TRENTATRE

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Anastasia's Pov

Mi ricordai di ieri sera e all inizio volevo ribattere sulla canzone, e solo ora mi stavo rendendo conto del perchè di tutto questo.
Feci un sorriso amaro, tolsi la mia mano sulla sua e parlai.
A -"You were mine for a night, I was out on my mind, you were mine for a night, I don't know how to say goodbye". Solo ora me ne rendo conto...-facendo un sorriso amaro, ma lasciando che una lacrima mi scavasse il viso- tu vuoi lasciarmi...-.
Come ha potuto fare tutto questo, pensai fosse stato il gesto più dolce e romantico che mi abbia mai fatto, ma farlo trasformare in questo, in un addio non lo pensavo proprio.
Girai la testa.
Non volevo vedere il suo viso.
Ma notai lui cercare le mie mani, che spostavo sempre.
Mi alzai velocemente, mi misi I pantaloni assieme alle mie scarpe, ma le lasciai slacciate per fare prima.
M -Ana...i-io non v-voglio...aspetta- alzandosi dalla coperta su cui era seduto.
Continuai a camminare sotto la pioggia che non voleva fermarsi.
Mi sentii prendere una spalla, ma girandomi, tolsi la sua mano facendogli del male.
A -Cosa vuoi ancora?! Dirmelo in faccia? Vuoi farmi veramente vedere la persona che amo dirmi quello? Cosi? Come ti è venuto in mente di fare una notte cosi e poi il giorno dopo aver intenzione di lasciarmi? Non pensavo fossi cosi meschino-guardandolo con disgusto, mentre le lacrime si mischiavano alla pioggia.
E a quel punto alzò la testa, mi guardò male e scoppiò.
M -Io meschino? Hai idea dello sguardo che mi stai dando? Hai idea di come io mi senta in questo momento? Secondo te lo vorrei veramente fare? Di mia spontanea volontà pure?! Ana pensavo fossi più intelligente cazzo!- gridando, tirando un pugno ad un albero affianco a noi e venendo più vicino a me, fino a che io indietreggiai con un passo e lui guardandolo si fermò.
M -Perchè lo hai fatto?-chiese preoccupato.
M -Non lo hai mai fatto-vedendo il suo labbro tremare.
Io con gli occhi aperti e I brividi su tutto il corpo non riuscii a dire nulla.
M -Ana, perchè? H-hai paura di me?-avvicinandosi ancora per prendermi le mani. Ma non riuscendosi.
Non sentendomi rispondere continuò a parlarmi, ma non risposi non perchè avevo paura, ma perchè non sapevo cosa fare.
Ero divisa in due, da una parte volevo correre via da sola per non tornare più, mentre l'altra voleva sprofondare il viso in un abbraccio della persona davanti a me.
E quindi, non riuscendo a scegliere rimasi in silenzio, fino a che non lo feci arrabbiare.
M -Ah, è cosi adesso, non mi rispondi. Bene, va benissimo, si è capito. Tu hai paura di me-indietreggiò e allargò le braccia in segno di resa, guardandomi con amarezza -tu rimani li, e io me ne vado, sai, una come te posso trovarne a centinaia. Ho milioni di fans nel mondo, non mi basta che scerglierne una, magari più bella, forse che me la dia subito e non come te. Ah, e più magra ovviamente-ma senza che lui lo sapesse, stavolta mi avvicinai a lui e fissandolo nelle sue iridi verdi, molto più scure del solito, gli mollai una sberla in piena faccia prendendolo di sorpresa, vedendo tenersi la parte dolorante con la mano.
Cosi questa volta scoppiai io.
A -Come ti permetti brutto stronzo. Solo perchè tu sei Michael Gordon Clifford allora io non posso fare quello che voglio? E tu si? Io non posso risponderti, però tu spezzare il cuore alla gente si, non è vero? E dopo quello che hai fatto o detto dovresti solo vergognarti. Se questo sei tu, allora io non ho idea di cosa io potessi aver amato, perchè tu non sei cosi. Non sei meschino. Non mi parli male. Non mi guardi con disprezzo. Hai spento il mio sorriso, ora vergognati.
Questo non sei tu, il Michael di cui mi sono innamorata è gentile, mi sta sempre accanto, mi aiuta, mi fa ridere senza fare nulla, mi fa sentire a casa quando non lo sono, mi ama con tutto se stesso! Quando hai chiarito le idee puoi tornare a parlarmi, tanto ormai sai dove trovarmi- e con un'ultima occhiata su di lui girai I tacchi e mi incamminai con solo il rumore delle mie scarpe che camminavano sull'erba bagnata.
Sentivo I miei piedi voler tornare indietro, ma non cedetti e in modo più deciso continuai a camminare verso l'uscita.
Ma ad un certo punto le gambe non avanzarono più, e sentii di avere un peso su di esse.
Girai le spalle e notai Michael attaccato alle mie gambe, in ginocchio e col suo viso nella parte bassa della schiena.
A -Michael, lasciami- parlando tranquillamente.
M -Non ti lascio andare, basta-sentendolo singhiozzare.
Sorrisi leggermente ma poi mi accorsi che non potevo cedere.
A -Michael, devo andare. Lasciami andare- ma sentendo una stretta ancora più forte, ma le lasciò solo per alzarsi e girarmi per farmi stare faccia a faccia con lui.
M -Ok, io ti lascio andare. Ma prima voglio che faccia una cosa- pregandomi con gli occhi tenendomi per mano e continuando a sfregare il pollice sul dorso di esse.
Pensi a cosa potesse essere, ma per andare via tranquillamente dovevo farlo, quindi accettai.
A -Ok, cosa vuoi che faccia-guardandolo nelle iridi verdi, e solo ora mi accorsi che erano come sempre, e senza volerlo sorrisi guardandolo.
M -Perchè stai sorridendo?-chiedendo visibilmente preoccupato.
A -Non lo so-mordendomi il labbro, ma io lo sapevo il perchè.
Michael mi faceva stare bene.
Ero innamorata di lui.
Non potevo farci niente, o si o no.
Cosi lui mi chiese di fare una cosa troppo normale.
M -Abbracciami, ma non uno di quegli abbracci che dai ad una persona appena conosciuta, ma ad una persona importante. Quel tipo di abbraccio che ti aggiusta dentro, che calma le acque in tempesta dentro di te, quello che ti protegge dalle macerie del tuo cuore, quello che ti fa sentire a casa, quello che ti fa sentire amato, il tuo tipo di abbraccio, quello di cui mi hai fatto innamorare il primo giorno in cui ti ho incontrata- lo ammirai e non potei che sprofondare fra le sue braccia che mi circondavano tutta la schiena.
Cosi mi lasciai prendere mentre io nascosi il mio viso sul suo collo e prendendo le sue spalle mi aggrappai sentendo il suo mento sulla mia testa.
Inspirai ed espirai il suo profumo.
Ma non seppi quanto stemmo li, fermi in quella posizione.
Ci sentivamo a casa.
Michael aveva centrato il bersaglio.
Non dovevo permetterglielo.
Ora è come prima, sono tra le sue braccia, appartengo a lui.
Ma ripensandoci, non mi dispiace proprio.
Sorrisi, chiusi gli occhi e lo strinsi più forte, sentendo lui fare lo stesso dopo di me.
M -Ti amo Anastasia Penelope McCall-ridendo alla fine.
A -Anch'io ti amo Michael Gordon Clifford-sorridendo e alzandomi sulle punte lasciandogli un bacio sulle sue labbra rosse e torturate dai denti, ricevendone uno più profondo di rimando, fino a che si staccò e senza fiato parlò a fatica.
M -Pensavo di non poterlo più fare-prendendo il mio viso tra le sue mani grandi e attaccando le nostre fronti le une alle altre, sorridendo e dicendo "Grazie Dio".
M -Mi devi ancora dire "Scusa" per la sberla- ridendo e continuando ad abbracciarmi.
A -Scusami, non volevo. Fammi vedere-staccandomi dall abbraccio portando le mie labbra su di essa e sentendo che era ancora bollente.
A -Scusami ancora-.
M -Ricordati, potrei morire per te, ma questa sberla me l'ha sono meritata-ridendo.
A -Eccome caro- sorridendo.
Il che lo presi per mano, gli diedi un bacio sopra e ci incamminammo per l'uscita non prima di essere tornati a prendere lo zaino e il resto.
Camminando per il marciapiede, bagnati fradici, con la gente che ci guardava, mi venne da ridere ma Michael cercò di coprirmi per evitare di farci scoprire.
Tornammo a casa e non credevo di trovare tutti li, ad aspettarci.
S -Oh grazie a Dio -correndo ad abbracciarmi-Non ti abbiamo più trovato, avevamo capito che eri con lui, perchè ce lo ha detto Luke-ridendo-ma apparte questo, eravamo in pensiero-stringendomi più forte.
A -Sono bagnata fradicia-avvertendola.
L -Ehm Ana, senti, noi non vogliamo sapere perchè sei bagnata quindi, non andare oltre-sorridendomi e avanzando verso di noi.
A -Quanto stupido sei-abbracciando anche lui che se la ridacchiava.
M -Luke, dov'è Calum?-chiedendo.
L -A quanto pare è rimasto a Sidney. Non ha voluto venire-rivelando il tutto.
B -Oh, non è venuto per me?-alzando la testa.
L -Ma cosa dici, lui ti vuole un bene dell'anima, avrà avuto altro fidati-abbracciandola per calmarla.
M -Luke sono le 10.32am, siamo nella merda, tutti sono svegli e ci staranno cercando da ieri, meglio tornare-essendo spaventato.
L -Ma stai tranquillo, io e SummySummy abbiamo già fatto tutto-ammiccando a lei.
S -Non lo farò più Luke, ma ammetto che è stato divertente -ridendo guardandolo per poi contagiarlo.
A -Cosa avete fatto?-essendo curiosa.
F -Ragazzi ho il video, fa morire vi giuro-accendendolo.

Flashback
Faith's Pov

L -Summer sei pronta?- mettendosi meglio nel letto in cui siamo seduti

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L -Summer sei pronta?- mettendosi meglio nel letto in cui siamo seduti.
S -Sei sicuro? E se ci scoprissero?-accendendo il cellulare e digitando il numero di telefono.
B -Sum fai la voce di un anziana e sei apposto-ridendo.
S -Sono sicura che ci scopriranno-ammettendo la sua paura.
L -Se sarai brava non succederà nulla, semplice no?-allargando le braccia.
S -Tu la fai facile bastardo di merda-assottigliando gli occhi.
L -Dai fammi sentire, avanti-volendo sentire.
S -"Signore mio nipote è qui con me"-provando con la voce da anziana.
Vidi Luke premere le labbra su loro stesse, e le portò in dentro, trattenendosi dal ridere, e notai I suoi occhi riempirsi di lacrime,ma parlò.
L -Sei andata benissimo. Come mia nonna- trattenendosi ancora.
Ma io scoppiai a ridere come una stupida, cosi tanto che non riuscivo a smettere e ad un certo punto mi fece male cosi tanto la pancia che corsi in bagno.
Ma Matt arrivò sulla porta del bagno preoccupato e mi chiese "Stai bene?" ma vedendomi ridere senza emettere un suono mi rispose "Ma che cazzo di amici ha mia sorella, ma io non ci credo" indicandola con la mano e andando via, facendo ridere tutti.
B -Faith stai bene? Hai finito?- smettendo di ridere.
Cercai di controllarmi e dopo poco smisi, tornando in camera.
L -Faith sei apposto adesso?-chiedendomi.
F -Oh, si si apposto tranquillo-facendogli segno di partire.
Loro cliccarono sul cellulare e sentimmo una ragazza chiedere "Alexa, posso esservi utile?"
Luke partì.
L -Oh, ciao Alexa volevo avvisarti che io e Michael siamo a Melbourne- rivelando.
"Perchè? Nessuno me lo ha detto, spero ci sia un motivo valido per cui voi siate là"
L -Oh si, siamo da mia nonna, vuole sentirla?- facendo arrabbiare Summer spalancando gli occhi.
"Si dai, devo esserne certa"
L-Nonna vieni qui, spiega ad Alexa perchè sono qui da te- sorridendo.
Summer prima di partire gli lanciò un'occhiataccia e poi parlò.
S -Oh, signorina Alexa, Luke è qui con me, è venuto a salutarmi col suo amico Michael, sto un po male e sono venuti ad aiutarmi giusto il giorno in cui non avevo la badante- sudando dalla fronte.
"Signora, non si preoccupi, posso sapere il suo nome? Mi sembra molto gentile"
Summer e Luke si guardarono e risposero nello stesso momento.
S -Liza-.
L -Beth-.
Si guardarono male ed entrarono nel panico, mentre Alexa chiese.
" Come?"
S -Elizabeth- grattandosi la testa.
"Comunque va benissimo signora Elizabeth, io torno al lavoro, eh Luke tornate domani, c'è molto da fare. Arrivederci"
Summer spense la chiamata e si misero a ridere.
S -Non ci credo, ci hanno credutoooo-salandogli addosso.
L -Si amore, si-dandole dei bacini sul viso.
Sorridemmo e spensi il video.
Fine flashback

Pov's Anastasia
A -Oddio, non ci posso credere...-scoppiando a ridere.
M -Sei un grande Luke-dandogli il cinque.
L -Modestamente-vantandosi.
Restammo li per un po finchè tutti andarono via, compresi Michael e Luke e poi essendomi asciugata e tutto entrai in Instagram, ma scorrendo lessi una frase su un'immagine.
"Hai spento il mio sorriso, ora vergognati" e la cosa mi era strana, perchè era la stessa frase che avevo detto oggi a Michael.

Destiny || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora