Capitolo diciotto:

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Appena arrivai a casa Kim stava ancora dormendo, così optai per aggiustare la mia stanza, avendola lasciata in subbuglio. Uscii il resto della roba dalla valigia, e faticai per metterla sopra l'armadio. Poi aprii i cassetti e incominciai a riporre le cose a posto. Incominciai a pensare di aver dimenticato qualcosa, poi una luce in testa mi si accese. Dovevo comprare il nuovo libro di anatomia avanzata, per il secondo semestre dell'università. Mi maledissi per non essermene ricordata prima. Così mi rimisi la giacca, mi legai i capelli in una coda alta e presi i soldi dal fondo per l'università, che tenevo rigorosamente nascosti nell'armadio. Presi le chiavi e uscii di casa, andando verso la segreteria della scuola. Notai Lucy, la segretaria, molto indaffarata, che appena mi vide mi fece il gesto di sedermi con la mano. Ad un certo punto, una frase mi riportò alla realtà, incuriosendomi «Signor Ross, certo, ma non possiamo spostare suo figlio così velocemente in un altra Università.» rimasi lì impalata a fissare Lucy, per un tempo non quantificabile «Si... Ne sono al corrente, ma non è di nostra competenza. Deve andare personalmente dal rettore e chiedere il trasferimento con annessi risultati degli esami.» Vidi Lucy in pensiero, ma allo stesso tempo sulle spine, come se non sapesse cosa rispondere al padre di Chris. La tenni d'occhio ancora un po' «Certo...» rispose, per poi continuare «Ma prima di avviare questa pratica, vorrei sapere, pure personalmente, dato che conosco Christopher, per quale ragione ha deciso di cambiare College.» Strabuzzai gli occhi, scrissi un bigliettino a Lucy "Lucy, ho bisogno di anatomia avanzata, torno subito. Ti prego, non farmi aspettare. " glielo lasciai sulla scrivania, lei lo lesse velocemente e annuii brevemente, per poi continuare ad ascoltare il padre di Chris. Dopo essere uscita dalla segreteria, presi il telefono in mano, digitai il numero di Chris e avviai la chiamata «Pronto piccola, finalmente ti sento!» mi disse. Mi irritai ancora di più e mi schiarii la voce «Lasciamo i convenevoli, andiamo al sodo. Ero in segreteria, e ho sentito Lucy parlare con tuo padre... Cosa significa questa storia?» gli chiesi in maniera nervosa. Lui rimase zitto per quattro o cinque secondi «Aria, ma di cosa stai parlando? Mio padre ha chiamato la scuola per avvisare il rettore che molto probabilmente non tornerò questa settimana per ricominciare i corsi.» rimasi interdetta per un attimo, poi presi il coraggio «Chris, tuo padre ha chiamato, ma chiedendo tutt'altro, vuole farti trasferire in un'altra università... E immediatamente.» Chris istintivamente urlò un "Cosa?!", poi si tranquillizzò «Devo risolvere questa situazione, fammi parlare con mio padre, ti prometto che sarai la prima persona a sapere cosa sta succedendo. A dopo.» e chiuse la chiamata. Tornai in segreteria e ritirai il libro, lasciando i soldi sul bancone di Lucy. Lei mi sorrise, mi staccò una ricevuta e me la consegnò. «Grazie mille Lucy, gentile come sempre.» «Mi dispiace averti fatto aspettare piccola, lo sai, sei una delle mie preferite. Ma quel signor Ross! Mi urlava al telefono di mandargli tutte le carte di suo figlio per farlo trasferire. Certo, come se fosse così semplice trasferire qualcuno! Soprattutto l'ultimo semestre. Che pazzi.» le sorrisi e uscii. 

Qualche ora dopo, il mio telefono vibrò e vidi il nome di Chris sullo schermo. Risposi alla chiamata. «Aria...» sussurrò «Mi dispiace, ma io farò ciò che mio padre mi dirà di fare. Scusami.» mi schiarii la voce «Dove andrai?» lo sentii tentennare «In Inghilterra... Ad Oxford.» Non ci pensai più, chiusi la chiamata e cancellai il suo numero. Non avrei potuto sopportare nient'altro. Sarebbe andata come doveva andare, indipendentemente da tutto, io ero sempre stata me stessa, ero sempre stata un'anima libera, sarei sempre stata l'uccellino che riusciva ad aprire la gabbia, ma che tornava sempre. E lo sarei stata sempre, da sola, o con lui. 

Ritorno dagli occhi blu. [IN REVISIONE.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora