Carta nera.

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Non avrei mai pensato di attraversare uno specchio magico.
Al mio tocco, la superficie riflettente s'increspo' come le onde di un mare dall'acque calme e blu intenso.
"Avanti my lady"- mi incitò il nuovo arrivato prendendomi la mano-" Ci sono io con te. Non ti preoccupare!"- aggiunse poco prima di sparire al di là della grande cascata azzurrina.
Prima di infilare completamente il corpo, guardai James ed Edgar senza aggiungere una parola, ma solo uno sguardo e un sorriso per tranquillizarli.
Andrà tutto bene, pensai osservando il mio accompagnatore, terrorizzato di perdermi o che mi capitasse qualcosa nel mondo a me ignoto .
La sensazione che provai passando al di là di quel passaggio è indescrivibile. Un tunnel viola con sfumature cobalte mi avvolse.
Dapprima un solletico si propangó sulla pancia, sulle braccia, sulle gambe sino ad arrivare sullo scalpo, poi un senso di nausea e di giramenti mi fecero capire che stavo scendendo verso il sottoterra.
Accanto a me, il vigile Odyx, stava attento alle altre creature dentro il vortice che non ci venissero addosso, dopo aver scartato un bambino dagli occhi rossi, il quale cercò di mordere le ali al povero draghetto.
"Questi demoni dovrebbero insegnare le regole ai nuovi"- brontolò la guida guardando male una donna da un lungo becco di rapace.
Cademmo giu' per la profonda voragine per un tempo indeterminato. Cominciai a capire perché quasi tutti i presenti avevano con se' un libro da leggere, le parole crociate o della musica: dovevano ingannare il tempo durante quel lungo viaggio.
Dopo un tempo, a cui non saprei dare misura, vidi una luce gialla ad intermittenza rossa.
"Ci siamo, stammi vicino ora che viene il bello!"- disse Odyx attacandosi nuovamente al mio braccio.
Finii su un lungo scivolone, verde scuro in pelle, che si attorcigliava intorno ad una colonna alta, come un'edera arrampicante.
Il lungo pendio non era altro che una coda di un drago dagli occhi rossi che sputtava fiamme in aria per avvertire i viaggiatori della fine del loro viaggio.
"Wow.. A Disneyland non c'è uno scivolo così bello!"- esclamai lisciandomi i jeans e sorridendo alla bella giostra appena fatta.
L'inferno è assolutamente come lo immaginiamo. Un luogo ricoperto da terra e polvera rossa con piccoli vulcani eruttanti, dove dei diavoli e delle diavolesse facevano il bagno nudi, invitando con lusinghe lussuriose le povere anime per poi cibarsene.
Il tutto era gestito in maniera ottimale. Un diavolo dal pancione e con un elmetto giallo, Demetrix l'angelo caduto della discordia, almeno così mi disse Odyx, stava impazzendo per convincere un'anima di colore rosso intenso a cambiare coda perché doveva seguire quella con la destinazione corretta: il girone degli avari.
"Ahn sì? Non capisco un cazzo? Benissimo"- esclamò furioso il demone;
schioccando le dita riducendo in polvere la povera figura incappucciata.
Mentre, rideva soddisfatto Demetrix m'intravvide e, con passo spedito, venne dalla nostra parte.
"Hey Odyx!"- salutò il gigante-" Qual buon vento ti porta qui? Un sacrificio puro per il capo?"- domandò leccandosi le labbra mentre guardava intensamente i miei occhi.
"Ciao Fratello"- ricambiò il draghetto per poi alzarsi in volo riuscendo nel dare il cinque al compaesano-" Non è per nostro padre. Lei è una creatura di luce, la regina che aiuterà i popoli magici, riappacificandoli con l'Omega".
"Bene, bene un'autentica leggenda. Dimmi come ti chiami?"- chiese Demetrix con tono suadente.
"Io sono.."- cominciai quando fui interrotta bruscamente da Odyx.
"Scusaci, ma abbiamo fretta. Symphonie ci ha dato solo tre ore di tempo e con il viaggio c'è né rimangono due scarse".
"Certamente, dove dovete andare?"- esclamò il demone tirando fuori una lunga lista da mezz'aria, facendola comparire dal nulla.
"Dalla strega vudù"- rispose prontamente Odyx-"sai dirmi dov'è? Mi hanno detto nella sala della divinazione ultraterrena, ma se mi puoi confermare te ne sarei grato".
"Allora, vediamo un po'"- comincio' il diavolo scorrendo velocemente i fogli della lunga lista-" Allora Amelia,.. Questa no... Eccola! Sì sala divinazione, ma la trovi dentro quell'edificio"- disse indicando un palazzo lungo e stretto colorato di nero con dei gargoyles come guardie.
Dopo aver ringraziato l'uomo panciuto, con la mia guida fidata, ci dirigemmo verso l'edificio indicatoci.
"Ricorda Emy, qualsiasi cosa tu veda dentro lì non ti riguarda. Chiaro?"- borbottò Odyx, svolazzando accanto alla mia testa, per poter parlare a bassa voce-" Non potrai aiutare nessuno!".
"D'accordo"- esclamai accarezzandogli la schiena con la mano sinistra-" Sei proprio una brava guida... E anche un bel draghetto"- aggiunsi sentendo delle fusa provenire dalla creatura.
"Sei un'adulatrice"- rispose il demonietto, girandosi per farsi grattare la pancia.
"Siamo arrivati, Odyx"- annunciai, obbligando il mio amico ad atterrare a terra e prendermi nuovamente la mano.
"Stammi molto vicino ora!"- si raccomandò avvicinandosi ad una statua alata-" Salve Magnus, dobbiamo vedere la strega. Penso che Demetrix ti abbia inviato un uccello di fuoco, con il messaggio".
A quelle parole il gargoyle abbandonò il suo posto accanto alla porta d'entrata per sedersi su una sedia, comparsa nel momento in cui si alzò, con sopra un libro nero.
"Vediamo"- ringhio' con voce strozzata il mostro di pietra-" Eccovi qua! Avete un appuntamento con Amelia nella sala n. 610, terzo piano, seconda porta a destra"- affermò dopo aver letto una pagina di quel diario nero.
"Grazie mille!"- ringraziò Odyx per poi trainarmi all'interno, prima che Magnus mi facesse delle domande.
" Per il tuo bene, Emily non parlare con nessun mostro,.. Tranne me ovviamente!"- affermò dirigendosi davanti ad una porta gialla di un ascensore che mostravano i 666 piani presenti in quel luogo.
L' edificio all'interno era peggio del suo aspetto esterno. Le pareti nere e il pavimento polveroso e sporco rendevano impossibile il pensiero che qualcuno usasse il palazzo.
Mentre attendevamo l'ascensore, chiamato tramite uno stridio che riuscí a rompermi quasi i timpani, passò la donna delle pulizie. Uno scheletro, con una fiocca rosa e un grembiule dello stesso tono, che invece di pulire con moccio e detersivo, gettava a terra ceneri, mozziconi di sigaretta e del sangue rosso.
La donna (se così si può chiamare), cominciò a diffondere il mix di sporcizia sulla grande superficie.
Ero intenta ad osservare la scena quando un puntino giallo attirò la mia attenzione. Una figura femminile con una lunga tunica nera e i capelli biondi stava salendo velocemente su una rampa di scale nascoste dietro all'inserviente.
"Juliette?"- urlai senza rendermene conto facendo sobbalzare tutti i presenti compresa la figura sconosciuta.
Non so se fu per sorpresa o se per mancanza di rispetto fatto sta che la mia amata sorellastra si girò a guardarmi in pieno di tutta la sua bellezza e potenza. Senza dignarmi di un saluto continuò la sua lunga scalinata verso quello che sembrava essere la bocca dell'inferno stesso.
***
"Uffa quante domande! Emily ti avevo avvertita tutto quello che vedrai qui non ti riguarda! Quindi smettila! Non conosco la tua sorellastra, non so il motivo della sua visita e non so dirti nemmeno che genere di creatura sia... Per la verità io so che cos'è, ma non te lo dirò: ogni cosa ha il suo tempo. Aspetta e saprai!"- concluse Odyx per la terza volta.
Cosa posso farci? Non ero riuscita a fare finta di nulla. La curiosità mi avrebbe divorato se non ci avessi provato; certo bombardare il povero draghetto nell'ascensore che viaggiava a ultra velocità, sfrecciando a destra, sinistra, su ed ancora giù, per di più stretti come sardine non era stata la più bella trovata della mia vita.
"Scusami Amico"- mugugnai una volta scesi-" Non volevo fare l' impicciona, ma quella ragazza nasconde qualcosa e voglio sapere cosa. Anche Jason mi sta mentendo, o meglio, non mi racconta nulla di se stesso di personale"- continuai avanzando lungo il corridoio, alla fine del quale avremmo trovato la stanza 610.
"Jason? Bel nome, forte e deciso mi piace. È il tuo fidanzato? Quello che hai lasciato lassù?"- rimbeccò il simpatico draghetto passando davanti ad una porta rossa dalla quale provenivano degli urli strazianti.
"Assolutamente no! Lui è James, un mio amico. Almeno così credo"- sospirai udendo altre grida dalla porta successiva-" Sei proprio sicuro che non possiamo fare nulla? Ascolta gli urli di questi poveretti! Noi dobbiamo fare assolutamente qualcosa, è nostro dovere".
A quell'affermazione Odyx si fermò e con tono di rimprovero esclamò-" Cosa credi che solo perché sono un demone,non senta le sofferenze delle persone al di là delle porte chiuse? Che non abbia voglia di dare una mano a quelle povere anime? Cara Emily, devi scoprire ancora un bel po' di cose sui spiriti guida".
"E non solo"- rimbeccai aggiudicandomi un'occhiataccia-" Voglio dire non so nemmeno chi sono e perché sono qui. Mi è stato solo detto che avrei scoperto la verità, quindi non mi sento in obbligo di sapere qualcosa in più sulle creature che mi circondano, ma se vuoi spiegarmelo, sarò felice di ascoltarti e di comprendere".
"Gli spiriti guida sono delle presenze buoniste, principalmente. Il loro scopo è quello di guidare le anime in un posto definito. Ad esempio io sono la guida dell'inferno per gli umani dall'aurea pura"- spiegò pazientemente Odyx passando davanti ad una sala aperta.
Lanciai uno sguardo di fuggita spinta dalla mia curiosità femminile.
Non c'era nulla, solo una bambina che parlava con una ragazza nera dalla tunica bianca.
Mi fermai a contemplare la scena perché a differenza delle cose, viste laggiù, mi infondeva un calore umano e sincero.
La piccola dopo aver parlato a bassa voce con la signora fu presa in braccio e cullata come solo una madre può fare.
"Vieni su!"- mi richiamò la guida guardando quello che aveva attirato la mia attenzione-"Un dark angels sei fortunata, Emy. Non è facile incontrarli".
Non prestai attenzione alle parole appena dette, ero troppo concentrata sull'amore materno provato da quella ragazza giovane.
Quest'ultima si girò e dopo averci sorriso scomparve, dissolvendosi in mille pezzi di luce.
"Era un angelo?"- chiesi osservando l'ultimo scintillio sospeso in aria.
"Già, non era un semplice angelo, bensì il capo dei dark angels: Alicia. Se la mia padrona sapesse che sarebbe stata qui avrebbe mandato Belzebu' in persona per scacciarla dal suo regno".
"Non vanno molto da accordo?"- borbottai avanzando lungo il lugubre corridoio.
"Diciamo solo che quando c'è l'amore vero non conta nulla chi sei e cosa sei destinato a fare; conta solo chi ami! Ricordatelo bambina, devi volere più bene alle persone che te ne vogliono"- riflette' il draghetto-" Guarda hai un regalo!".
Dapprima non mi accorsi di nulla, ma quando vidi Odyx saltellare con una piccola piuma bianca luminosa sulle mani rimasi letteralmente a bocca aperta.
"Ma è per me?"- esclamai prendendola in mano: una penna grande quanto un indice, bianca e leggerissima.
Appena entrò in contatto con la mia pelle si vaporizzò all'istante -" Cos'è successo? Dov'è finita?".
"All'interno del tuo cuore. Grazie a te questo prezioso regalo ora potrai muoverti a piacimento dentro i tre regni santi: Inferno, Purgatorio e Paradiso"- spiegò Odyx studiandomi come se fossi un miracolo.
I successivi quindi minuti di camminata veloce furono coperti dalle grida di strazio e di dolore, provenienti dalle camere chiuse a chiave. Sia io e sia la mia guida eravamo entrambi immersi nell'oceano di pensieri in burrasca all'interno delle nostre menti.
"607, 608, 609 e.... 610! Bambina siamo arrivati"- esultò il draghetto guardando l'ora su un orologio appeso sopra al numero della stanza-" Siamo in orario perfetto non bussiamo nemmeno, aspetta solo noi oggi pomeriggio".
Odyx fece per aprire l'entrata quando quella si aprì da sola facendo comparire una Juliette agitata con una carta nera
e un'aria preoccupata e lugubre.
"Oh bene guarda chi si rivede la mia cara sorella!"- sbottò sdolcinata Juju baciandomi sulle guance, come si usa in Europa-" Non avrei scomesso di vederti così presto qui sotto.. Sei più vicina al tuo futuro di quanto tu possa pensare".
Letteralmente pietrificata non spiacicai nemmeno una delle domande che mi frullavano in testa.
Senza aspettarsi nessuna risposta, Miss perfezione girò i tacchi facendo riecheggiare in mezzo agli orrori di quel posto i suoi passi veloci e ritmici.

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