Capitolo ventitré:

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Ci staccammo da quell'abbraccio, che avrei voluto continuasse in eterno. Alzai lo sguardo e ebbi la forza di guardarlo negli occhi. Ed eccoli lì, più blu che mai. Mi fissava con un misto d'incertezza, tristezza e felicità, mi resi conto che quegli occhi erano la cosa che mi era più mancata. «Mi sei mancato.» asserì io, cercando di non sbilanciarmi troppo. In quell'esatto momento sapevo che, se gli avessi dimostrato ciò che davvero provavo, e si fosse rifiutato, mi avrebbe totalmente spezzato il cuore. «Anche tu.» I suoi occhi luccicavano, quasi si fosse dimenticato tutto, quasi fossimo tornati i ragazzi di molti mesi fa'. Ma entrambi sapevamo, in cuor nostro, che tutto quel tempo, tutti quei mesi, i nostri atteggiamenti freddi e distaccati, non avevano fatto altro se non farci allontanare, ancora di più. Calò il silenzio, e entrambi ci allontanammo l'uno dall'altra, senza fiatare. «So tutto.» disse lui. Il mio cuore perse un battito, e poi un altro, mi sentì mancare il respiro, rendendomi conto solo allora di quanto io avessi sbagliato. «Immaginavo.» le mie mani tremavano, avevo il respiro affannato, e la sensazione che le lacrime stessero salendo era straziante. «Non ho cambiato idea Aria, andrò in Inghilterra. Non per mio padre, ma per restare lontano da te.» 

Una lacrima cadde, calda sulla mia guancia, mentre vedevo ripercorrere nella mia mente le immagini del nostro amore. Un amore profondo, un amore che mai nessuno avrebbe capito, probabilmente, nemmeno noi. Strinsi i pugni, e annuì lievemente «Capisco» fu l'unica cosa che riuscì a biascicare, nel panico. «Capisci?! Sul serio Aria, capisci? Perché io non ci riesco!» sbraitò furioso «Come hai potuto? Come diavolo ti è venuto in mente! Voglio sapere, era solo sesso? Solo attrazione fisica? O era amore?! Questo dubbio mi distrugge, cazzo.» continuò, tirando un pugno al muro. «Non... non abbiamo mai fatto niente, Chris.» dichiarai io, totalmente incapace di rispondere in maniera sensata. «Mai... mai?» chiese lui, tentennando. «Mai. Ero... ero sola. Okay? Riley mi è stato accanto sempre, mi conosce da anni. Ma io, non lo amo.» «Mi ami ancora?» mi chiese. «Si» ammisi io, infine. 

Lo vidi passarsi una mano tremante fra i lunghi e scompigliati capelli biondo cenere, mentre pensieroso si mordeva il labbro inferiore. «Io...» disse inizialmente, quasi balbettando «No.»  continuò secco «Non ti credo. Me l'ha detto Alex. Mi avresti imbacuccato con tutte le tue cazzate. Ma io non ti credo, se ami una persona, non fai tutto quello che invece hai fatto tu finora.» la mia testa incominciò a roteare, a girare. Lui si voltò e incominciò ad andare via. «Chris... Chris cazzo! Aspetta!» gli urlai, lui si girò, le lacrime agli occhi, lo sguardo rabbioso. «Cosa vuoi, dannazione?» mi urlò. Lo rincorsi, gli gettai le braccia al collo e gli stampai un bacio sulle labbra, un semplice bacio. Restò interdetto, a bocca semi-aperta, con le braccia lungo il busto, ma poi lo sentì. Mi strinse fra le braccia, premendo sui miei fianchi, si sciolse in un bacio, il miglior bacio del mondo, mentre premeva il cavallo dei jeans contro il mio. 

Mi strinse un po' più forte, per poi allontanarsi di qualche millimetro dalla mia bocca. Portai le labbra vicino al suo orecchio, e piano gli sussurrai «Non dimenticarmi Chris. Non farlo. Vai via, ma ricordati, che prima o poi, torno a prenderti.» Gli stampai un bacio sulla guancia, mi voltai, e tornai verso casa, senza voltarmi, senza rimorsi, non avrei risolto nulla standogli appiccicata a reclamare di non essere lasciata. Così, arrivata al portone, decisi di dare un'ultima occhiata, lui era ancora lì, mi fissava. Alla fine alzò lievemente la mano. Disse qualcosa, non riuscì a sentirlo, ma ero quasi certa, che avesse detto "Ti amo."

Ritorno dagli occhi blu. [IN REVISIONE.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora