Dio quanto sono sudata!
Ormai non mi stupisco neanche più di svegliarmi nel cuore della notte in preda agli spasmi e ai conseguenti dolori dovuti alla tensione.
Alby mi direbbe di andare a farmi una tazza di latte bollente con del cognac per tranquillizzarmi.
Ma non sarei agitata se Alby fosse ancora qui...Cerco di capire l'ora e valuto la situazione. Le 4:48.
Se andassi di sotto sveglierei mia madre e inizierebbe a 1) preoccuparsi troppo per me e le bastano le su di preoccupazioni e 2) farmi almeno le sue tre fatidiche domande: Sempre lo stesso? Vedevi lui? Se si, com'è stato rivederlo?
Le sue solite domande che riserva ai suoi pazienti dato che è la più rinomata psicologa infantile di tutto lo stato.
Alla fine decido che è meglio affrontare mia madre e la sua super apprensione invece di passare le seguenti due ore a morire di sete.
Perciò apro la porta cercando di fare il minimo rumore, ma senza alcun successo. Maledette cerniere cigolanti!
La lascio aperta per evitare che faccia di nuovo quel baccano.
Scendo le scale con passo felpato e accendo la luce della cucina.
Mi blocco e certo di carpire un qualsiasi rumore al piano di sopra.
Almeno riesce a dormire un pò...
Apro il frigo e dopo aver bevuto un enorme bicchiere di acqua congelata, mangio uno yogurt all'albicocca. Il tuo prederito.
Mentre mi accingo a riporre il cucchiaino nel lavabo mi volto e per un attimo non mi viene un infarto.
<<Mio Dio mamma! Mi hai fatto prendere un colpo.>>
<<Scusa biscottino. Non intendevo farlo...>>
Vedo i suoi occhi verde smeraldo che mi studiano in tutta la sua profondità. Esile e alta si e no come una painta di fagioli. Capelli nero corvino e con quel carattere sempre giocoso e che ha un nomignolo per tutto. Perfino per il tostapane. Una volta lo ha apostrofato il cantastorie del mattino. Patetico alcuni penseranno, ma io la trovo fantastica.
<<Mamma tutto bene? Mi sembri un pò scombussolata. Hanno per caso chiamato dalla base? E' successo qualcosa a papà?>>
Odiavo metterle altri pensieri in testa, ma mio padre essendo nell'esercito sarebbe potuto accadere un domani.
<<No tesoro, papà sta bene. Torna lunedì per accompagnarci al college.>>
<<Allora ti ho svegliata. Scusami davvero. E' che stavo morendo di sete e così...>>
<<Non fare la finta tonta. Stanotte hai avuto un altro incubo e stavolta è stato sconvolgente.>> Finta tonta. E' quasi una parolacca per lei.
<<Si in effetti ho avuto un incubo. Ma niente di diverso dalle altre volte e... >>
<<Sophia ti sei messa a urlare.>>
La sua voce è quasi un sussurro quando mi tronca la frase e io rimango impietrita.
<<Hai urlato il suo nome fino a che le lacrime non ti hanno smorzato la voce. Ho provato a tenerti ferma ma ti divincolavi troppo e ho lasciato perdere per evitare di farti male stringendoti. Ti sei calmata meno di mezz'ora fa.>>
Ho urlato? Mi ha trattenuta? Santo cielo non ricordo nulla!
<<Mio Dio mamma scusami. Ti avrò fatta spaventare da morire! Il problema è che io non ricordo di aver urlato e tanto meno che tu mi abbia stretta>>
<<Lo sospettavo. La ghiandola pineale avrà prodotto abbastanza sostanza da farti "dimenticare" parte dell'accaduto. Poi sostituendo...>> Sapevo che avrebbe cominciato ad elencare tutte le possibili cause scientifiche-fisiologiche della mia temporanea perdita di memoria delle azioni.
<<Mamma ti voglio bene, però adesso vorrei tornarmene a letto per cercare di dormire un altro pò.>>
<<Certo trespolino vai pure, lavo io la tazza.>>
E così dicendo mi avvio verso le scale congedata da un fermissimo bacio sulla fronte.
<<Tesoro?>>
<Si, mamma?>>
<<Non devi incolparti di niente ricorda.>>
A quelle parole le sorrido, perché so che la fa stare meglio.
Dalla morte di mio fratello l'anno prima mi sento terribilmente in colpa. E mia madre non è più la stessa. Aveva ragione la nonna:<<Il dolore per la morte di un marito la superi. Ma quella di un figlio ti perseguiterà in eterno, fino alla fine.>>
Mai come in quell'istante mi resi conto che quelle parole erano amaramente vere.Vado in direzione del bagno e indugio davanti ad una porta chiusa di una stanza. La sua stanza.
Alla fine decido di oltrepassare per evitare di sentirmi peggio.
Chiudo a chiave la porta per evitare che mia madre bussando possa entrare lo stesso.
Mi guardo allo specchio quasi schifata. E' tutta colpa mia. Se solo non avessi insistito.
Cerco di ricacciare indietro le lacrime ma nulla. Mi rigano il volto senza sosta. Mi rendo conto che sto per avere un attacco di panico perciò decido di rinsavire. Metto la testa sotto l'acqua fredda e mi lascio congelare i lobi frontali. Dopo essermi accorta che l'attacco sembra essere quasi sparito e decido di fare una doccia.
Mi libero della maglia e della biancheria intima e mi infilo sotto l'acqua non del tutto calda. Anche se è agosto io voglio acqua caldissima con tanto di vapore acqueo per lavarmi.Dopo mezz'ora decido che è ora di uscire e avvolgo il mio corpo in un asciugamano di cotone morbidisso che profuma di agrumi e attorciglio i capelli in un altro, sistemandoli ben bene.
Sto per entrare in camera mia quando sento mia madre scossa dai singhiozzi. Oh mamma! Vorrei andare ad abbracciarla forte, ma so che non le farebbe bene e tanto meno a me.
Perciò tiro dritto e corro in camera mia. Mi poggio con la schiena alla porta chiusa e l'ascolto di nuovo. Sto per scoppiare a piangere. Non deve succedere di nuovo!
So che è da egoisti però metto gli auricolari e cerco di focalizzare tutta la mia attenzione sul ritmo della musica.
A fatica ci riesco. Mi lascio invadere dalla musica e inizio a saltellare cercando di non pensare.
Ballo per tutta la stanza come una pazza e mi sorprendo a ridere di me stessa mentre faccio delle facce buffissime allo specchio mentre mi vesto. Non ridevo così da tanto tempo. Un anno per la precisione.
Metto dei leggins neri e mentre mi infilo la canottiera mi strappo involontariamente gli auricolari dalle orecchie e il turbante mi si riversa sul viso. Inizio a ridere davvero tanto, forse troppo. E in un secondo mi ritrovo a singhiozzare. Maledetto umore altalenante!
Mia madre mi abbraccia da dietro. Mi prende le spalle e mi volta verso il suo petto.
<<Piangi bambina mia. Piangi tutto il dolore e la rabbia che hai in corpo!>>
Non ce la faccio. Te ne sei andaro per colpa mia! E non me lo perdonerò mai.
Mi metto ad urlare il suo nome. Piango fino a che la gola non mi brucia e mi acascio sul pavimento seguita da mia madre che stranamente non piange più.
<<Ti prego mamma perdonami. Se non fosse per me avresti tuo figlio ancora qui. Lo avremmo ancora bello e aitante il nostro uomo di casa. Ti prego perdonami Alby.>>
<<Tesoro non dire così. Sophia ti prego non devi pensarlo! È' stata una fatalità mostruosa.>>
Non ce la faccio a ribbattere ma urlo con tutta la forza che ho in corpo fino a che il mio petto non si rilassa e il mio battito non si ristabilizza.
Stiamo sdraiate sulla moquette azzurra immobili. Io ancora scossa dagli spasmi dei singhiozzi ma senza piangere più e mia madre che mi stringe in un abbraccio e mi accarezza i capelli.
<<Mamma...>> non ho il tempo neanche di continuare la frase che mia madre mi blocca.
<<Sophia basta. La devi smettere. Alby non vorrebbe che tu ce l'avresti così tanto con te stessa.>> Inizio a seguirla per la prima volta dopo tanto tempo.
<<Sarebbe davvero arrabbiato con te solo perché ti prendi la colpa per una cosa che non hai fatto. Ti guarderebbe con quegli occhi cerulei e ti direbbe: "So-So, adesso alza quelle chiappe e vai a bere del cognac!">>
Mi metto a ridere e mia madre mi segue a ruota.
<<Che buffone. E lui neanche beveva.>>
<<Già. Ma adesso basta. Mettiti nel letto e cerca di dormire un altro paio d'ore.>>
<<Okay.>>
Mia madre si alza e mi tende le mani aiutandomi. Le afferrò e mi tira in un abbraccio stretto.
<<Non ti vedevo ballare e ridere così da molto, molto tempo.>> mi sussurra all'orecchio.
La stringo più forte e le stampo un enorme bacio sulla guancia.
Mi accarezza i capelli e mi lascia andare.
<<Ti voglio bene.>> le dico prima che chiudesse del tutto la porta.
<<Tanto anche io fagiolino. Vuoi che lasci aperto?>>
<<No mamma, la preferisco chiusa.>>
Chiude la porta e la luce dell'albra proietta la mia ombra sul muro e sulla porta. Gioco con le mie mani mimando una farfalla, una chiocciola, un lupo. Alla fine mi addormento con il sorriso sulle labbra.Ciaooo :)
Bene questo è il primo capitolo. Non è niente di speciale ancora ma crescerà. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci Li ❤
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Sono Una Principessa A Modo Mio!
RomanceSophia ha vent'anni ed ha una sola ambizione: diventare un militare come il suo papà. Ma per esserlo bisogna avere una tempra caratteriale forte e lei potrebbe averne carenza dalla morte di suo fratello, la sua gioia di vivere. Facendo la conoscenza...