CAPITOLO 28

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<<Ci vuole ancora molto?>>
<<Soph devi avere pazienza! Ci vuole ancora un'oretta, più o meno.>>
<<Un'altra ora seduta su questo maledetto sedile?! Non ce la posso fare! Mi si sta appiattendo il sedere. >> protesto buttando indietro la testa.
<<Ti sei stancata troppo stanotte vero?>> mi chiede ammiccando.
<<Di stanchezza come questa mi piacerebbe provarla tutti i giorni.>> gli rispondo tirando indietro i capelli come piace a lui.
<<Sei una stronza.>>
<<Lo so.>>

Dopo quasi tre ore di viaggio imbocchiamo la strada principale di casa mia, l'ultima del viale.
Nel mio stomaco si insinua un'ansia strana. Dopotutto sono sei mesi che non vedo mia madre e stavolta sarà diverso. Io un cadetto nell'esercito e lei incinta della mia sorellina.
Mentre vago con i pensieri do un'occhiata alla strada dove sono cresciuta. Tutte le volte che ho litigato con David Coolman, il figlio dei vicini, perché lui veniva davanti casa nostra a giocare con Virginia-Laperfetta-Handersen. Ero gelosa di lei, perfetta in tutto e io una schiappa e goffa. E tutte le altrettante volte che Alby mi veniva a prendere con la forza e mi trascinava in spiaggia per calmarmi e rammentarmi quanto io fossi fantastica. O quando mi arrampicavo sugli alberi e imprecando saliva anche lui per farmi scendere, e puntualmente rimaneva anche lui e mi raccontava la storia di quell'albero cresciuto in qualche via specifica piuttosto che un'altra.
<<A cosa pensi piccola?>>
James mi riporta alla realtà.
<<A mio fratello. Ai ricordi di questo posto legati a lui. Mi manca in una maniera tremenda.>> dico strofinando le mani sui jeans. James mi mette una mano sulla coscia.
<<Amore sarebbe anormale il contrario. Ne parli poco ma quando lo fai ti si illuminano gli occhi. È un amore speciale il vostro.>>
<<È... Sei la prima persona che non ha usato il tempo al passato.>>
<<L'amore non svanisce. Può nascondersi nei meandri della tua anima, ma un amore così rimane impresso.>>
Fa una pausa per poi riprendere dopo aver fatto una piccola curva.
<<Hai presente il taglio sul pollice che mi sono fatto prima di natale? Non si vede ormai nulla ma se ci fai attentamente caso ti accorgi che c'è una piccola parte bianca rialzata. Questo è l'amore. Non ti abbandona mai definitivamente.>>
Lo osservo mentre la sua mano destra mi accarezza la coscia e l'altra sul volante. Mi lancia un piccolo sguardo per poi tornare sulla strada e sorridere.
<<Quando fai il filosofo da quattro soldi mi fai impazzire.>>
Mi deposita un pizzicotto nell'interno coscia e ride spensierato.
Sono rare le volte che lo fa e quando succede sono rivolte a Dott o a me.
<<Eccoci!>> gli dico d'un tratto indicando la mia casa.
Parcheggia nel viale e dall'auto ferma sulla sinistra mi rendo conto che c'è anche la zia Vivienne e quasi sicuramente la nonna Nora.
Questo mi carica ancora più di ansia. Solo Dio lo sa quanto può metterti in imbarazzo quella donna!
Scendo dall'auto e rimango un attimo ad osservare la mia casa. Bianca come sei mesi fa, le finestre sempre allo stesso posto. Ma c'è qualcosa di diverso anche se non so percepire con certezza.
<<Ti senti bene?>> James mi si avvicina e mi circonda da dietro con le sue braccia muscolose.
Poggia il mento sulla mia testa e mi accarezza i fianchi.
<<Si, tutto bene.>>
<<Bene, perché io ho una paura matta!>>
Giro la testa per guardarlo in faccia per capire se effettivamente sia serio.
Lo osservo e negli occhi gli leggo preoccupazione.
<<Si, sei effettivamente serio.>> dico rispondendo alla domanda che non ho espresso ad alta voce.
Mi sciolgo da lui e mi alzo sulla punta dei piedi per baciarlo. È cresciuto ancora accidenti!
Lui mette le mani alla base della mia schiena e le fa salire e scendere ritmicamente.
<<Vedrai che a mia madre piacerai.>> gli dico dopo essermi staccata da lui. Mi accarezza la guancia e mi sorride.
<<E quasi certamente di più a nonna Nora.>>
Rido della sua espressione ansiosa e lo prendo per mano tirandolo verso casa. Ci fermiamo sulla veranda e mi volto a guardarlo. Lui annuisce e inspira forte. Gli stringo la mano e suono il campanello. Solo adesso mi accorgo del vociare che viene dall'interno.

Sono Una Principessa A Modo Mio!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora