Capitolo diciassette:

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Yeeh, nuovo capitolo! Sto aggiornando molto più velocemente di quanto io abbia fatto in tutti questi mesi... Sto avendo un po' di tempo libero e mi sono sentita in dovere di farlo, soprattutto per tutte voi che mi commentate o scrivete in chat privata. Non mi aspetto che questo capitolo arrivi a 200 voti o cose del genere, ma ci spero... Non voglio essere come quelle scrittrici su wattpad che devono aspettare minimo 100\200 voti per aggiornare... Io confido nelle persone che lo leggeranno! Mi raccomando, votate, commentate... rendetemi fiera! Grazie per chi nonostante i buchi temporali dell'aggiornamento, ha continuato a leggere la mia storia. Vi adoro! Un bacio! 



«Oh mio dio sei qui! Finalmente!» urlò Kim quando mi vide aprire la porta di casa. I miei occhi si riempirono di lacrime, buttai la valigia per terra e corsi ad abbracciarla. «Non siamo mai state così distanti per così tanto tempo... Mi sembrava un'eternità.» continuò. La abbracciai ancora più forte e in quel momento capii che casa mia era lì, tra le braccia della mia migliore amica. «Allora? Come stai? Tutto bene? E tua madre?» Dovetti ammettere che tutte quelle domande a raffica mi mancavano. La solita Kim. «Tutto bene, sì. A parte qualcosina... Ma ahm, preferisco non parlarne.» dissi gracchiando. Kim si voltò di scatto e mi fissò negli occhi, inclinando leggermente la testa. Mi stava studiando, per capire come mai non volessi dirle cosa fosse successo. Mi si avvicinò lentamente, mi guardò in cagnesco e asserii «Non so cosa tu stia nascondendo, ma sappi che non mi piace. Non ci siamo mai nascoste nulla, lo sai... Siamo anime gemelle noi!» 

Il mio respiro si bloccò per un secondo, poi presi coraggio e la guardai dritta negli occhi «C'è stato un momento di debolezza, nel quale ho davvero pensato che potesse funzionare con Riley...» Lei strabuzzò gli occhi, mandando a stento giù il tiro che aveva tirato dalla sigaretta. «Con chi scusa?!» biascicò lei. Diventai di un rosso acceso e abbassai gli occhi, Kim non mi aveva mai giudicato nonostante sapesse i dettagli più imbarazzanti della mia vita. Vederla lì, con un braccio posizionato su i fianchi e l'altro incurvato verso il volto per prendere un altro tiro di sigaretta, mi destabilizzò. «Non farmi la morale adesso okay? Ci manchi solo tu.» dissi alzando gli occhi al cielo. Mi si avvicinò ancora «Non farti la morale? Aria svegliati cazzo! Riley è un porco maschilista e lo è sempre stato. Me le ricordo perfettamente tutte le volte che ho dovuto tenerti la testa mentre piangevi per i suoi insulti. Me le ricordo le volte in cui tu lo salutavi con dolcezza e lui nemmeno ti considerava. Dio Aria... perché vorresti ridurti a questo?» mi chiese. 
Rimasi lì impalata senza riuscire a dire nulla «Adesso... adesso è diverso.» riuscii solo a dire. Lei scoppiò in una frenetica risata. «Aria, le persone come Riley non cambiano. Restano cattive dentro e fuori. Okay? Qualsiasi cosa sia potuta succedere, non pensare neanche per sbaglio che possa essere giusta. Eri scombussolata, senza Chris, abbandonata, triste e molto probabilmente sola, e l'unico lì era lui. Ma non fare lo sbaglio di credere che davvero uno come Riley sia cambiato. Non è possibile, e mai lo sarà.» terminò lei. 
Alzai le spalle e scossi la testa, dicendole che non mi importava e che ormai non avevo più niente a che fare con quella vita, e con quella città, e soprattutto con Riley. Lei si mise una mano sul petto, spense la sigaretta e mi guardò per l'ennesima volta «Ti conosco Aria... Meglio di chiunque altro, il tuo tono non mente. Non voglio sapere cosa ci sia stato tra te e lui, voglio solo proteggerti, e ciò implica la mia completa e spudoratamente sincera verità. Il che significa che devi ascoltarmi, come io ascolto te, come abbiamo sempre fatto. Sei come una sorella per me. Tu e Riley non siete mai stati compatibili, e lui è un gran bel deficiente. Se decidessi di stare con lui, sarebbe come paragonare l'oro al rame. Intesi?» disse. Le feci un sorriso, poi le dissi che ero stanca e che volevo riposarmi. 

Dopo un paio d'ore passate a cercare di non pensare a nulla, accesi il mio telefono e guardai la schermata illuminarsi. Dopo circa due minuti incominciarono ad arrivarmi le diverse notifiche. Tra cui intravidi un messaggio di Riley, ed uno di Chris. Aprii quello di Chris per primo, e incominciai a leggere "Ehi Aria, sono contento che tu sia finalmente tornata a casa, spero di tornare il prima possibile per poterti abbracciare... So che sono tempi difficili, e che sono via da parecchio, ma se lo faccio è solo ed esclusivamente per ricostruire un rapporto con mio padre, e questo lo sai meglio di chiunque altro. Mi manchi davvero un sacco, spero che Kim ti abbia dato il benvenuto come si deve, confido nella sua dolcezza, e soprattutto spero che il tempo che ancora mi servirà per finire il resto degli affari, serva anche a te per rilassarti ancora e capire meglio quei dubbi che adesso ti tartassano. Non ti nego che adesso ho un po' di terrore, ma so quanto ti amo, e so che tu ami me, e so che andrà tutto bene. Ti amo, tuo Chris.
Gli occhi mi si appannarono, mi feci forze e aprii quello di Riley "Ho letto il tuo messaggio... Non è un certo, non è un forse... Ma è comunque qualcosa, e di questo ne vado fiero. Già mi manchi, e già mi mancano le tue strillate, o i tuoi abbracci. Mi manchi così tanto da star male. Vorrei poterti avere qui con me, per sapere che andrà tutto bene, sempre... Eppure la tua mancanza qui si sente, più che mai. Ho deciso di ritornare alla NYU, fra un po' le lezioni ricominciano, e il trambusto sarà inevitabile. Avrei voluto che tu rimanessi, e mi sarei goduto un altro po' di tranquillità in questa città dimenticata da Dio, ma senza te nulla aveva più senso. In questo momento sono in treno diretto verso NY, e mi chiedo cosa sarebbe successo se tutto fosse andato diversamente. Se io non mi fossi comportato da idiota, se ti avessi dimostrato il mio amore sin dall'inizio, e non all'ultimo. Sfortunatamente non si può tornare indietro, e questo mi mortifica, ma so che, se me ne darai la possibilità, potrò rimediare, potrò farti capire che siamo destinati l'uno all'altra, e su questo nessuno potrà mai dire il contrario. Adesso ti lascio, il mio telefono sta per morire e mi manca ancora un po' di tempo prima di arrivare. Ti scriverò un messaggio quando arrivo al campus, nel frattempo tu stai bene, e pensami, perché io penserò a te. Un bacio.
Inutile, la differenza abissale tra i due mi sconvolgeva, eppure, il messaggio di Riley, era molto più dolce, era molto di più, in confronto a quello di Chris. La mia mente stava per esplodere, tutto intorno a me sembrava spento, presi il telefono, le sigarette e una felpa e uscii. L'aria fresca del tramonto mi scompigliava i capelli, e inaspettatamente, incominciai a piangere. Mi guardai intorno e mi chiesi se qualcun altro, in quel momento, stesse piangendo esattamente come stavo piangendo io. Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano e continuai a camminare. Mi sedetti ad una panchina e presi il telefono, entrai sulla chat di Riley e incominciai a scrivere "Non so quanto servirà questo messaggio, ma avevo voglia di scriverti. Mi manchi anche tu, Riley. Mi mancano i tuoi abbracci, i tuoi sorrisi, mi manca sentirmi accanto a te e sentirmi al sicuro. In questo momento sarai già arrivato, e probabilmente ti sarai dimenticato di mandarmi quel messaggio che mi avevi promesso. Ma va bene così. Vorrei tu fossi qui, per un unico abbraccio, o per tutta la notte. Vorrei potermi sentire di nuovo al sicuro, perché non so più in che direzione andare. " lo inviai nella consapevolezza che forse nemmeno mi avrebbe risposto. Ma la risposta non tardò ad arrivare. "Vorrei poter essere lì anch'io piccola.
Sorrisi sullo schermo, e poco dopo mi sentii abbracciare. Istintivamente pensai a Chris, e mi resi conto che non ero ancora pronta per parlargli, ma quando mi girai, il volto di Riley mi fece sobbalzare il cuore. «Cosa ci fai qui?» gli chiesi stupita. Lui mi guardò, e sorrise «Sono state le tre ore più belle della mia vita, sapendo che sarei dovuto venire da te. Ho preso il treno diretto da Boston a New Haven, poi ho affittato una macchina e sono arrivato qui, quando mi hai inviato quel messaggio ero appena entrato nel campus, e ti ho visto seduta alla panchina, che fortuna... Con tutte le panchine che ci sono, ti sei seduta proprio a quella più vicina. Così ho voluto farti una piccola sorpresa abbracciandoti. Mi sei mancata...» mi disse stringendomi ancora di più. Lui era lì, si era fatto quasi due ore in più di viaggio solo per potermi vedere, il mio cuore prese a battere ancora più forte. «Quando pensi di tornare alla NYU?» gli chiesi. Lui mi prese la mano e incominciammo a camminare «Pensavo domani mattina, ho visto che c'è un treno per NY alle nove e quaranta... Ti andrebbe bene?» 
Strabuzzai gli occhi al pensiero di Kim, lì a casa, ad aspettarmi, e impallidii al pensiero di Kim difronte a Riley, l'avrebbe ammazzato, e poi avrebbe ammazzato me. «Non possiamo andare a casa mia...» sospirai affranta. Lui mi sorrise «E che problema c'è? Qui fuori c'è un piccolo Motel, possiamo prendere una camera e ordinare una pizza... Che ne dici?» Sorrisi raggiante e lo abbracciai, poi presi il telefono e mandai un messaggio a Kim "Perdonami, ma non torno a casa stanotte. Devo capire, e so che capirai anche tu." La risposta di Kim fu immediata "Non fare stronzate. Ti voglio bene, io sono qui, se ne hai bisogno.

Arrivammo al Motel, ordinammo una pizza da Salvatore's e noleggiammo un film. Ci sdraiammo sul letto mangiando la pizza e guardando il film sul  Mac di Riley. Verso l'una ci addormentammo abbracciati l'uno all'altra. 
La mattina seguente mi svegliai per prima, lo guardai dormire senza maglietta e istintivamente le mie labbra si schiusero in un goffo sorriso. Alle nove lo svegliai, andammo a fare colazione. Lo accompagnai alla macchina parcheggiata all'entrata del campus, ci scambiammo un abbraccio che durò dieci minuti, poi entrò in macchina e si diresse verso la stazione. Tornando a casa mi resi conto che forse non era tutto sbagliato, ma che la mia vita non sarebbe stata mai più la stessa. 

Ritorno dagli occhi blu. [IN REVISIONE.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora