, nel vedere la serratura scattare al tocco della polvere marrone.
"È un' usanza antica, chiunque sia in grado di controllare l'elemento terra può usufruire di questa tecnica, dove serve solo un pezzo di un luogo importante e significativo per l'individuo che vuole fare la magia stessa", disse James, avanzando nella stanza successiva: una foresta.
Varcammo la soglia attraversando una tenda fatta di foglie e rami, mossi dal una leggera brezza.
Fui costretta ad aprirmi la cerniera del pesante piumino.
Circondati da alberi di ogni genere e fiori, di cui non ero a conoscenza, James ed io percorremmo qualche passo in mezzo a quel fogliamo color smeraldo e aranciato.
"Come mai qui è così caldo?", domandai togliendomi il primo strato del mio vestiario a cipolla.
"I lupi solitamente amano il freddo e il gelo, quindi allenarsi in un posto in cui sei svantaggiato ti aiuta a migliorare più di quanto tu creda,...".
Non ascoltavo più il mio amico, avevo trovato di meglio da studiare.
In una foglia di un rosaio rosso, una piccola creatura da lunghe ali blu stava bevendo delle piccole gocce di rugiada.
Appena si accorse della mia presenza la piccola donna mi regaló un piccolo spettacolo pirotecnico. Si libró in aria, per poi scomparire in un campo di soffioni e margherite bianche per poi ricomparire con una piccola corona di fiori, perfetta per il mio anulare.
Ringraziò facendo risuonare la sua voce, uno scampanellio pulito e vivace.
Per contraccambiare mi tolsi la collana che avevo indossato, una semplice perla di bigiotteria, per poi porgerla alla piccola fatina.
Quest'ultima la baciò riducendola alla sua misura, legandola al collo assieme al groviglio di gioielli che già portava. Mi salutò con una piroetta nel cielo alto per poi sparire nel cielo azzurro e limpido.
"Lei è un guardiano di questa foresta, una fata della natura; spirito libero ed affino a tutti coloro che sanno usare l'elemento terra. Non è facile da reperire, ma tu gli stai simpatica. E..".
James non finí nemmeno la frase.
Un gufo grande bianco ed un' aquila marrone ci vennero incontro.
"Abbiamo visite", contemplò il mio amico parandosi, davanti a me.
"Non ho paura", esclamai guardando i grandi rapaci.
L'aquila, regina indiscussa della sua specie, si appollaiò su un ramo nero e secco, aspettando la compagna che stava cercando di levarmi il grande cappotto pesante.
"Cosa vogliono da me queste bestie?".
"Sono venuti ad aiutarti", sussurrò James, "la fatina l'ha mandate per te. Strano..".
Ringraziai l'uccello bianco, mentre prendeva nel suo becco il mio copriabito e feci un inchino silenziosa alla bellissima bestia che ci studiava incuriosita.
"Perché strano?", chiesi osservando le due creature, volare su un pino non molto lontano.
" Di solito le fatine non aiutano gli sconosciuti, specialmente se... Attenta", urló il ragazzo, lanciandomi letteralmente a terra.
Una lama grigia luccicante fu fermata dalle mani di James, il quale prese l'accetta con eleganza e grazia aiutandomi a rialzarmi.
"Tutto bene? Ti sei fatta male?", chiese una voce squillante, che avevo già sentito.
" Cazzo Ethel!", sbraitò James alla ragazza che stava correndo verso di noi, con addosso una tutina striminzita in pelle nera, risaltandone ancora di più il seno e le forme femminile, "devi fare attenzione. Puoi uccidere qualcuno!".
"Stai calmo nonnetto non è successo nulla", esclamò, sistemandosi la coda verde azzurra, per poi riprendere l'arma e ritornare da dov'era venuta.
" Ti sei fatta male?", borbottò preoccupato il mio accompagnatore, mentre continuava a guardare con aria omicidia la figura dell'amica ormai lontana.
"Non mi sono fatta nulla. Ma cosa ci fa Ethel con una cosa del genere?", osservai, seguendo la scia di erba schiacciata dal passo veloce e deciso della fanciulla.
" Si allena, mi sembra ovvio. Vieni ti presento il resto del gruppo".
Il resto del gruppo si materializzò in una trentina di persone, ognuna delle quali si stava allenando con un'arma: balestra, frecce, spade, spadini, coltelli e aste.
Invece, chi preferiva le mani facendo della lotta libera senza usare nulla.
Erano tutti talmente concentrati che non si accorsero nemmeno del passaggio mio e di James, in mezzo a quella radura addobbata da pupazzi adatti all'allenamento, funi e bersagli.
"Ci alleniamo anche noi?", chiesi, osservando un ragazzino biondo lanciare un coltellino rosso nel petto di un bambolotto di pezza.
"Sì, ma non qui", rispose la mia guida, passeggiando sulle rive di un lago dall'acque calme e tranquille, rotte soltanto da una cascata che ricadeva elegante e silenziosa nella pozza celeste.
"E dove di grazia?".
"Non sei brava a pazientare vero?", sghignazzò il modello, saltando su un sasso posto accanto alla riva,
assieme ad altri massi formavano un sentiero che collegava la terra ferma alla cascata, " dai muoviti bambina.
O devo venire io a prenderti?".
Mamma mia quanto lo odio, pensai rispondendo che ci sarei riuscita senza di lui ed anche più velocemente di quanto lui si aspettasse.
Presi la distanza giusta misi i piedi uniti come mi aveva insegnato Amelia
e opplá, il primo salto era andato... Ne rimanevano soltanto una decina.
Rimasi immobile a fissare il secondo masso, il terzo, il quarto, ero arrivata a metà percorso.
"Non sei niente male Emily", esclamò James arrivato sotto la cascata, per poi sparire dietro alla tenda naturale.
"Già me la cavo abbastanza, bene", esclamai, arrivando alla mia meta sana e salva.
"Dove sei James?", urlai, alla quantità immensa d'acqua che cadeva dalla montagna, incastonata in quel paradiso terrestre ed incontaminato.
"Qui vieni", riecheggió la voce tonante e vigorosa del ragazzo.
Attraversai la piena d'acqua già pronta mentalmente alla doccia che mi aspettava, ma al mio passaggio si creò uno squarcio permettendo l'entrata in una grotta verde marino, senza bagnar nemmeno una ciocca di capelli.
"Benvenuta nella casa delle sirene", esclamò James.
Lo spazio circostante era intonacato da erbe acquatiche e conchiglie incastonate nelle pareti e nei bordi delle tre piscine presenti nella stanza.
"Sembra di essere Ariel", mormorai specchiandomi sulla pozza nera intensa posta al centro della camerata.
"Allora principessa pronta a imparare la più importante delle tecniche d'attacco?", borbottò il ragazzo parandosi dall'altro capo della sala.
"Sí certo", risposi, pronta mentalmente a imparare incantesimi, pronta a conoscere il più possibile su quel mondo a cui appartenevo, riamanendo una sconosciuta, " lottiamo? Mi insegni a creare tsunami e trombe d'acque?".
"Emy, Emy, sei proprio una bambina cattiva.. Ed io che pensavo che fossi di animo buona. No cara la mia ospite, noi oggi impariamo a difenderci.
Perché è più difficile proteggere se stessi piuttosto che attaccare qualcuno".Spazio autrice.
Volevo invitarvi a commentare e a votare questa storia. Accetto critiche come sempre. Comunque ho trovato due beta! E sono fantastici :) Dalle prossime volte quindi pubblicherò i capitoli precedenti corretti e rivisti:)
Ricordate che questa storia partecipa ai Watty2016, motivo per il quale se vi piace lasciate una stellina e se non vi piace spiegatemi il perché. (Ci tengo moltissimo).
Grazie.
Bacione,
La vostra Ester <3
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LOVE CURSED
WerewolfLa vita di Emily Mann era perfetta fino al suo sedicesimo compleanno. Quando la sua esistenza venne travolta da un paio di occhi grigi azzurri e un segreto di famiglia dimenticato. I SEEK OUT YOU EVERY DAY TO POUR MY HEART INTO YOURS. (Ti cerco ogni...