CAPITOLO 31

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Cerca di mantenere la calma.
Inspira. uno, due, tre. Espira.
<<Allora?>> mi chiede Beth scattando in piedi. Louisa si avvicina a lei e le cinge i fianchi con il braccio. Dott e Stephany rimangono seduti l'uno nelle braccia dell'altra.
<<È sveglio.>>
Un boato scoppia nella sala d'attesa. Le mie amiche si baciano dalla felicità e Stephany saltella per tutta la stanza fino a che un'infermiera non li rimprovera aspramente. C'è mancato tanto così che Stephany la prendesse a parole. E non di dolcezza chiaramente.
<<Tesoro è sveglio, non sei felice?>> mi chiede Louisa.
Sono felice?
Ci penso un attimo prima di risponderle.
<<Certo che lo sono. Solo non ne sono sicura. Voglio averlo davanti per assicurarmene.>>
Lei mi sorride e mi abbraccia. Io la stringo forte e mi avvio verso l'anticamera della stanza di James dove mi daranno il mio camice.
<<E la mascherina?>> chiedo una volta dentro all'infermiera rompi scatole di una settimana fa.
<<Adesso non serve>> mi risponde con un mezzo sorriso.
Metto il camicie ed entro nella stanza. Seduti accanto a lui ci sono Dominic e Catarina, che mi occupa la vista su di lui.
Si girano nella mia direzione ed entrambi sorridono. Lei lentamente si alza e lui compare alla mia vista.
Il viso tumefatto, il labbro inferiore spaccato che non avevo notato. La testa ancora bendata e la mano fasciata.
Mi porto le mani sul viso e comincio a piangere.
<<Ciao Bestia>> mi dice affaticato.
La goccia che fa traboccare il vaso. La voce che tanto amo. Che mi fa accapponare la pelle quando mi sussurra parole in tedesco. Quando mi dice quanto mi ama. Lui. Il mio lui.
Scoppio in un pianto sonoro senza ritegno. Non mi importa ci siano Catarina e Dominic.
<<Non mordo. Puoi avvicinarti.>>
I due escono senza dire niente. Catarina mi accarezza una spalla, dopodiché esce insieme al padre.
Mi avvicino al letto e mi siedo stando attenta a non fargli male.
<<Come ti senti?>> mi chiede.
Spalanco gli occhi per lo stupore.
<<Tu lo chiedi a me?>>
Si mette a ridere ma questo gli provoca la tosse e una smorfia di dolore.
<<Ti fa molto male?>>
<<Non quanto la paura di perderti. Quella si che fa un male disumano.>>
Mi guarda dritto negli occhi e non resisto. Mi avvicino con cautela e lo bacio.
Mi stacco subito perché ha il labbro spaccato e non voglio fargli male. Lui però alza la mano libera e la posiziona sulla mia nuca. Mi fa avvicinare e mi bacia.
Un bacio di questo tipo non accadeva da tanto. Dal sapore della disperazione, di desiderio, di mancanze.
<<James>> gli sussurro ancora fra le sue labbra.
<<Cosa c'è?>> mi chiede guardandomi negli occhi. Sono scuri. Quello scuro tipico di quando non resiste e farebbe l'amore anche in mezzo alla gente. Sorrido e mi asciugo il labbro, leggermente macchiato di sangue. Lui segue il mio sguardo e lo posa sulla mia mano macchiata.
<<Deve essersi aperto il taglio>> dice toccandosi il labbro. Aggrotta le sopracciglia e mi guarda.
<<In realtà mi hai morso>> gli dico ridendo.
<<Dio! Amore scusami.>>
<<E da quando ti scusi per una cosa così seducente?>>
<<La trovi seducente?>> mi chiede allusivo.
<<Si. E poi conto che dei baci così disperati non ce ne siano più.>>
<<Io sono sempre disperato quando non posso baciarti>> mi chiede sistemandosi meglio sui cuscini.
Dopo un mese dalla sua partenza ci ho pensato parecchio. Forse ventiquattro anni non sono molti per pensare al matrimonio. Però non mi importa. Lo amo, lui ama me. E questo mi basta.
<<Voglio dirti di si.>>
<<Non capisco...>>
<<Ti rispondo si ad una domanda che mi hai fatto più di tre mesi fa, a casa mia.>>
Ci mette una frazione di secondo per capire. Rilassa le sopracciglia accigliate e sorride.
<<Tu sei partito in missione ed io sono stata malissimo. Quando Stephany è venuta a dirmi che non sapeva se ci fosse qualcuno vivo dopo l'attacco, il mio mondo si è sgretolato. Le mie giornate sono state scandite da terrore, incubi e lacrime. E di nuovo ho cominciato a rimuginare su quanto sia stata stupida da non averlo capirlo subito. Io ti amo e ho il terrore di perderti. Non ce la faccio a starti lontana. Quindi sono arrivata ad una conclusione. Non mi importa dell'età n'è delle conseguenze e neppure delle missioni future, al momento. Voglio passare ciò che resta della mia vita con te.>>
Una piccola e lucida lacrima gli scende dal viso. Allungo la mano e asciugo la sua calda guancia. Lui poggia il viso sulla mia mano e mi scappa un singhiozzo.
<<Perciò si, voglio sposarti.>>
<<Allora non mi resta che uscire immediatamente da questo maledettissimo letto e portarti sull'altare.>>
<<Si per favore!>>
Ridiamo entrambi.
<<Non sai quanto mi sei mancata>> mi dice dopo qualche attimo di silenzio. Mentre sto per dirgli quanto è mancato anche a me, ricomincia a parlare.
<<Un minuto prima che il nostro secondo accampamento esplodesse stavo per provare a telefonarti. Ho sentito il generale al-Fasi urlare il mio nome. "Sicuramente mi beccherò qualche punizione anche in guerra solo per voler sentire la mia donna" ho pensato. Nel preciso istante in cui ho imboccato l'uscita del tendone le mie orecchie hanno cominciato a fischiare.>>
So quanto gli costi rivivere quel momento. Mi avvicino di più e gli stringo la mano.
<<Immediatamente ho realizzato che quello che sentivo era un vero e proprio fischio. All'inizio del campo ci dissero che quel particolare fischio era associato al pericolo imminente, prodotto da non so quale sistema. Mi sono catapultato fuori e mi sono accorto che c'era una marasma. Mi sono messo a correre nella direzione opposta alla mia perché c'era Beth con altri della mia camerata in servizio. L'ultima cosa che ricordo è il generale che mi ha preso per le spalle e mi ha comunicato che loro non erano lì e mi ha anche ricordato quali erano gli ordini. Ho iniziato comunque a correre. All'improvviso ho visto una fortissima luce seguito da un boato. Il tuo profumo impresso nella mia mente non mi abbandonato fino al buio che ha avvolto la mia mente.>>
Sorrido e gli stringo la mano di più.
<<Quali erano gli ordini?>> gli chiedo titubante mentre piango.
Lui mi guarda e sospira.
<<Rimanere nella propria postazione e non intervenire per evitare altre perdite. Associando questi ordini nei miei confronti potevo anche accettarli. Ma quando in quel momento mi sono reso conto che in ballo c'erano le vite dei miei compagni e della nostra Beth, il mio cervello è andato in tilt.>>
<<Ti sei quasi fatto ammazzare per il tuo altruismo>> gli dico accarezzandolo.
<<Altruista io? Beth doveva solo pagarmi una scommessa.>>
Sempre il solito.
<<Perché sorridi e non dici nulla?>>
<<Perché stavo pensando a quanto tu sia forte. Nonostante il trauma, nonostante il dolore, perché stai soffrendo e non dire di no>> gli dico mentre sta per contraddirmi.
<<Nonostante la paura di morire e di perdere me, tu continui ad ostentare tranquillità. Sei una continua fonte di ispirazione e di ammirazione per me.>>
<<Quanta filosofia nascondi sotto questi tuoi meravigliosi capelli corvini?>>
Mi avvicino e lui lentamente mi sposta i capelli dietro l'orecchio.
<<Mi è mancato>> gli dico.
<<Anche a me>> ammette.
Mi sporgo di più e lo bacio.
<<Mmh non vorrei fare la guastafeste ma fuori ci sono altre quattro persone che vorrebbero vederti>> gli dico carezzandogli il viso.
<<Hai ragione>> mi bacia la mano e mi sorride.
<<Okay. Vado a chiamarli>> mi alzo e vado verso la porta.
<<Ehi poi torni da me vero?>>
Mi giro e lo guardo. Sul suo sguardo leggo amore. Solo un immenso e confortevole amore.
<<E dove vuoi che vada?>>

Sono Una Principessa A Modo Mio!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora