CAPITOLO 24

56 2 0
                                    

SOPHIA
<<Avanti parli!>> urla Stephany. Noto che abbiamo gli occhi di tutti addosso. Tocco il braccio di Stephany. Lei mi guarda, sospira e mi prende la mano.
Ho la pelle d'oca e gli occhi che mi bruciano. Non so se voglio sentire.
<<Non qui. Venite nel mio ufficio.>>
Seguiamo in silenzio il tenente e il generale. Arrivati davanti l'ufficio ci fa entrare tutti e chiude la porta alle nostre spalle.
Si mette dietro la sua scrivania e si siede. Tutta questa pace mi fa innervosire non poco.
<<Allora??>> le chiede Dott.
<<Si è svegliata.>> dice d'un tratto.
Io e Beth ci guardiamo. Lei porta le mani sulla bocca e delle lacrime le rigano il volto. La prima volta che la vedo piangere.
Stephany mi corre incontro e mi abbraccia. Ci abbracciamo mentre ci lasciamo andare ad un pianto liberatorio.
<<Potete andare a vederla. Guidate con prudenza e non tornate troppo tardi.>> ci dice il generale. E dopo aver stretto la mano al tenente si avvia verso l'uscita.
<<La ringrazio per la notizia tenente. Adesso vogliamo andare a vederla.>>
<<Ma certo Stewart. Portatele i miei più cari saluti.>>
La guardo bene in viso ed ha un ampio sorriso e gli occhi rossi. Sembra sollevata anche lei.
Usciamo di corsa e ci avviamo verso il parcheggio. Prima di entrare in auto James mi attira a se e mi abbraccia.
<<Ti avevo detto si sarebbe ripresa.>>
<<C'ha messo un mese e mezzo però.>> dico mentre sorrido.

Arriviamo in ospedale e ci accoglie la solita infermiera.
<<Dovete aspettare che il dottore finisce di visitarla. Vi chiamo io zucchottini.>> pizzica la guancia a Dott e si avvia verso l'infermeria.
Dopo un'ora e due caffè finalmente vediamo il dottor Rodriguez uscire dalla camera di Louisa ed andare dalla parte opposta alla nostra.
Dopo un'altra interminabile mezz'ora si avvicina a noi l'infermiera.
<<Caramelline la vostra amica sta molto meglio e potete andare a farle visita. Se volete entrare tutti potete, ma dovete fare molto silenzio e potete stare solo per poco, non bisogna farla stancare.>>
Ci fa strada verso la sua camera ci fa entrare tutti e chiude la porta alle nostre spalle.
Sembra stia dormendo. È sdraiata supina con la testa fasciata. Al braccio sinistro ha la flebo e all'indice della mano destra il pulsossimetro. Dott e James si avvicinano al letto ma senza toccarlo mentre Beth e Stephany si siedono ai due lati opposti. Mi avvicino lentamente e James mi prende la mano.
Apre lentamente gli occhi e ci guarda uno per uno aggrottando le sopracciglia.
<<Ciao a tutti.>> dice con un filo di voce e senza l'ombra si un'emozione. Avevo quasi dimenticato il suono della sua voce. Delicata ma decisa.
<<E voi sareste?>> ci chiede secca.
Il mio cuore accelera. Beth si porta le mani alla bocca e Stephany si alza dal letto. Leggo il panico negli occhi dei ragazzi.
L'aria si è fatta notevolmente più tesa. Louisa ci guarda agitarci. Ad un certo punto inizia a ridere lentamente e a tossire.
<<Ahi. Scusatemi ragazzi, era uno scherzo non ho saputo resistere.>>
<<Tu e il tuo humor nero andatevene a farvi fottere.>> dice Stephany mentre si sventola il viso con la mano.
Rilasso le spalle e James mi bacia il dorso della mano. La guardo e scuoto la testa. Le prendo la mano e lei si volta a guardarmi.
<<È stato il mese più brutto della nostra vita.>> le dico con le lacrime che si fanno strada per uscire.
<<Lo so, vi ho quasi uccisi dall'ansia. Scusatemi.>> dice sorridendo.
<<Oggi elisir di lunga vita per tutti.>> le dice Dott facendole l'occhiolino.

Sono passate quattro settimane da quando Louisa è uscita dall'ospedale.
Ha tagliato un pò i capelli per rimediare al divario di lunghezza per l'operazione ma è comunque bellissima.
<<Beth mi passi quel pacchetto azzurro per favore?>> le chiede con la sua consueta dolcezza.
<<Ecco prendi. Scusate ragazze ma dopo tutto questo addobbare ho proprio bisogno di una doccia. Faccio il prima possibile.>> da un bacio sulla fronte a Louisa ed esce.
Louisa sorride e titubante scrive sopra il pacchetto un nome che non riesco a cogliere e lo ripone sotto l'albero.
Mio padre mi racconta sempre che alla base c'è una tradizione. Dopo il sedici dicembre, data della nascita del fondatore della base dove ci troviamo, nel salone sotto l'albero di natale si mettono tutti regali insieme ad un proposito che uno fa e poi si riaprono il 6 gennaio.
A proposito di mio padre.
<<Lou scusami se ti lascio sola ma devo fare una cosa importantissima. Chiama Steph così ti da una mano lei, torno subito.>>
Le do un abbraccio che lei ricambia.
Dopo aver provato, invano, di rintracciare Stephany o Dott mando un sms a James:
16:18- "Devo fare una cosa urgente. Potresti fare compagnia a Lou nel salone? Nulla di grave comunque, a dopo. XO"
16:30- "Finisco i piegamenti e vado. Tu non farmi preoccupare, aggiornami appena puoi. X"
Sorrido e metto il cappotto.
Esco dal salone e mi avvio verso l'ufficio del tenente. Arrivo davanti la porta con il cuore a mille. Non so se voglio chiederle qualcosa per paura di ascoltare la risposta.
Faccio qualche respiro d'incoraggiamento e poi busso.
Non risponde. Perciò apro piano la porta ed entro.
<<Permesso? Tenente Moore?>>
Faccio per girare l'angolo dell'anticamera quando la sento parlare. Sposto lo sguardo e vedo che è al telefono.
Si accorge che ci sono anche io nella stanza e mi fa segno di avvicinarmi.
<<Senz'altro generale, la terrò aggiornata. Adesso se vuole scusarmi, ho una questione da discutere con un cadetto. Certo, buongiorno a lei.>> stacca la chiamata e si siede dietro la scrivania.
<<Mi spiace di essere entrata senza annunciarmi, ma non rispondeva e allora ho provato a vedere se fosse dentro comunque.>>
<<Non preoccuparti. Allora Sophia, dimmi tutto.>>
Dall'incidente di Louisa pare essersi ammorbidita. È una versione del tenente che ci piace molto di più.
<<So che lei è molto impegnata e che ha molte cose a cui pensare.>> le dico temporeggiando.
<<Vuoi sapere di tuo padre?>> mi chiede sorridendo.
Annuisco solamente.
<<Volevo giusto parlartene ma il generale mi ha persuaso del contrario vista la situazione. Però posso dirti questo. Tuo padre si trova in Bahrein. Dopo più di due mesi finalmente è riuscito a comunicare con noi attraverso una stazione radio ancora in piedi. Perciò per adesso posso solo confermarti che è vivo.>>
Non ci credo.
<<Lei è sicura?>>
<<Sicurissima.>> dice e mi fa l'occhiolino.
<<Mio Dio. La ringrazio! Adesso posso chiamare mia madre!>> dico alzandomi.
Mi sudano le mani come mai.
<<Il regalo di natale più bello di sempre.>>
Si alza e mi si avvicina. Mi mette una mano sulla spalla e me la stringe.
<<Ci puoi giurare.>>
Metto la mia mano sulla sua. Mi sorride e poi mi congedo.
Di corsa vado nel mio dormitorio e prendo il telefono dal cassetto.
Dopo tre squilli mia madre risponde.
<<Pulcino mio! Come stai?>>
<<Mamma devo dirti una cosa.>>
<<Cosa? Tesoro non capisco se ridi mentre parli, lo sai. Sii decorosa.>> mi rimprovera. Sento dal tuo tono che sta sorridendo.
<<Allora, ho notizie di papà.>>
<<Come? Sia benedetto il cielo! È da una settimana che aspetto una telefonata dalla base ma niente. Avanti parla!>>
<<Okay. È dovuto andare in missione di pace a Bagdad a fine settembre. Ma adesso è nel Bahrein ed è tutto intero. Capisci mamma? È vivo!!>> urlo con tutta la forza. Lei butta un grido e inizia a piangere.
<<Mamma per favore non farmi preoccupare, parla!>>
<<Mio Dio tesoro, lui sta bene! Non sai come mi hai resa felice!>>
<<Lo so mamma, è una notizia fantastica.>>
<<Sai qualcos'altro?>> dice singhiozzando.
<<No, per adesso niente.>>
<<L'importante è che sia vivo.>>
Annuisco come se lei potesse vedermi.
<<Adesso te la do io una bella notizia.>> mi dice. Non parla per aumentare la suspence.
<<È una femmina.>>
Non afferro. Poi ci penso su.
<<Mamma mi stai dicendo che...>>
<<Si tesoro mio! Ieri ho fatto l'ecografia e Rosalinde mi ha detto che é quasi sicura sia una femmina. Il mese prossimo avremo la conferma.>>
<<Mamma sono molto felice, davvero!>>
Non riesco a tenere ferme le mani.
Avremo una piccola pulce.
<<Se dovessi riuscire a contattare tuo padre non dirgli nulla, voglio essere io a farlo.>>
<<Tranquilla, prometto di non dire niente.>>
<<Okay biscottino. Vado che la zia Vivien vuole andare a comprare dei mobili nuovi. Ci credi? Per la quarta volta, incredibile.>>
Cambio repentino d'umore. Le donne incinte sono proprio strane.
<<Tipico. Ah mamma...>>
<<Si tesoro?>>
<<Sono sicura lui stia sorridendo ovunque lui si trovi.>>
Non risponde. Credo stia per piangere.
<<Ne sono convinta.>> dice con la voce rotta.
<<Ciao mamma, fai attenzione.>>
<<Anche tu angelo mio.>>
Stacco la telefonata e una lacrima cade sullo schermo del telefono.
Analizzo come mi sento secondo le istruzioni della dottoressa Clark.
Mi sdraio sul letto, chiudo gli occhi e scavo nel mio plesso solare alla ricerca della mia scatola emotiva.
Quando la trovo la apro. In un angolo rannicchiata c'è la tristezza che mi guarda di lato e minaccia con lo sguardo di alzarsi, ma resta li dov'è. Al lato opposto c'è la rabbia seduta su di una sedia che sbatte freneticamente il piede a terra. Decido di ignorarla.
In piedi proprio sotto i miei occhi ci sono la paura e la gioia. Rispettivamente rosso e blu. Non si spintonano come di solito fanno, si limitano a qualche pizzicotto e cosa strana, sono a braccetto.
Riapro gli occhi e sorrido.
Riesco a gestirle finalmente.
Grazie e questa specie di gioco riesco a capire come mi sento e a trovare una soluzione e ciò che mi affligge.
E credo di sapere come fare.
Metto la giacca e il cappello ed esco di corsa dal dormitorio. Appena esco ho una visione strana ma al contempo bellissima. James e Louisa che giocano a lanciarsi palle di neve. È bello vedere Louisa di nuovo felice. E...

Sono Una Principessa A Modo Mio!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora