CAPITOLO 14

56 4 1
                                    

SOPHIA
Ho pregato Stephany di poter guidare solo per tenere la mente concentrata sulla strada.
Per la maggior parte del tragitto pareva aver funzionato, ma quando un camion si è messo a suonare e lampeggiare stavo quasi per andare fuori strada. Ho iniziato a piangere e ho detto alle ragazze, che continuavano a chiedermi di accostare e lasciar guidare loro, che mi sarebbe passata e che dovevano stare tranquille.
Dopo essermi calmata e fatto almeno un paio di spruzzi dal mio inalatore e essermi rifatta il trucco con la valigetta del pronto soccorso di Stephany, come la chiama lei, entriamo nella villetta estiva di Melanie.
Che chiamarla villetta è riduttivo. Una tenuta tre volte grande la mia, su tre piani. Giardino grande quanto tutta la Casa Bianca, piscina, bar, un gazebo illuminato, un palco con una band dal vivo sopra, un viale di alberi interminabili e una postazione per la Fotografia di fine estate, come recitava l'insegna. E questo è solo l'esterno. Non oso immaginare cosa mi aspetti l'interno.
<<I genitori di Melanie sono chardiochirurghi famosi. Conoscono il loro cognome anche chi non sa leggere.>> mi spiega Louisa vista la mia faccia sbigottita.
Attraversiamo il giardino sotto lo sguardo attento di molti ragazzi accompagnato anche da alcuni fischi. Una cosa che mi mette davvero tanto a disagio, soprattutto perché sono abituata a tute e scarpe da tennis.
Entriamo nell'enorme villa tutte e tre in fila per quanto é larga la porta e anche se l'entrata e gremita di gente, si può notare uno stile molto raffinato e allo stesso tempo moderno. È tutto sui toni chiari e i divani e le poltrone sono di pelle bianca.
Ci fermiamo qualche secondo per fare mente locale dove dirigerci. Con lo sguardo vago tra la gente e ne incontro di tutti i tipi. Chi si struscia a ritmo della musica, chi fuma canne, chi ride e beve come una spugna e... e poi c'è lui.

-Dio Santissimo! E' un figo da paura!
-Eccola. Mi stava preoccupando la tua assenza.

Jeans scuri stretti che gli calzano a pennello e una camicia alla coreana bianca con un drink in mano. Punta il suo sguardo nel mio e smette di parlare per guardarmi.
Metto in atto le mie arti di seduzione e calcolando ogni movimento mi sposto i capelli dalla spalla e dico a Louisa che ho voglia di bere. Perciò sculettando lo supero seguita dalla altre verso il piccolo bureau del bar dove un ragazzo scuro di pelle ci prepara i nostri drink.

Mio caro non sai contro chi ti sei messa.

JAMES
Mi sento molto leggero. Sono le ventitré e dodici e sono sicuro che Sophia non si presenterà. Perciò bevo il mio Mojito e mi diverto alle cazzate che spara Dott.
<<No davvero ragazzi, credevo di essere spacciato. Se mio padre avesse trovato Alexis nel mio letto a quell'ora sarei sottoterra. E il giorno dopo...>> si interrompe subito e punta lo sguardo verso l'entrata, sicuramente avrà adocchiato una ragazza con cui farci sesso.
Non avrei mai dovuto girare questa cazzo di testa!

Con lei il sesso te lo scordi caro mio.

Sophia ha fatto il suo ingresso in tutta la sua bellezza. Indossa un vestito davvero troppo corto rosso fuoco che fa risaltare i suo capelli nero corvino. Le fascia il corpo in modo innaturale. Lei è innaturale.

-E meno male che non dovevi pensarla in questo modo.
-Sto facendo solo dei semplici apprezzamenti, maledetto grillo di 'sto cazzo.

Si accorge che la sto guardando e assume quell'aria di sufficienza che mi fa eccitare veramente troppo. Mi supera e io mi beo del bel panorama che mi offre del suo fantastico culo.
Come vorrei metterci le mani sopra. Ma che diavolo penso?
Ho bisogno di un altro drink, alla svelta.

SOPHIA
Arrivo al bar e ordino un Sex on the Beach.
Di certo non ho intenzione neanche di finirlo tutto perché devo guidare.
<<Vi va di raggiungere Dott e gli altri?>> chiede Louisa.
<<Si.>> rispondiamo all'unisono con troppa enfasi io e Stephany. Ci guardiamo per un istante ma nessuna delle due dice niente.
Ci avviciniamo a Dott e noto, oltre James altri due ragazzi davvero molto carini.
<<Ei fanciulle ce l'evete fatta!>> esclama Dott appena ci vede.
<<Un piccolo incidente di percorso.>> dico sorridendo facendogli l'occhiolino.
Noto James che sta volutamente ignorando il mio sguardo perciò inizio a fare la civetta con gli amici di Dott.
<<Non ci presenti i tuoi amici?>> chiedo a Dott. 
<<Oh certo. Loro sono Tomas e John.>> dice indicando uno alla volta.
<<Molto piacere, Sophia.>>
<<Wow Sophia sei splendida.>> a parlare è il ragazzone di colore, alto e tutto muscoli.
<<Ti ringrazio Tomas.>> ringrazio dissimulando l'imbarazzo.
<<Tesoro io sono John.>>

Sono Una Principessa A Modo Mio!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora