Capitolo nove:

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Aria:

Dopo aver spiegato la situazione a Christopher, ci ritrovammo sdraiati in piscina a parlare del più e del meno, come se quella famiglia non si fosse ricomposta solo per la morte di una persona. Hailey mi era particolarmente simpatica, assomigliava troppo a Christopher, mentre Jonathan, o Jona, come lo chiamavo io, era del tutto diverso. Solo guardandolo meglio, seduto vicino al padre, mi ero accorta di quanto si somigliassero. Gli stessi occhi celesti, li stessi lineamenti del volto. Era una famiglia di bellocci, senza alcun dubbio. Non riuscivo a credere che Jona fosse il fratello maggiore di Chris. In fin dei conti conoscevo Jona da quasi due anni, lui mi era stato accanto –se pur telefonicamente- tutte le volte che il ricordo di mio padre, riaffiorava nella mia mente. Non c’era stato giorno in cui io non avessi sentito Jona, dopo il ritorno dalla gita. Inizialmente avevo chiesto il suo numero solo per poterci provare in un futuro lontano. Ma non mi sarei mai immaginata che un giorno, saremmo diventati così tanto amici. Jona mi parlava di suo padre e della sua nuova moglie, mi parlava della morte di sua madre, dei suoi due fratelli minori, e solo in quel momento potei ricollegare tutto, unendo Chris, Hailey, Terence e Rosemary nella storia. Mentre ricordavo i vecchi tempi, Chris si avvicinò e mi sorrise. «Tutto okay?» mi chiese, vedendomi un po’ stordita. Quando i miei occhi si posarono meglio su di lui, potei ammirare la bellezza del mio ragazzo. Lì, in piedi, grondante d’acqua e con i capelli tirati verso dietro, sembrava un Dio della mitologia greca. I capelli biondi luccicavano al sole e i suoi occhi cristallini erano ancora più chiari, quasi invisibili. Gli sorrisi e annuì lievemente poggiandomi meglio sulla sdraio. Lui mi si accomodò affianco e mi prese la mano, facendomi sussultare al contatto con l’acqua fresca. «Aria, volevo parlarti…» il suo discorso fu interrotto da Jona che si sedette accanto a Chris e ci sorrise. «Allora piccioncini, ditemi un po’, come vi siete conosciuti?» ci chiese. Il volto di Christopher si esibì in una smorfia plateale, mentre il mio si aprì in un sorriso raggiante. «Ci siamo conosciuti a scuola, a Yale…» dissi cercando di non far innervosire Christopher. Jona annuì e sorrise ad entrambi «Da quanto state insieme?» ci chiese. Bella domanda, alla quale neanche io sapevo rispondere. «Cinque mesi.» esordì Christopher sorridendomi. Lo avevo conosciuto a febbraio, ed effettivamente contando i mesi, erano cinque. Ma non mi era mai sembrato che io e lui fossimo stati insieme nei mesi prima delle vacanze di primavera. Io sorrisi a mia volta, cercando di sembrare il più normale possibile. Jona strinse la spalla del fratello «Allora è una cosa seria! Finalmente Chris! Te lo avevo detto che prima o poi avresti trovato la tua anima gemella!» continuò Jona. Chris si esibì nell’ennesima smorfia. «Non mi sembra che in tutti questi anni tu abbia avuto una relazione stabile degna del proprio nome.» esordì. Jona fulminò Christopher con lo sguardo e sorrise lievemente, poi si girò verso di me «Solo perché non ho ancora incontrato quella giusta, come hai fatto tu.»

I suoi occhi mi squadravano, mi trapassavano. Arrossii e guardai Christopher. Poi di botto mi alzai e mi tuffai in piscina. Li sguardi di quei due mi mettevano in soggezione. Era come se stessero facendo a gara a chi avesse più testosterone. Mi innervosiva sapere che Christopher fosse geloso, non che me lo avesse mai detto, ma lo si vedeva. I suoi occhi guizzavano da una parte all’altra, era sempre sull’attenti. Non c’era un mio movimento che i suoi occhi non captassero. E mi chiedevo perché. Jona era sempre stato un mio amico, anche se ultimamente non era stato molto presente. Ma non si era mai pronunciato per un secondo fine.

Christopher si alzò lentamente dalla sdraio fulminando Jona, poi si avvicinò al bordo della piscina. «Aria, per favore, ho bisogno di parlarti. Ora.» Otto parole. Le parole più terrificanti che avessi mai sentito. Ero sempre stata convinta che la frase ‘ho bisogno di parlarti’ non portava nessuna buona notizia. Sbuffando mi avvicinai alla scaletta e uscì. Chris mi prese per mano e mi diresse verso la parte anteriore della casa, si sedette ai gradini e mi fece segno di avvicinarsi. «Dimmi…» esordì un po’ esitante. Avevo paura, per davvero. Avevo paura che Christopher mi lasciasse dopo così tanto tempo passato insieme. Avevo paura che Christopher si fosse stancato di me, e mi chiedevo ogni giorno come fosse possibile che uno come lui, si interessasse ad una come me. Le mani mi tremavano e il mio cuore batteva all’impazzata. Per la prima volta, per davvero, avevo paura di perderlo. Mi accomodai accanto a lui e cercai di sembrare il più normale possibile. «Dimmi…» ripetei ancora una volta. Lui mi guardò, poi sbuffò e si passò le mani fra i lunghi e setosi capelli bagnati. «Mi sento un idiota completo.» disse. In quel momento il mio cuore incominciò a battere ancora più forte di prima. «Mi dispiace davvero tanto se sono un idiota Aria. Ma…io…» Volevo tapparmi le orecchie, scappare e non voltarmi indietro. Christopher Ross mi stava lasciando, ed io non volevo crederci. Mi alzai di scatto, cercando di recuperare quel po’ di dignità che mi era rimasta e lo fissai. «Avanti Chris, parla.» esordì cercando di non far tremare la voce. Lui alzò i suoi bellissimi occhi blu e mi guardò stranito, poi ingoio il groppo che aveva in gola e finalmente parlò. «Sono un idiota perché sono geloso di mio fratello. Vedo un’intesa fra di voi, un’intesa che io e te non abbiamo mai avuto. Lo guardi con occhi diversi, poi posi il tuo sguardo su di me e i tuoi occhi cambiano. Non so come spiegarlo. Ma mi sento male ogni volta che i tuoi occhi scintillano e la causa non sono io.» disse. E in quel momento il mio cuore si sciolse. Chris poteva essere dolce quando voleva, ma in quel momento, era come se avesse fatto uscire il vero se stesso, come se avesse rotto quella bolla in cui si era cullato per anni. Gli sorrisi. «Io e Jona ci conosciamo da molto più tempo, ma ti posso giurare che non ho mai pensato a lui in altro modo se non come un amico. Gli voglio bene e lui lo sa. Ma con te è diverso Chris…» dissi lasciandolo sulle spine. Lui alzò nuovamente gli occhi, che si spalancarono. Solo Dio sapeva quanto avrei pagato per conoscere i suoi pensieri in quell’istante. Il labbro inferiore tremava leggermente e teneva le mani strette in due pugni. Alzai gli angoli della bocca e mi avvicinai a lui. Sentivo il suo respiro pesante. Quando fummo occhi ad occhi lo sussurrai. «Con te è diverso perché ti amo.»

Ritorno dagli occhi blu. [IN REVISIONE.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora