CAPITOLO OTTO

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Non vedo l'ora sia questa sera!

Finalmente potevo rivedere Alex dopo un'estate divisi.
<<Mamma posso andare alla festa di Susan?>>
<<Assolutamente no!>>
<<Mamma ti prego! Lavo i piati per un'altra settimana, ma ti prego dammi il permesso di andarci!>> il mio tono era supplichevole.
<<Sophia non insistere. Anzi preparati che abbiamo il pranzo da zia Vivien. E non fare storie!>>
Era inutile controbbattere non mi avrebbe mandato neanche se Al...
Aspetta.

Corsi fino le scale e le salii in fretta a rotta di collo. Arrivai davanti alla sua porta  con il fiatone. Aprii senza nemmeno bussare.
<<Dimmi che questa sera andrai alla festa di Susan!>>
Era sdraiato supino sul letto in tutta la sua maestosità. Capelli nero corvino e due occhi azzurri che facevano da contrasto.
Alzo piano la testa e mi guardò per qualche secondo.
<<No.>> disse semplicemente.
<<Oh andiamo! Se tu non vai la mamma non mi permetterà di venire!>>
<<So-So io e Susan abbiamo litigato perciò non mi va di andare alla sua stupida festa.>> Quando mi chiamava "So-So" mi calmava, usciva dalla sua bocca come un tranquillante.
<<Perchè avete litigato? Anzi per chi...>>
<<Hai centrato il segno. Per quel pezzo di merda di Jack.>>
<<Allora andiamo e assestagli un bel pugno sul naso!>>
<<No So-So, non sono in vena.>>
<<Sei uno stronzo guastafeste. Non pensi a me che ho la possibilità di rivedere Alex?>>
<<Se prima poteva essere un forse, adesso è un NO categorico.>>

Ma io non mi mordo mai la lingua?!

<<Ti farò il bucato a mano per una settimana intera. Ma ti prego almeno fammi da chaperon.>>
Sembrò pensarci su. Alla fine si mise una mano sul viso e si sedette sul letto colpendolo con la mano invitandomi a sedere vicino a lui.
Mi sedetti girando il busto in modo da averlo di fronte.
<<Promettimi che non andrai ad imboscarti con Alex come hai fatto l'ultima volta e anche che non berrai, sai che non reggi l'alcool.>>
Lo abbracciai fortissimo quasi soffocandondolo.
<<So me lo devi promettere. E lasciami subito o morirò soffocato.>>
Lo lascia immediatamente e lo guardai.
<<Te lo prometto! Bene adesso devi scendere di sotto e convincere la mamma.>>
<<Cosa?! Pensavo le avessi già parlato!>>
<<L'ho fatto ma sai, non ne voleva sapere. Allora ho pensato che se fossi stato tu a chiederglielo avrebbe accettato, anche malvolentieri.>>
Sbuffò e per tutta risposta mi spinse sul letto e mi tirò un buffettò affettuoso sul braccio mentre usciva.
<<TI VOGLIO BENE ANCHE IO.>> urlai perchè mi sentisse dalle scale. E sapevo che avrebbe alzato il dito medio mentre rideva.

Anche se sapevo che mia madre avrebbe accettato ero in ansia.
Alby entrò in camera sua, dove mi trovavo io e sorrise.
<<Bene possiamo andare. Ma ad una condizione.>>
Mi rabbuiai. Pensando che forse avessimo un orario per rincasare.
<<Che oggi al pranzo di zia Vivien indossi il suo vestito preferito, quello arancione.>> mentre finiva la frase scoppiò a ridere.
<<CHE?! Non se me parla!>> non sapevo neanche perché lo avessi ancora nel mio armadio.
<<O lo indossi o non esci dalla tua camera neanche per fare pipì!>>
Era mia madre dal piamo di sotto che ovviamente aveva sentito il mio urlo disperato.
<<D'accordo! Ma non valgono i ricatti!>> urlai così che mi sentisse.

Indossai quell'orribile vestito arancione e non mi guardai neanche allo specchio.
Senza dubbio mia zia gradì molto il vestito e pranzammo in serenità.

Sono Una Principessa A Modo Mio!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora