CAPITOLO 32

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<<Sei pronta?>> mi chiede mio padre all'esterno della chiesa.
Annuisco e gli sorrido. Mi prende il braccio libero e lo avvolge intorno al suo. Dall'altro lato c'è mia madre. Dalla morte di Alby ho sempre pensato che quando e se mai mi fossi sposata ci sarebbe stata anche lei.
Tutti e tre percorriamo la navata. Guardo prima gli invitati, chi piange, chi sorride e chi fa le foto. Guardo al centro della navata di fronte a me e vedo lui. L'amore della mia vita in un vestito blu e il papillon fatto a mano che gli ho regalato al compleanno. Leggo nei suoi occhi tutto l'amore del mondo, un amore capace di farti volare.
Si porta una mano sul viso e inizia a piangere. 
No, ti prego. Altrimenti inizio anche io!
Lentamente arriviamo ai piedi dell'altare e mio padre mi consegna a lui come da tradizione. Ci guardiamo negli occhi e i miei pensieri vagano sciolti. La prima volta che l'ho visto, quando mi ha caricata sulle spalle, quando abbiamo fatto l'amore sotto le stelle. Quando gli ho detto ti amo.
<<Ti amo>> gli dico asciugandogli una lacrima.
<<Ti amo>> mi risponde avvicinandosi. Mi bacia la fronte e mi consegna il bouquet. 
Ascolto il sacerdote parlare ma fino ad un certo punto. Mi perdo ad ammirarlo. Ha messo il gel nei capelli tirandoli tutti indietro ed è bello da mozzare il fiato. Si accorge che lo sto guardando e si gira verso di me. Mi sorride e mi stringe la mano.
<<Ora pronuncerete la formula. Se volete potete leggerla.>>
Lentamente vedo arrivare Victoria con un piccolo scrigno di legno con dentro gli anelli. 
<<Grazie piccola.>>
Lei sorride e corre verso nostra madre.
Faccio un respiro profondo e inizio a leggere.
<<Io Sophia Amelia accolgo te, James, come mio sposo. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.>> 
Sfilo l'anello dal cofanetto e glielo infilo al dito per poi baciarlo.
<<Io James, accolgo te, Sophia Amelia, come mia sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.>>
Mi infila l'anello e lo bacia anche lui.
<<Il Signore onnipotente e misericordioso confermi il consenso che avete manifestato davanti alla Chiesa e vi ricolmi della sua benedizione. L'uomo non osi separare ciò che Dio unisce. Adesso puoi baciare la sposa.>>
<<Non hai idea di quanto io ti ami>> mi dice prendendomi il viso e baciandomi.
Uno scroscio di applausi e di urla di gioia riempiono la chiesa. 
Dopo aver ricevuto gli auguri dai nostri genitori, ci tocca firmare insieme ai testimoni. 
<<Devo proprio?>> mi chiede Stephany.
<<Adesso tu spiegami. Se Lou e Beth insieme a Dott e la sorella di James l'hanno fatto, perché tu non dovresti?>>
<<Perché mi sembra di firmare qualcosa di illegale.>>
<<Sei veramente incredibile. Adesso muovi quel tuo bel deretano e firma quel foglio.>>
<<Che palle.>>
<<Steph! Sei in chiesa!>>
Scuote il capo senza rispondermi e si accinge a firmare. Mi volto a guardare mio marito che riceve gli auguri da alcuni parenti venuti dalla Germania, mia madre che sta nelle braccia di mio padre e sorridono vicini a zia Vivian e zio Marcus con la piccola Victoria in braccio che ridono.
Alzo gli occhi al cielo e sorrido. Una lacrima solca il mio viso.
<<So che sei qui, ti sento. Vorrei solo poterti abbracciare forte>> dico sottovoce.
Abbasso lo sguardo e vedo James venire verso di me. Mi stringe, mi bacia e mi carezza i capelli.
Sarà una giornata piena di gioia e all'insegna dell'amore e di tante, tante lacrime.

***

<<Veniamo troppo spesso qua, non mi piace>> dico a James guardandomi intorno.
<<Hai ragione, ma questa volta è per qualcosa di meraviglioso>> lo guardo sorridere e d'istinto lo bacio.
<<Saresti un padre meraviglioso.>>
<<Lo so>> mi dice altezzoso.
Lo spintono scherzosamente e mi rimetto seduta. Le poltroncine delle sale d'aspetto sono sempre scomode. O invece sono comodissime ma l'ansia le fa sembrare un sacco di ceci.
Dopo il pranzo del nostro matrimonio Stephany e Dott sono venuti di corsa in ospedale perché le si sono rotte le acque. Inutile dire quanto era nervosa per non essere arrivata alla torta. E quanto poi si è incazzata quando ha scoperto che non sarebbe nata ieri ma che avrebbero provato a farla nascere oggi.
<<Allora, ancora niente?>> mi chiede Beth entrando seguita da Louisa.
<<È da due ore quasi in sala parto credo che...>> non riesco a finire la frase che Dott esce correndo. Si strappa la mascherina e comincia ad urlare.
<<È nata! È bellissima! Somiglia a Stephany! È bellissima!>>
Nessuno di noi riesce a contenere l'entusiasmo e ci abbracciamo in preda alle risate e alle lacrime.
<<E Steph come sta?>>
<<Inveisce contro i dottori per il dolore>> dice facendo spallucce.
<<Sta bene!>> dice Beth scuotendo la testa.

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