Capitolo otto:

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Christopher:

Io ed Aria ci svegliammo abbracciati l’una nell’altro. Aveva i capelli arruffati e nonostante fosse mattina presto, era dannatamente bella, compreso il trucco sbavato e i capelli fuori posto. Non potevo immaginare una vita migliore di quella. Svegliarmi ogni mattina con Aria fra le braccia, accoccolata. Era la sensazione più bella al mondo. Sorrisi e le accarezzai il volto, poi premetti le labbra contro la sua fronte e mi alzai cercando di non svegliarla. Mi feci una doccia e tutti i muscoli tesi, per magia si rilassarono. Restai sotto l’acqua ancora un po’, poi mi asciugai, infilai i boxer e uscì dal bagno. Aria dormiva beatamente, così non la svegliai e scesi giù. Mio padre era riversato sulla penisola, seduto su uno sgabello. Le gambe a penzoloni, la faccia poggiata sulle mani mentre leggeva il giornale. Sorrisi e mi avvicinai a lui. Gli strinsi una spalla e mi avviai verso il frigo. «Buongiorno» farfugliai. Mio padre alzo il volto e mi sorrise «Buongiorno a te, si sente meglio Aria sta mattina?» mi chiese titubante. Annuì. «So perfettamente che non era malata, ne aveva mal di pancia. Era semplicemente stressata dal fatto che stessimo celebrando il funerale di Rosemary… Dopo tutte le cose che le ho raccontato, nessuno si sarebbe sentito a proprio agio» cercai di giustificarla. Mio padre scosse il capo su e giù «Ho capito…Beh, mi dispiace che ci sia rimasta male… Aria è una ragazza buona e genuina… Spero tu la tenga stretta a te…» asserì mio padre visibilmente pensieroso. «Cosa c’è papà?» gli chiesi leggermente nervoso. «Sai, Aria mi ricorda molto tua madre quando l’ho conosciuta… Lo stesso sorriso smagliante, la stessa voglia di vivere… Poi ho sbagliato un sacco e mi sono ritrovato a sposare una donna molto più giovane di me, avere una figlia da parte sua, e poi vederla morire, così»

Il suo ragionamento mi aveva lasciato senza parole. «Alley? Dov’è?» gli chiesi cercando spiegazioni. Lui scosse la testa «Io e Rosemary dovevamo partecipare a delle convention a Chicago, così abbiamo chiamato l’unica donna al mondo che amasse i bambini più di se stessa, Zia Helene. E’ stata a casa nostra con Alley, che aveva circa sei mesi. Poco dopo però Alley ha incominciato a respirare male e Helene l’ha portata in ospedale… Aveva una broncopolmonite, è morta dopo circa una settimana in ospedale» esordì mio padre, senza giri di parole. Rimasi in silenzio. Non avevo nemmeno mai parlato ad Alley, era troppo piccola. Era nata un mese prima dell’inizio del mio secondo anno di medicina, ed io ormai non parlavo con mio padre, se non per le cose importanti come i soldi o l’andamento dell’azienda, che sarebbe stata mia un giorno. «Quando è successo?» chiesi incerto. Lui scosse la testa «Quest’anno, ad Aprile. Qualche mese prima tu eri finito in rianimazione, ed io non ero potuto venire a farti visita. In quel periodo neanche ci parlavamo. Nemmeno i tuoi fratelli sono venuti al funerale, nonostante lo avessi chiesto. C’eravamo solo io, Rosemary, Zia Helene e Zio Clarke, nessun altro…» Rimasi spiazzato «Perché non me lo hai detto? Non mi hai chiesto di venire? Ci sarei venuto, almeno io!» lo ammonì. Lui scosse la testa «Era già abbastanza dura per te vedermi con Rosemary, non eri neanche venuto al battesimo di Alley, e so perfettamente che non la consideravi tua sorella, proprio come i tuoi fratelli… Ma tu sei una persona dolce, sei molto sensibile. Saresti stato malissimo, e hai sofferto fin troppo per doverti meritare anche quello… Per cui abbiamo fatto una cosa intima, avevamo invitato solo le persone che con quella bambina c’avevano passato del tempo. Io, Rosemary ed Helene, che si è portata dietro Clarke.» sbuffò, poi si passò una mano sulla faccia e continuò «Non c’è giorno in cui non mi manchi quella piccolina, sapeva farmi sorridere per davvero. Proprio come facevate tu, Hailey e Jonathan…Eravate davvero dei bei bambini… Poi ho rovinato tutto, tutta la nostra famiglia si è spezzata, poi la morte di tua madre, a metà del tuo primo anno di medicina, la partenza di Hailey e Jonathan che ormai era scomparso completamente… Tutte le persone che amavo di più si sono allontanate da me, per una sola persona sbagliata al mio fianco. E ti posso dire la verità figliolo?» mi chiese, io annuì, ormai senza parole. «Se potessi tornare indietro, l’avrei scansata. L’avrei allontanata e sarei tornato ad abbracciare tua madre…» mi disse con gli occhi lucidi.

Ritorno dagli occhi blu. [IN REVISIONE.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora