(The Devil Within)
I've tried to be the lover of your nightmares
Eppure respira. Lo sento, il suo respiro che scalda la mia pelle ghiacciata, a ritmo affrettato, ma non da morente.
Lui è ancora vivo.
Ma il suo cuore non batte più.
Oppure non ha mai battuto.
Lo rivedo, dietro a quella colonna, illuminata dalla fioca luce del Sole, e mi ricordo delle dita che tenevo premute contro al suo petto.
Eppure non mi ricordo di aver notato nulla di strano,tipo il fatto che il cuore non gli batteva nel petto incredibilmente caldo.
Non ricordo.
Questa frase mi ritorna alla mente troppe volte.
Decido di chiamare l'ambulanza,e anche la polizia.
Dov'è il telefono?
Ah giusto, nella borsa. E dov'è la borsa?
Non ci posso credere. L'ho lasciata sotto alla fermata dell'autobus.
Ma no. Il telefono non era ella borsa.
Lo tengo sempre nella tasca dei jeans, per abitudine.
E infatti lo ritrovo lì, e con la gioia di una bambina,lo tiro fuori, pronta per fare il numero di un ambulanza.
Il primo particolare che noto è che il cellulare è completamente bagnato. Il secondo, è che non si accende.
Si è rotto a causa dell'acqua.
Mi verrebbe da dargli il colpo fatale,e di spaccarlo a terra. Sono in un parco isolato dal mondo, con Alec sanguinante gravemente, senza un telefono o qualcosa con cui contattare la polizia e senza la minima speranza di farlo.
Poi c'è mia madre, che doveva arrivare cinque minuti dopo la mia chiamata.
Ma non mi avrà trovato e sarà nel panico totale, e poi, Amelìa, che fine ha fatto, accidenti?
Non posso chiamare nessuno, senza telefono, e se andassi a cercare aiuto e Alec si sentisse male?
Come farei?
Dovrei portarlo con me.
Così decido di trasportarlo via.
Anche se non credo di farcela da sola, infatti pesa più di me e non sono molto forzuta.
Come faccio?
Se non voglio fargli perdere troppo sangue, devo fermare l'emorragia alla gamba stringendo il quel punto.
Mi rendo conto di avere queste conoscenze mediche in totale. Niente male.
La giacca azzurra che porto, non è adatta, quindi sono costretta a togliermela e a strappare un pezzo della mia camicia, non più bagnata, in modo da fermare la fuoriuscita del sangue.
Stringo più forte che posso e faccio un nodo intorno al punto ferito, mentre Alec emette un suono e una smorfia di dolore contrae la sua faccia, il primo segno di vita che esprime il suo volto.
"Papà.." gli sento bisbigliare, mentre il mio cuore sprofonda in un abisso tra paura e compassione, perchè per la prima volta, vedo Alexander vulnerabile, e umano, che chiama suo padre, di cui io non so niente.
Starà sognando? La sua espressione non suggerisce che stia facendo un bel sogno, ma neanche un incubo.
Le sue labbra prima si arricciano a formare un sorriso,poi tornano ad un espressione seria e sofferente. Non lo sveglio,perchè gli permetterebbe solo di sentire il dolore bruciante alla gamba. E io non riesco a vederlo soffrire.
Lo afferro da sotto e quando sto per tirarlo su da terra, sento dei passi più vicini alla mia schiena.
Mi blocco.
"Hei ragazzina, che cosa pensavi di fare?"
Non ci credo.
Dietro di me ci sono i ragazzi che prima hanno sparato ad Alec, e io non sono neanche armata.
"Girati" il tono dell'individuo sembra categorico, e io non mi azzardo a contraddirlo.
"Mani in alto, mi raccomando" lo sento ridere in sottofondo, con gli altri due.
Non capiscono che cosa hanno fatto?Hanno attaccato qualcuno di sera, in un parco abbandonato, e poi l'hanno ferito gravemente.
"Sei sorda? Ti ho detto di girarti" il tono di quello magro adesso sembra più irritato, forse pensava che sarebbe stato più facile farmi obbedire.
Devo fare qualcosa. Fai un piano all'istante, Grace.
Alzo la testa e unisco le mani, i capelli mi coprono gran parte del viso, in modo che non sia così facile vedere la mia ansia.
Alec giace sotto di me immobile, e ha la mano premuta contro la gamba. I tipi non sembrano neanche averlo notato, come se fosse di poca importanza, ormai una prova inesistente di quello che hanno appena commesso.
La giacca nera lo tiene coperto ma il suo volto è visibile, ed è contratto in una smorfia.
Ma non di dolore.
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Il ragazzo del bosco
FantasyShine Grace non ha mai creduto alle fiabe. Un giorno però arriva Alec, un ragazzo misterioso e bellissimo, e lei capisce di essersi sempre sbagliata. I principi esistono. Alec però non è il tipico ragazzo della porta accanto: scompare spesso nel bui...