Da quando ieri ho ricevuto quella lettera non ho fatto altro che pensarci.
<<Tesoro tutto bene? Non hai una bella cera.>>
<<Non ho dormito molto bene questa notte. Bhe in realtà non ho chiuso occhio.>>
Mio padre sembra pensarci un pò su poi torna a guardarmi per poi dirigere lo sguardo verso mia madre.
<<Direi che la nostra bambina si meriti il suo regalo in anticipo. Che ne dici Givri?>>
<<Penso proprio che tu abbia ragione questa volta.>>Regalo? Amo le sorprese!
<<Un regalo per me? A cosa devo...?>>
<<Mica tutti gli anni la nostra bimba compie un passo così importante. Perciò torno fa meno di trenta minuti.>>
<<Trenta? Ma sono troppi, decisamente.>> dico fingendomi offesa.
Mentre esce di casa, iniza a ridere e io lo sento perfino con la porta chiusa.
Guardo mia madre sparecchiare la restante colazione mentre sorride.
L'aiuto a sparecchiare e dopo averle stampato un bacio sulla guancia e posato la mano sulla sua pancia, vado verso le scale per fare una doccia.Facciamo passare in fretta questi trenta minuti!
E in effetti passano in fretta. Mi asciugo i capelli quel poco per farli smettere di gocciolare e ripongo il phon nel suo mobiletto sotto il lavandino.
Mentre scendo le scale sento due colpi di clacson e fisso mia madre.
<<Dovresti dare un'occhiata fuori.>> mi dice battendo le mani.
Quasi mi precipito fuori e ciò che vedo mi sconvolge.
<<Congratulazioni Tesoro!>> grida mio padre.
Porto le mani a la bocca soffoco un gridolino. Gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Un'auto nera con gli specchietti blu e un enorme fiocco rosso sulla portiera del conducente.
<<Sul serio è mia?!>> dico a mio padre quasi urlando.
<<Certo! Congratulazioni biscottino.>> dice mia madre appena mi si affianca. Io d'istinto la stringo a me, ma non troppo forte. Sopraggiunge anche mio padre e ci abbracciamo tutti e tre.
<<Grazie, davvero. Bastava anche una semplicissima torta.>> dico fra le lacrime che ormai scendono lungo il mio volto.
<<Fai silenzio. Te lo meriti. Ora fila di sopra a finire di prepararti.>> esclama mio padre mentre indica con il mento l'entrata di casa.
Mi asciugo le lacrime e mi avvio.
Dopo aver finito di sistemare le ultime cose scendo in salotto per aiutare mia madre con il pranzo.
<<Ah tesoro quasi dimenticavo. Cambio di programma. Partiamo stasera con la tua macchina così potrai tenerla e io e tuo padre torneremo con un aereo.>>
<<Mamma ma sono più di mille e cinquecento chilometri. Papà non si stancherà a guidare?>>
<<Gli daremo il cambio non preoccuparti. E' l'unico modo per farti avere l'auto li con te.>>
<<Tu non dai il cambio proprio a nessuno! In questo stato non dovresti neanche viaggiare.>> le sbotto risoluta.
<<Ti prego non ti ci mettere anche tu! Ho litigato con tuo padre proprio questa mattina. Vuole che rimango a casa dalla zia Vivian.>>
<<Non è per niente male come idea. Papà ha ragione. E poi la zia sarebbe molto felice di stare con te. Tranquilla, ti terremo aggiornata.>>
In un attimo mi balena un idea.
<<Possiamo chiedere a zio Marcus se ci accompagna. Cosa ne dici papà?>> grido sapendo che sta ascoltanto tutto dalla cima delle scale.
<<Ottima idea Sophi. Lo chiamo subito.>> mi urla di rimando.
<<Samuel è scorretto! Non si origlia.>> Cerca di mantenere il broncio ma scoppia in una risata contagiosa che fa ridere anche me.Le ore passano in fretta e mentre mia madre inizia a farmi l'elenco delle cose che devo assolutamente avere per la sopravvivenza -testuale-, porto le due mie valigie nel cofano della mia macchina. Le posiziono al suo interno con mia madre alle calcagna.
<<La biancheria?
Le asciugamani?
Il phon?
Gli abiti? Certo che si, che stupida.
Le scarpe?
I documenti?
La tuta?
Le scarpe da ginnastica?>>
Non mi da neanche il tempo di rispondere ad ogni domanda che va avanti come una macchinetta. Perciò mi limito a annuire.
<<Marcus, dove diavolo sei finito?>> sbotta mio padre al telefono.
<<Faremo tardi. Perciò muovi quel culo e portalo quì senza prediche!>>
Il soldato che è in lui spunta fuori e io e mia madre rimaniamo per un attimo interdette.
Lui ci guarda e sorride imbarazzato.
<<Non ce l'avrebbe fatta neanche per mezz'ora.>> si giustifica.
Soffoco una risata e chiudo il cofano con un tonfo.
In lontananza sento un clacson suonare ripetutamente.
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Sono Una Principessa A Modo Mio!
RomanceSophia ha vent'anni ed ha una sola ambizione: diventare un militare come il suo papà. Ma per esserlo bisogna avere una tempra caratteriale forte e lei potrebbe averne carenza dalla morte di suo fratello, la sua gioia di vivere. Facendo la conoscenza...