#SPAZIOAUTRICE
Sarò anche ripetitiva ma vi adoro sul serio, la maggior parte delle mie storie stanno avendo un bel po' di visualizzazioni e boh... VI AMO! Togliendo questo, sono tornata più forte che mai, e molto più ispirata. Per cui vi faccio una megasparata di capitoli. In questo punto della storia Aria torna a casa e quindi non ci saranno capitoli riguardanti Chris. Togliendo questo, prometto che da oggi cercherò di aggiornare il più possibile, anche perché mi sono presa una 'pausona' se così vogliamo metterla. LOL Detto questo, ultimamente ho letto uno dei libri di wattpad che mi è veramente piaciuto e si chiama 'Un bacio tra amore e odio', ve lo consiglio, l'ho letto tutto d'un fiato. La ragazza che lo ha scritto si chiama (Su wattpad ovviamente) alicehorrorpanic. Okay, adesso vi lascio al capitolo!
Aria:
Il viaggio era durato poco, ma era stato intenso. Riley era diventato un ragazzo adorabile, totalmente diverso da com'era. Aveva ragione, eravamo cambiati tutti, il tempo comporta questo, e la variazione nei nostri corpi e caratteri era ben visibile.
Appena arrivata a casa, Zia Wren e Zio Logan mi erano praticamente saltati al collo, riempiendomi di complimenti e di elogi. Mia madre sorrideva e per la prima volta dopo tanto tempo, era felice. O così sembrava. C'eravamo accomodati in salotto, parlando del più e del meno, poi avevamo mangiato e parlato ancora. Sei anni erano stati troppi, gli uni lontani dagli altri. Arrivata sera, ci eravamo congedati e ognuno era entrato nella propria stanza. Tranne Riley, a lui sarebbe toccato il divano.
Quando eravamo piccoli dormivamo spesso insieme, ma mia madre aveva convenuto che dormire insieme, alla nostra età, era impensabile. Non solo per la statura e la stazza di Riley, ma anche per eventuali problemi che potevano derivarvi.
Così, c'eravamo accomodati e stanca per il viaggio, ero crollata in un sonno profondo, fino a quando, verso le tre di mattina, non sentì bussare alla porta. Mugugnai un «Avanti!» e cercai di ricompormi il più possibile. E dalla vecchia porta di legno, fece capolino Riley «Disturbo?» mi chiese con una faccia da angioletto. Io risi «Beh, un po'. Sono le tre del mattino, è successo qualcosa?» gli chiesi leggermente allarmata. Lui rise «Oh Ari ari, devi smetterla di complessarti. Va tutto alla perfezione, volevo solo un po' di compagnia, non riesco a dormire e quel maledettissimo divano è troppo scomodo per i miei gusti!» disse massaggiandosi la schiena «Non ho più dodici anni, dovrebbero ricordarselo ogni tanto.» continuò passando la mano dalla schiena al collo. In magliettina intima e pantaloncini -forse fin troppo stretti- era un capolavoro. Così alla luce fioca dei lampioni che entrava dalla finestra potei ammirarlo dalla penombra. Spalle larghe, mento pronunciato, labbra carnose -adorabili oserei dire- e un sorriso beffardo sulla faccia. Capelli scompigliati, nero corvino e occhi color ghiaccio che saettavano nei miei. «Accomodati pure. Prendo io il divano» gli dissi sollevando la coperta, non ricordandomi della mia mise. Ero in reggiseno e mutandine, e un babydoll trasparente. Diventai bordeaux e mi rimisi la coperta. «Potresti uscire un attimo?» gli chiesi gentilmente. Lui piegò di lato la testa e ammiccò «Cosa c'è? Non sarai davvero imbarazzata davanti a me?!» chiese visibilmente stizzito. «Aria, ci facevano il bagnetto insieme quand'eravamo piccoli, ed io c'ero quando hai incominciato a mettere su forme.» Strabuzzai gli occhi e divenni ancora più rossa «Oh si, quello me lo ricordo sicuro!» dissi sfacciata, ed entrambi scoppiammo a ridere. Nella penombra mi alzai e gli indicai il letto con le mani «Tieni piccolo bambino scassa palle!» lui scoppiò nuovamente a ridere e mi guardò «Ari, avevo chiesto un po' di compagnia, non un letto. Domani andrò a comprare un materasso gonfiabile e mi sistemerò alla meno peggio, volevo solo chiacchierare un po', come quando eravamo bambini.» mi disse speranzoso. Lo guardai e poi sorrisi «Mancano i dolcetti e le patatine. E la cocacola.» annuì delusa. Lui sorrise, corse dietro la porta e mi lanciò una busta, con dentro tutto il necessario. Ed io sorrisi a mia volta. Quanto poteva conoscermi bene? Mi accomodai sul letto, e lo invitai a sedersi, mi rimisi il lenzuolo sulle gambe e svuotai la busta, appropiandomi dei vermicelli gommosi, come facevo sin da piccola. E poi incominciammo a parlare.
«Allora, come ti trovi all'università?» mi chiese. Annui e mandai giù il boccone «Va abbastanza bene, i corsi sono difficili, ma me la cavo. E tu? Qualcosa di nuovo?» lui mi sorrise. «Ho preso architettura alla New York University e spero di farcela. Ho già la porta aperta nella NY Architecture. E spero di avere un brillante futuro. E tu, in cosa ti vuoi specializzare?» mi chiese. Io sorrisi e abbassai lo sguardo «Oncologia... Sai, per trovare cure per il cancro.» ammisi mangiucchiando un'altra caramella. Lui mi strinse la mano «E' una cosa dolcissima...» asserì avvicinandosi e stampandomi un bacio sulla fronte. Sorrisi e lo abbracciai forte, e mi lasciai cullare mentre le lacrime scendevano. Senza farmi scrupoli lo odorai, e non puzzava più di sudore e erbaccia come quando era bambino, adesso un intenso odore di muschio mi inebriava le narici, sorrisi sul suo petto, e pian piano mi addormentai, cullata dall'unica persona che in quel momento avrei voluto accanto.
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Ritorno dagli occhi blu. [IN REVISIONE.]
Romance|| Sequel di Il ragazzo dagli occhi blu.|| Attualmente in revisione. Aria Stonebridge e Christopher Ross, hanno vissuto un intrigata e pazzesca avventura. Si sono frequentati nonostante le diversità, sono andati avanti e hanno lasciato che la stori...