CAPITOLO 17

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Sabato mattina.
Quando penso al sabato mattina mi viene in mente che posso dormire almeno fino alle dieci e che posso fare colazione in pace.
E invece mi ritrovo a gambe incrociate sul mio letto con Louisa che dorme con la testa poggiata sulle mie gambe e Sephany che mi fa domande neanche fosse l'inquisizione spagnola.
<<Steph. Sará la settimana volta che te lo racconto e ormai mi precedi anche nelle risposte. Perciò posso dormire adesso? Almeno tre ore...>>
<<No Soph, ma che dormire! Adesso svegliamo anche la bella addormentata e ci andiamo a fare un bel bagno in piscina.>>
<<Alle sette del mattino non li accendono i riscaldamenti e l'acqua sarà gelida. Ma sei matta o cosa?!>>
<<Siamo a settembre e poi non infrangiamo nessuna regola se è questo che temi.>>
Mi tira da un braccio facendo cadere la testa di Louisa, che prima era poggiata sulle mie gambe, sul letto facendola svegliare di soprassalto.
<<Che succede, c'è l'esercitazione? Ma non era la settimana prossima?>>
<<Lou ma che vai farneticando? Alzati, andiamo in piscina.>>
Louisa guarda l'orologio e spalanca leggermente gli occhi.
<<Alle sette del mattino? L'acqua sar...>>
<<Me l'ha già detto Sophia. Adesso infilati quel costume e muovi il culo.>>
Dopo essermi almeno lavata i denti metto il costume.
Ci avviamo verso la piscina e mi stupisco di quanti ragazzi ci siano svegli a quest'ora.
Inutile dire che partono fischi e commenti di ogni tipo. In questo momento vorrei avere una qualsiasi arma, anche bianca per uccidere Stephany. È colpa sua se sono imbarazzata da morire e vorrei solo sparire o quanto meno arrivare in fretta a questa piscina che sembra essersi magicamente spostata di diecimila chilometri.
Ad un certo punto la situazione si ribalta. Vedo James masticare quello che credo sia un cornetto e il mio corpo prende istintivamente una posizione più dritta e il mio viso assume un'espressione da predatrice.
Il mio caftano bianco, regalo assolutamente fantastico della nonna Nora, lascia intravedere il mio bikini blu e James smette di masticare. Alzo un sopracciglio e gli sorrido, lui alza un angolo della bocca e alza la mano in segno di saluto.

Brown-Stewart, cinque a zero. Senza dire neanche una parola stavolta.

Sorpasso lui e Dott che sembra guardare troppo Stephany, il che mi porterà a fargli il terzo grado a riguardo, e inizio a sculettare da grande donna civettula quale sono.
Come avevo sospettato i riscaldamenti vengono accesi alle dieci tutti i giorni. Tranne il sabato e la domenica perchè ovviamente non ci sono allenamenti. Ottimo!
<<Ho un'idea!>> dice Louisa ed esce correndo.
Io e Stephany ci guardiamo confuse. Nel frattempo lei si toglie i pantaloncini e la canottiera e senza darmi neanche il tempo di chiederle di aspettare Louisa, si tuffa in modo non molto graziato schizzando il mio caftano.
<<Accidenti Steph, lo sai quanto costa? Se si corrode me lo ricompri nuovo!>> la canzono.
<<Certo. Quanto potrà costare un maglia larga?>>
<<Caftano. Emilio Pucci quattrocentosettanta dollari con i saldi.>>
Mi guarda con il panico negli occhi e mi viene da ridere.
<<Tranquilla, non devi ricomprarmelo. Stavo scherzando Steph.>> Pare rilassarsi un pò quando me lo levo e lo lancio maldetramente su una sedia. Un caftano disegnato e cucito per il mare e la piscina non può corrodersi, ovviamente.
Mi tuffo anche io e l'acqua è fredda ma non esageratamente come sospettavo.
Dopo un paio di minuti sentiamo un rumore strano provenire dal soffitto della copertura e nello stesso momento appare Louisa.
Si spoglia mentre corre e si tuffa in piscina.
<<Hai fatto accendere i riscaldamenti? Come hai fatto?>>
<<L'ho chiesto gentilmente..>> dice facendo spallucce.
Scuoto la testa e rido di gusto alla vista di una dolce e imbarazzata Louisa e una sfacciata e sentimentale Stephany.

JAMES
<<È stata una serata bellissima. Questa sera la porto a mangiare un gelato.>>
<<Wow amico, sei proprio cotto.>>
Non gli rispondo e addento un cornetto mentre usciamo fuori e respirare l'aria fresca tipica delle prime ore. Ho sempre amato svegliarmi presto, anche durante le vacanze per assaporare la pace mattutina.
Mentre usciamo sentiamo un chiacchiericcio strano. Tutto mi aspettavo tranne quello che mi si presenta davanti agli occhi.
Sophia, Stephany e credo sia Louisa l'altra ragazza.
Quello che mi colpisce non è tanto la sua bellezza da far perdere il respiro, ma la sicurezza che posside mentre si muove come una fata. Si sposta i capelli dalla spalla e incontra il mio sguardo. Mi sorride e mi dimentico anche del pezzo di cornetto che ho in bocca. La saluto e mi sorpassa e mi prendo tutto il tempo per ammirare il suo corpo.
Mentre continuo a guardarla sento Benjamin Hilton fare un commento troppo esplicito. Butto il cornetto rimanente a terra e mi avvento su di lui. Prima che il mio pugno di possa abbattere sul suo naso Dott mi afferra e mi strappa da Ben con violenza.
<<James! Calmati, che ti prende?!>>
<<Stewart, è la tua ragazza quella?>> mi chiede Ben con un ghigno maligno sul viso.
<<Non ti azzardare a toccarla.>> lo minaccio.
<<In realtà una scopata ce la farei volentieri.>>
La goccia che fa traboccare il vaso. Il mio pugno atterra sul suo viso mancando di poco il naso. Ha uno zigomo tagliato e il suo sangue è sulla mia mano. Dott allora mi afferra per la maglietta e mi spinge lontano da lui non prima di aver ricevuto un pugno sulle costole che mi fa barcollare dal dolore.
Da una distanza di sicurezza sento che dice qualcosa ma non capisco cosa.
<<Stai lontano da Sophia o giuro che ti uccido con le mie stesse mani!>>
<<Sophia... Grazie Stewart, ha un nome davvero appetibile.>>
Il sangue mi bolle nelle vene e ho proprio voglia di ammazzarlo.
<<Che succede qua?!>>
Ci giriamo tutti dalla stessa parte e notiamo il Tenente Moore che si avvicina.
<<Chi è così gentile da spiegarmi cosa diamine sta succedendo?>>
<<Nulla tenente, un piccolo diverbio.>> dice Dott.
Si avvicina a me e mi prende la mano con il sangue. La studia un pò e poi si guarda attorno e trova quello che cercava.
<<Hilton e Stewart. Una settimana di punizione con me. Ora andate a godervi questa mattinata fresca in qualunque posto basta che state lontani l'uno dall'altro e non trasgredite le leggi.>>
Facciamo come dice e mi lavo le mani in bagno. Mi alzo la maglietta e vedo che non c'è nessun livido.
<<James ma che ti è preso lì fuori?>>
<<Ben ha detto delle cose riprorevoli su Sophia. Lo so che dovevo trattarlo con sufficienza e ignoralo ma non ce l'ho fatta, ho reagito d'impulso. Scusami.>>
<<Non devi scusarti, devi solo cercare di controllarti se non vuoi essere buttato fuori di quì a calci.>>
So che ha ragione, che potrei essere destituito. Ma con questo episodio ho avuto la conferma che provo davvero qualcosa di profondo per lei.

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